Si è spenta la scrittrice Ave Govi. Era nata il 16 dicembre del 1938 a Meruzzo di Carniana, Villa Minozzo, e conservava del suo Appennino tutti i tratti costitutivi di chi ne è debitrice di memoria familiare e collettiva.
Aveva avuto una gioventù difficile, andato per servizio a Genova, quindi lavorando come Mondina “...lavoravo come una persona adulta, ma la paga, a causa dell'età, era dimezzata".
Emigrò a Milano, quindi definitivamente a Reggio dove (lavorò come dipendente nel commercio sino alla pensione) conobbe alcune persone cui piaceva "scrivere", come lei, (tra queste anche la sorella maggiore) che l'incoraggiano a mettere sulla carta le proprie sensazioni, i pensieri, a partecipare a concorsi e attività culturali, infine ad iscriversi alla Associazione Scrittori Reggiani. Ave sapeva di non possedere una preparazione letteraria di base, ma supplisce caparbiamente con i propri mezzi.
Il suo volume “Le vite di Emma” racconta infatti i vissuti e il desiderio di riscatto di donne che hanno vissuto tra guerra e dopoguerra, costituendo la spina dorsale della economia familiare e delle comunità locali.
Una economia di comunità in cui anche le donne erano parte attiva tra agricoltura e pastorizia, favorendo un flusso stagionale di andata e ritorno nelle migrazioni interne come balie e domestiche tra Genova e Milano.
Il romanzo “Le vite di Emma” fu primo premio nazionale assegnato a Trani nell’ambito del concorso della rivista Spi “LiberEtà” nel 2019. Ave presentò lo spaccato di vita di donne che hanno combattuto per la propria libertà. Era iscritta storica allo Spi Cgil di Reggio Emilia e scrittrice di altri romanzi e poesie.
Di lei, che fu per molti anni collaboratrice del mensile Tuttomontagna, rimane in eredità una ricca raccolta di poesie, racconti, ricordi di guerra e romanzi che si affacciano alla questione dei diritti e alla lotta contro ogni discriminazione sessuale e di genere partenfo dalle condizioni familiari reali, dai patriarcati di comunità, lottando prima in segreto e poi alla luce del sole.
Aveva una dote particolare anche per il dialetto (ricordiamo, tra i molti primi premi, quello alla Giarêda del 1995). Tra le sue opere sue opere: C’era una volta un paese (poesie - 1999); Briciole e zolle (Poesie - 2002); Bachi e zolle (Poesie – 2005 terzo premio Ignazio Silone), I racconti del camino e voci sparse (Racconti - 2008); Non sono favole (Ricordi di guerra - 2015); L'ombra lunga del campanile (2015); Le vite di Emma (2019); Volevo solo capire (romanzo del 2021).
“Un messaggio vivo ancor oggi In cui siamo chiamati a esprimerci sulla dignità del lavoro produttivo e riproduttivo delle donne nei diversi luoghi e contesti – commentano dallo sindacato dello Spi -, lottando per dare voce alle disuguaglianze che ogni giorno si consumano sotto gli occhi ai danni delle donne, dei loro salari e delle loro pensioni attraversando tutte le età e i cicli di vita”.
Ave, vedova Pigoni, lascia il figlio Massimo, il fratello Gianni, le sorelle Nadia ed Elide e numerosi parenti.
Le esequie, con funzione religiosa, avranno luogo giovedì mattina 13 febbraio con partenza dalla Croce Verde alle 10,45 per la cappella del Cimitero di Coviolo. La camera ardente rimane aperta oggi, mercoledì 12 febbraio fino alle 19 presso la sede della Croce Verde di Reggio Emilia.
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