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Parlamentari nazionali e Consiglieri regionali invitati ad attivarsi

Provvedimenti contro lo spopolamento da estendere al nostro crinale

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Lo scorso dicembre il commissario straordinario per il sisma 2016 Guido Castelli e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli hanno presentato un'iniziativa anti spopolamento: flat tax al 7% per tutti i pensionati italiani residenti all'estero che decidono di prendere casa per almeno 9 anni in un'area dell'Appennino che comprende 131 comuni tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo.  «La nostra proposta è rivolta, soprattutto, a salvare dei Comuni ricchi di storia dalla crisi demografica che grava su tutto il paese» ha detto Castelli.

L'Istat ha certificato che nei circa 4.000 comuni delle aree interne della penisola la diminuzione degli abitanti tra il 2014 e il 2024 è stata del 5%, con punte superiori al 7 nelle aree più remote. Contro una media nazionale attorno all1%.

La cosiddetta «silver economy» punta sulle fasce di età più elevate che sono anche quelle con il portafogli più dotato: gli over 65 hanno consumi medi per 15.742 euro l'anno, oltre mille in più rispetto alla fascia di età 19-34.

Il caso più noto di questa ricetta riguarda il Portogallo, divenuto grazie agli sconti fiscali l'approdo di migliaia di pensionati italiani ma le storture indotte dalla eccessiva presenza dei nuovi arrivati: assalto ai servizi, mercato immobiliare esploso, prezzi divenuti proibitivi per i cittadini portoghesi meno abbienti hanno indotto il Governo di Lisbona a revocare i benefici. Anche qua e là per l'Italia si è provato ad attrarre nuovi residenti in più modi: dalle case offerte a un euro nell'entroterra di Sardegna e Sicilia, ai 5.000 euro a fondo perduto per chi apre un'attività economica nell'entroterra foggiano o i 700 euro al mese offerti dalla Regione Molise. Tutte idee che hanno riscosso apprezzamento ma che fino a oggi non hanno invertito la tendenza.

Nei due comuni reggiani del crinale Ventasso e Villa Minozzo nel periodo 2001/2024 (in demografia questo intervallo è maggiormente significativo di un solo decennio) la perdita di popolazione è rispettivamente del 18,77% e del 14,22%. Nel comune di Vetto del 9,68%. Non so se i nostri Comuni abbiano più o meno storia rispetto ai 131 citati ma i loro indicatori demografici sono certamente degni di uguale attenzione.

I Parlamentari reggiani hanno dati per estendere anche al crinale reggiano la “flat tax” del 7% con l’aggiunta che in questi comuni l’indice di vecchiaia segna livelli record: 416,7 a Ventasso; 305,3 a Vetto e 347,4 a Villa Minozzo.

Forse la nomina di un “Commissario nazionale” per le aree montane che presentano i più elevati dati di invecchiamento, denatalità e spopolamento potrebbe aiutare Stato e Regioni ad adottare interventi e strategie per arginare questi fenomeni. E’ in corso l’iter per una nuova legge sulla montagna ed in quella sede potrebbe essere adottato un simile provvedimento.

Il lavoro non manca neppure ai Consiglieri regionali poiché tutti i dati disponibili -  da parecchi decenni - ci mostrano che l’emergenza più grave della nostra Regione è il declino del crinale appenninico. I dati sui redditi dei contribuenti reggiani del Ministero delle Finanze confermano che i contribuenti dei tre comuni citati sono sistematicamente agli ultimi 3 posti della classifica provinciale e che il divario fra comuni ricchi e quelli poveri continua a crescere. Poiché la Regione fra i compiti primari del suo statuto ha posto il principio di uguaglianza e pari dignità delle persone e il “riequilibrio del territorio” occorre chiedersi come questi principi così solennemente sanciti siano compatibili con un asse della Via Emilia che scoppia di occupazione, salute, ricchezza,  servizi e un crinale appenninico senza lavoro, con pochi servizi, redditi nettamente inferiori denatalità  e una emorragia di popolazione che sta conducendo questa area ad un irreversibile declino.

L’art. 1 della nostra Costituzione recita: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…:” dove il lavoro non c’è (e quello generato dagli enti/società pubbliche non viene spostato sul crinale come consente l’art. 14 della legge sulla montagna) non c’è neppure la Repubblica democratica.

Il crollo della partecipazione al voto degli elettori delle aree montane nelle recenti elezioni regionali interroga chi è stato eletto e suggerisce di attivarsi in maniera molto più energica per il territorio del crinale ed in sintonia con l’obiettivo del “riequilibrio territoriale” previsto dallo statuto.

Giuseppe Bonacini

 

1 COMMENT

  1. Per chi da anni ritiene che la “defiscalizzazione” sia la strada più naturale per dar sostegno alla aree montane, e mi è capitato di scriverlo ripetutamente anche su queste pagine, suona piacevole il sentir parlare di “flat tax al 7%”, anche se qui pare riguardare soltanto i “pensionati italiani residenti all’estero che decidono di prendere casa per almeno 9 anni in un’area dell’Appennino”, mentre da parte mia lo auguravo per le attività svolte in territorio montano, una volta che fosse appurata la necessaria copertura finanziaria (ma allorché il principio della agevolazione fiscale venisse adottato per una determinata categoria, possiamo auspicare che la sua applicazione sia poi via via estesa).

    P.B. 10.02.2025

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