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lo studio della Cisl dell’Emilia Romagna

Riabitare i territori fragili emiliano romagnoli si puo’ ?

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Riabitare i territori fragili emiliano romagnoli si puo’ ? Così recita il titolo di uno studio che la Cisl dell’Emilia Romagna ha presentato lo scorso 7 Febbraio a Bologna in sede Regione Emilia Romagna.

Viene presa in esame la situazione dei territori montani dell’intera Emilia Romagna. Nella prefazione, il professor Stefano Zamagni (docente di economia civile all’Università di Bologna) afferma che “un’analisi così puntuale e rigorosa della realtà territoriale Emiliano Romagnola non penso sia mai stata svolta” .

Ovviamente risulta difficile in un articolo prendere in esame le 363 pagine della pubblicazione, credo però utile segnalare alcuni dati, rimandando all’intero studio per quanti volessero approfondire.

Lo studio esamina l’Appennino regionale in tre fasce: collinare interna; montagna intermedia; montagna di crinale e lo fa esaminando (al censimento 2021) tra l’altro la densità abitativa, l’andamento della popolazione (2011/2021); l’indice di vecchiaia, il rapporto nascite/decessi, percentuale dei laureati, tasso di occupazione e di disoccupazione.

Casina:

densità abitativa 71 ab. per km2; calo popolazione -0,5; indice di vecchiaia 231,0 ( Prov. Reggio 169,4); nati ogni 100 morti 50,0; % laureati 11,5 ( Prov. Reggio 13,6); tasso occupazione 50,1 ( Prov. Reggio 53,4); tasso di disoccupazione 4,7 ( Prov13,6).

Carpineti, Castelnovo ne' Monti, Toano e Vetto:

densità abitativa 66 ab. per Km2; calo popolazione -4,6; indice di vecchiaia 235,4 (Prov. Reggio 169,4); nati ogni 100 morti 39,4 ( Prov. Reggio 62,1); % laureati 11,0 ( Prov. Reggio 13,6) ; tasso di occupazione 50,6 (Prov. Reggio 53,4); tasso di disoccupazione 4,9 ( Prov. Reggio 13,6).

Ventasso, Villaminozzo:

densità abitativa18 ab. Per Km2; calo popolazione – 57,6; indice di vecchiaia 380,5 (Prov. Reggio 169,4); nati ogni 100 morti 20,9 (Prov. Reggio 62,1); % laureati 8,6 ( Prov. Reggio 13,6); tasso di occupazione 44,1 (Prov. Reggio 50,6) ; tasso di disoccupazione 5,1 ( Prov. Reggio 13,6).

La mia personale speranza è che i sindacati a livello regionale si facciano portatori di un confronto con la nostra Regione al fine di affrontare in modo specifico ed urgente questa situazione particolarmente per la fascia del crinale Appenninico emiliano-romagnolo.

Ciò anche alla luce di quanto scrive il professor Zamagni nella premessa “ si tratta di prendere sul serio la strategia dello sviluppo locale, abbandonando obsolete teorie economiche, prive di fondamento scientifico, che fondano il successo di un territorio sulle economie di scala” ed è lo stesso Zamagni ancora a chiedersi come ci si possa” meravigliare se in Italia oggi vi sono3.834 Comuni delle aree interne che sono a rischio spopolamento?

Si tratta del 48% dei Comuni italiani, del 23% della popolazione e del 58,8% della superficie nazionale. Di qui il triste fenomeno anche del dissesto idrogeologico.”

Claudio Bucci

1 COMMENT

  1. Penso anch’io che alla montagna non si addicano, o si confacciano poco, le cosiddette “economie di scala” (come vengono convenzionalmente intese, o perlomeno come io le ho comprese), il che non impedisce che ci si possa agganciare a quelle che nascono nelle aree all’uopo predisposte, vedi ad es. nel settore manifatturiero, segnatamente l’abbigliamento, dove, un tempo, che io ricordi, c’era dalle nostre parti anche chi lavorava per conto di Ditte aventi sede in altre zone della nostra provincia (ed era l’epoca in cui la montagna era ancora abbastanza popolata, e nel contempo diversificate le attività che vi si esercitavano).

    P.B. 10.02.2025

    • Firma - P.B.