Home Dalla Provincia Italia Viva Reggio Emilia: «Efficientare il sistema Regione con riforme adeguate non...
la nota stampa

Italia Viva Reggio Emilia: «Efficientare il sistema Regione con riforme adeguate non aumentando tasse»

148
1

Gli esponenti di Italia Viva Reggio Emilia intervengono dopo la notizia dell’annuncio del Presidente Regione Emilia-Romagna De Pascale riguardo gli incrementi consistenti addizionali Irpef, Irap, ticket dei farmaci e bollo auto con l'obiettivo di raccogliere 420 milioni di euro.

«La scelta appare criticabile – scrivono nella nota stampa - sia nel metodo sia nel merito. Pur comprendendo le giustificazioni a sostegno dei provvedimenti, le critiche riguardano anche preoccupazioni per la sostenibilità a lungo termine del modello di sanità regionale in quanto circa l'81% del bilancio della Regione Emilia-Romagna è destinato alla sanità, con il restante 19% si sostengono tutte le altre spese.

La maggior parte del carico fiscale di tali aumenti ricadrà su chi guadagna tra i 35.000 e i 50.000 euro lordi l'anno, certamente non ricchi, e che già contribuisce in misura maggiore alle entrate fiscali».

«L'Italia - aggiungono - ha una delle pressioni fiscali più alte dell'OCSE, con l'Emilia-Romagna tra le regioni che pagano di più. Con una pressione fiscale pari al 47,6 % del Pil (fonte stati generali dei Dottori Commercialisti), l’Italia si pone al primo posto al pari della Danimarca, ma con livelli di servizi molto inferiori evidenziando un grave problema di efficienza nella spesa pubblica.

L’incremento della pressione fiscale provoca ripercussioni negative sull'economia di una regione che già ora manifesta il grave problema della riduzione della produzione industriale, determinando una ulteriore contrazione dei consumi e degli investimenti e, quindi, della domanda globale».

Sottolineano poi, «che si potrebbero vedere alcune proposte strutturali alternative all’incremento delle tasse prive di effetti economici e sociali distorsivi. Rivedere ad esempio il meccanismo di mobilità sanitaria: La mobilità sanitaria interregionale contribuisce all'aumento dei costi, con molte persone che si spostano dal Sud al Nord per cure migliori.

Occorre rivedere i meccanismi compensativi attuali tra le regioni che penalizzano di molto l’Emilia-Romagna. Rivedere anche il ruolo dei fondi sanitari integrativi: I fondi sanitari integrativi potrebbero aiutare a ridurre i costi, ma attualmente coprono solo una piccola parte della spesa sanitaria. Essi evidenziano ancora un grande potenziale, sono attualmente poco e male utilizzati in quanto intervengono per gran parte da prestazioni già coperte dai livelli essenziali di assistenza, e assieme alla più efficiente relazione con la sanità privata potrebbero alleviare di molto il costo per la sanità della regione.

E concludono: «La critica al metodo utilizzato da De Pascale è di avere sottovalutato i problemi di bilancio e di non aver discusso queste misure con le parti sociali.

La politica di bilancio del governo ha certamente dato il colpo di grazia, rendendo impossibile sostenere i livelli di spesa e di livello qualitativo della sanità emiliano romagnola.

Vorremmo invitare il presidente De Pascale a non percorrere la via facile dell'aumento delle tasse ogni volta che si troverà a dovere affrontare in futuro problemi di costi. È necessario iniziare ad efficientare il sistema Regione con riforme adeguate».

1 COMMENT

  1. Mi permetto di far sommessamente presente che da una forza politica appartenente alla coalizione del Governo regionale ci si poteva fors’anche aspettare qualcosa di più rispetto ad enunciati all’apparenza piuttosto generici, ancorché affatto insignificanti dal momento che sembra potervisi leggere l’idea di una revisione o rettifica del modello organizzativo della sanità regionale, in una col puntare maggiormente sul sistema sanitario privato.

    Manca tuttavia, a mio vedere almeno, qualche indicazione, seppur di massima, sul come procedere materialmente, nell’uno o altro caso, per dar corpo agli enunciati (rammento ad es. che, salvo errori di memoria, nei primi anni Ottanta, un partito della Prima Repubblica, poi “azzerato” o quasi all’epoca di Tangentopoli, ipotizzò un Bonus Sanità, e altrettanto per la Scuola, spendibile dalle famiglie nel servizio pubblico o nell’ambito del privato).

    Sempre in tema di organizzazione sanitaria, stando alle odierne notizie di stampa, l’Assessore regionale pare intenzionato a non riaprire, o mantenere attivi, i Punti Nascita periferici, e dunque anche quelli montani, diversamente dalle aspettative che, se non ricordo male, parevano essere nelle corde anche di Italia Viva per quello del nostro Ospedale di zona, ossia il Sant’Anna, e vedremo dunque se e cosa I.V. dirà al riguardo.

    P.B. 18.02.2025

    • Firma - P.B.