«Ci ha lasciati Ave Govi - scrivono in una nota -, iscritta storica allo Spi Cgil di Reggio Emilia e scrittrice di romanzi e poesie, vincitrice nel 2019 del premio nazionale LiberEtà con il suo romanzo inedito “Le Vite di Emma”. Classe 1938, nata a Villa Minozzo, conserva del suo Appennino tutti i tratti costitutivi di chi ne è debitrice di memoria familiare e collettiva.
Il volume “Le Vite di Emma” raccoglie infatti i vissuti e il desiderio di riscatto di donne che hanno vissuto tra guerra e il dopoguerra, costituendo la spina dorsale dell’economia familiare e delle comunità locali in Appennino».
«Un’economia di comunità – aggiungono - in cui anche le donne erano parte attiva tra agricoltura e pastorizia, favorendo un flusso stagionale di andata e ritorno nelle migrazione interne come balie e domestiche tra Genova e Milano e l’Appennino reggiano».
Dal sindacato ricordano che «nel romanzo “Le Vite di Emma”, 1° premio nazionale assegnato all’interno di una premiazione a Trani nell’ambito del concorso di LiberEta’, Ave presenta appunto lo spaccato di vite di donne che hanno combattuto per la propria libertà, emancipazione e autodeterminazione nelle lotte quotidiane nel lavoro e nel lavoro di cura, rialzando lo sguardo da una condizione di subalternità ancora non garantita dalla stagione dei diritti e delle leggi conquistate con le lotte collettive delle donne».
«Rimane in eredità una ricca raccolta di poesie – conclude la nota - racconti, ricordi di guerra e romanzi che si affacciano alla questione dei diritti e alla lotta contro ogni discriminazione sessuale e di genere partendo dalle condizioni familiari reali, dai patriarcati di comunità, lottando prima in segreto e poi alla luce del sole anche in Appennino e nelle comunità più isolate delle aree interne, rivendicando un destino non subalterno.
Un messaggio vivissimo ancor oggi, in cui siamo chiamati a esprimerci ancora sulla dignità del lavoro produttivo e riproduttivo delle donne nei diversi luoghi e contesti, lottando per dar voce alle disuguaglianze che ogni giorno si consumano sotto gli occhi ai danni delle donne, dei loro salari e delle loro pensioni, attraversando tutte le età e i cicli di vita».