Nuovo traguardo per la Diga di Vetto, per il quale esulta FdI: dopo le recenti richieste di accelerazione è stata confermata la nomina di un commissario straordinario per il progetto dell' "invaso della Val d'Enza", che verrà indicato direttamente dal governo.
Ttale decisione è stata confermata proprio su uno degli emendamenti del decreto legge "PNRR".
Tale nomina sarà resa pubblica tra circa due settimane, questa la dicitura testuale: «Al fine di procedere celermente al completamento della progettazione della Diga di Vetto, e assicurare la tempestiva realizzazione dell’opera, con decreto del presidente del Consiglio, su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti", di concerto con il Mef, "da adottare entro 30 giorni dalla data di conversione della legge, è nominato un commissario". Detto ruolo "può avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, delle amministrazioni territoriali interessate».
Uno schema che ricorda quello già adottato dal generale Figliuolo per l’alluvione emiliano-romagnola. Il parlamentare Gianluca Vinci: «Un qualcosa di meraviglioso per il nostro territorio – spiega il deputato di FdI –, purtroppo il progetto è fermo dal 1989. Perché le amministrazioni locali, dalla Regione fino all’autorità di bacino del Po, per questione politiche l’hanno sempre bloccato. A questo punto il governo riuscirà a vincere l’ostruzionismo e a procedere con un’opera chiesta dalle associazioni e dalle categorie, riusciremo finalmente ad andare oltre. Gli studi in corso servono anche a capire se può esserci l’interesse privato a finanziare l’opera con l’idroelettrico. Ipotesi – affonda Vinci – sulla quale il Pd è storicamente in diasaccordo. E un commissario metterebbe anche fine all’inutile querelle se serva una diga grande o piccola. Noi come FdI siamo rimasti volutamente fuori da quel dibattito, ora con un commissario si torna ad avere libertà senza condizionamenti politici».
D’accordo Alessandro Aragona: «Accolgo con grande favore quest’idea, come Fratelli d’Italia – spiega il consigliere regionale – auspichiamo che si acceleri e lo diciamo da tempo, l’iter è stato rallentato per decenni per mancanza di visione e condizionamenti politici. Più poteri e più risorse daranno una svolta, la diga riguarda il tema della sicurezza alimentare, dell’acqua pulita che va sulle nostre tavole, della lotta alla siccità e al dissesto idrogeologico. Residenti e agricoltori ce lo chiedono di continuo».
Il "no" di Avs: «Un’operazione che interviene a gamba tesa su un iter già avviato - spiegano i consiglieri regionali Burani, Larghetti e Trande - con l’affidamento dello studio di fattibilità delle alternative progettuali, esautorando di fatto dalle loro funzioni la Regione, l’Autorità distrettuale di bacino del fiume Po e il Consorzio della bonifica dell’Emilia Centrale, che ha appaltato lo studio».
Tornando col pensiero all’articolo del primo febbraio, dal titolo “Diga di Vetto, Italia Viva: Le chiacchiere non bastano più: occorrono progetti veri”, mi aspetterei che detto partito, quale forza che pare essere decisamente favorevole all’invaso vettese, esprimesse parole di approvazione per questa iniziativa del Governo, che sembra accelerare i tempi decisionali.
P.B. 13.02.2025
Nel mio precedente commento dicevo di attendermi che Italia Viva potesse esprimere parole di apprezzamento per la nomina di un Commissario straordinario, prospettata dal Governo nazionale, visto che detta forza politica sembra essere molto propensa all’invaso vettese, nonché favorevole a non dilazionarne i tempi di attuazione, e la figura del Commissario parrebbe giustappunto soddisfare una tale aspettativa.
Ma tale apprezzamento risulterebbe essere tuttora assente, salvo mie sviste, e le odierne notizie di stampa mi hanno fatto pensare di potervi dedurre una qualche spiegazione in proposito, nel leggere che il PD, a livello nazionale e regionale, avrebbe manifestato perplessità, se non contrarietà, alla nomina di un Commissario, in quanto si rischierebbe di vanificare il lavoro sin qui svolto, oltre allo scavalcare le istituzioni locali.
Nel senso che, nella fattispecie, il “silenzio” di Italia Viva potrebbe essere forse ascrivibile al non voler dispiacere al proprio alleato politico, col dissociarsi dalle sue posizioni in materia, il che può essere comprensibile, ma da un partito che si dichiarava riformista mi sarei francamente aspettato una maggiore autonomia di giudizio, in grado di superare la logica secondo cui una scelta diventa “buona o cattiva” in base a chi la propone.
Non posso infatti scordare che Italia Viva, a meno di miei errori di memoria, puntava alla creazione del Terzo Polo, che da fuori veniva guardato da più d’uno quale entità politica diversa e svincolata, rispetto alle altre due esistenti coalizioni, ma col senno del poi viene da supporre che tra quanti avevano allora concepito quella nuova formazione vi fosse semmai chi invece la vedeva ed interpretava come terza gamba della sinistra.
P.B. 15.02.2025