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La risposta dei consiglieri comunali

Punto nascite, Castelnovo al Centro: «Sconcertante il modo in cui i vertici regionali e locali hanno chiuso la partita»

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Dichiarazioni importanti da parte dei consiglieri comunali di "Castelnovo al Centro" Ermanno Briglia, Mattia Casotti, Gabriele Tacconi e Maria Claudia Beretti sul tema punto nascite di Castelnovo ne' Monti.

«Le parole pronunciate dall’ assessore Regionale alla Sanità, Massimo Fabi - commentano i consiglieri - che chiudono ogni porta ad una riapertura dei punti nascite in montagna, e le successive parole dell' assessore di Castelnovo ne’ Monti, Carlo Boni, destano sconcerto sia per le modalità sia per la superficialità con cui si è deciso di delineare il futuro delle donne in Appennino».

«Quando l’assessore parla di sicurezza - aggiungono - lo fa sbagliando considerando una media di sicurezza tra ospedali, in ambito esclusivamente intraospedaliera, ma mai considerando, come dovrebbe essere, la sicurezza dalla mamma e del bambino che provengono dal territorio, dove le distanze ed i tempi di percorrenza sono fondamentali. È più sicuro partorire in auto o in ambulanza o in una struttura ospedaliera? Il diritto alla salute parte anche dall’organizzazione di servizi diffuso nel territorio. I problemi anche gravi si sono avuti nel nostro Appennino quando il punto nascita di Castelnovo è stato chiuso. Non sempre tutto è programma ed in ostetricia una struttura aperta ad una distanza ragionevole fa la differenza tra la vita e la morte o la disabilità grave del nascituro».

«Queste decisioni porteranno a un ulteriore impoverimento del nostro territorio montano».

«Per noi le cose vanno lette in un’ottica assolutamente diversa – spiegano i consiglieri comunali - queste decisioni dettate da superficiali ragioni di appartenenza, di promesse elettorali dettate da ignoranza tecnica, di ambigue strategie politiche, con altrettanta noncuranza delle reali priorità e esigenze della salute dei cittadini e nello specifico delle nostre donne in gravidanza, porteranno a un ulteriore impoverimento del nostro territorio montano».

«Le dinamiche - raccontano - purtroppo negative iniziate dall'Ottobre 2017, anno di chiusura del nostro punto nascita a Castelnovo ne’ Monti, fino ad arrivare ad oggi sono note a tutti. Nel nostro ospedale – spiegano i consiglieri comunali - abbiamo rispettato sempre gli standard clinici e organizzativi, a partire dal numero adeguato del personale e dall'imprescindibile presenza dell'anestesista/rianimatore H24 con un’equipe composta da personale Medico-Ostetrico, Pediatra, Anestesista/Rianimatore, personale infermieristico in sala operatoria; in aggiunta, erano in essere sistemi di trasferimento materno e neonatale definiti STAM (Sistema di trasporto materno assistito) e STEN (Sistema di trasporto emergenza neonato). Questa era la nostra organizzazione che garantiva la completa efficienza e sicurezza per la donna e per il neonato».

Ermanno Briglia, all’epoca direttore del reparto di anestesia e rianimazione del Sant’Anna
racconta come «Già allora era presente un aggiornamento continuo per tutti gli operatori di cui sopra sulla Rianimazione Neonatale con la formazione di un Team Integrato; ci tengo anche a specificare, che dal punto di vista strutturale e tecnologico sia il reparto che la sala operatoria rispondono ancora oggi agli standard di sicurezza. Anche la narrazione per cui la sicurezza è garantita in base ad una questione di numeri non è accettabile: fino al 2017 non si è mai verificato un incidente grave».

2 COMMENTS

  1. Sul piano politico viene spontaneo mettere a confronto due posizioni, cui abbiamo di recente assistito, ossia da un lato quella del voler nominare un Commissario per la questione “diga di Vetto”, da parte del Governo centrale, proposito governativo visto dalla sinistra quale imposizione dall’alto, senza adeguato coinvolgimento dei territori, e ignorando “il principio di leale collaborazione tra livelli di governo …”, come abbiamo appreso da un articolo apparso su Redacon qualche giorno fa, dal titolo «errore escludere intesa con Regione» (riguardo giustappunto alla diga di Vetto, una tematica in sospeso da anni e per la quale la predetta nomina di un Commissario dovrebbe verosimilmente accelerare i tempi decisionali).

    Nel contempo o quasi, l’Assessore regionale ha fatto conoscere la sua decisione di non riaprire i Punti Nascita periferici, tra cui dunque quello nostro montano, sembra all’insaputa degli Amministratori locali interessati, e modificando un precedente orientamento dei vertici regionali, ma in questo caso la sinistra si è ben guardata dall’alzare la voce, almeno sino ad ora, e tale apparente “silenzio” fa pensare alla logica del cosiddetto doppio binario, o dei due pesi e due misure, cioè reazioni e giudizi da modulare a seconda che colui col quale si ha a che fare ci sia politicamente vicino, o invece lontano, ovvero alleato oppure avversario (una logica a mio avviso poco esemplare, che del resto abbiamo già conosciuto qualche decennio fa, col garantismo a senso unico).

    P.B. 21.02.2025

    • Firma - P.B.
  2. Ha proprio ragione P.B. brutta cosa il garantismo a senso unico, come quando quelli che si definiscono sempre e comunque garantisti (stranamente però solo nei confronti dei politici che rubano), urlavano continuamente “parlateci di Bibbiano”. E poi i politici, a Bibbiano, sono stati tutti assolti.
    Egregio P.B. vorrebbe essere così gentile da ricordarci chi erano questi signori che avevano già scritto la condanna ancora prima del processo?
    Vorrebbe anche essere così gentile da ricordarci chi andava a citofonare a gente che nemmeno conosceva accusandoli di spaccio solo sulla base di quello che diceva la prima signora incontrata per strada?
    Grazie in anticipo.

    • Firma - Andrea