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Focus Lapam Confartigianato

Edilizia: «Il Pnrr può aiutare, ma la fine dei bonus mette in crisi il settore»

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Come emerge dall’indagine elaborata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato, a Reggio Emilia sono 10.533 le imprese attive nel 2024, pari al 17,1% del totale provinciale.

Poco meno di 15 mila gli addetti operanti nel settore, per un valore aggiunto nel 2022 pari a 953 milioni di euro, corrispondente al 4,8% del totale provinciale.

Reggio Emilia è la 12esima provincia a livello nazionale per vocazione artigiana, infatti sono nell’artigianato almeno 6 addetti su 10 del comparto costruzioni.

A livello regionale allargando il discorso alla filiera dell’edilizia, che comprende anche tutti gli attori economici che girano attorno al settore, dal mobilificio, all’agenzia immobiliare, all’interior designer, si arriva a toccare il 9,2% del valore aggiunto regionale (superiore al 7,3% medio nazionale).

Dallo studio si nota una dinamica negativa dell'occupazione nel settore delle costruzioni in Emilia-Romagna (-0,6%), meno accentuata rispetto al -7,8% del 2023.

Claudio Boccaletti, presidente della categoria edilizia: «È importante però che la politica permetta alle imprese di avere un accesso al credito più agevole e meno burocrazia»

«Il settore edile -commenta Boccaletti - si trova di fronte a un contesto complesso, caratterizzato da luci e ombre. Da un lato la tenuta del settore nel 2024, ma dall’altro il calo dell'occupazione, la decelerazione degli investimenti, le difficoltà di accesso al credito e le incertezze legate al quadro macroeconomico e geopolitico impongono un approccio prudente e una costante attenzione all'evoluzione del mercato».

«I dati evidenziano in maniera chiara la situazione che ha attraversato e sta tuttora attraversando il comparto – conclude Boccaletti –. Le misure contenute nella Legge di Bilancio 2025 e le risorse impiegate nel Pnrr possono dare una spinta a un comparto che vede la sostanziale riduzione, fino al superamento del Superbonus, di numerosi bonus e incentivi per la riqualificazione energetica. Il rischio concreto è che una parte delle piccole e medie imprese del settore vada incontro a un significativo periodo di riduzione dell’attività. È importante però che la politica permetta alle imprese di avere un accesso al credito più agevole e meno burocrazia: l’associazione, come fatto anche per la normativa sulla patente a crediti, si mette a disposizione per garantire sempre una consulenza puntuale e precisa, ma le imprese hanno urgenza di avere meno pressione fiscale e burocratica per valorizzare il proprio lavoro al meglio».