I rappresentanti di Italia Viva intervengono sulla questione della diga di Vetto che in questi giorni torna alla ribalta dopo le dichiarazioni del ministro Salvini.
« La prossima primavera estate - si legge nella nota - rischia di riproporre nella nostra regione il sempre più grave alternarsi di siccità e di improvvise alluvioni. Caldo assurdo nei famosi "giorni della merla", improvvise bufere di vento, piogge torrenziali con un inverno senza neve, la previsione già da oggi di una possibile siccità. Tutto parla di una situazione climatica che potrebbe essere fuori controllo ».
« In questa situazione potenzialmente disastrosa - continua Italia Viva - la polemica esclusivamente ideologica avanzata dagli esponenti reggiani di Europa Verde contro l’invaso e la diga di Vetto dimostra ancora una volta l’incapacità di uscire dagli schemi e di fare proposte serie, e non pannicelli caldi, per affrontare i problemi già esistenti prima del riscaldamento globale ma che da questo sono fortemente aggravati ».
« Le province di Reggio e di Parma - sottolineano - hanno bisogno di acqua, e di acqua pulita. Hanno bisogno di creare ed accumulare energia idroelettrica e non di pompare acqua dal Po contribuendo allo spreco energetico. Hanno bisogno di opere importanti per la mitigazione delle piene e delle alluvioni. Hanno bisogno, in definitiva, di un’opera di dimensioni adeguate e non di soluzioni raffazzonate di breve respiro.
Gli esponenti di Italia Viva affermano che « occorrono certamente anche provvedimenti tampone per mitigare la possibile siccità dei prossimi mesi, o le piene del prossimo autunno. Ma questo non deve impedirci di guardare al futuro e di programmare opere che possano avere un impatto anche per gli anni a venire. Anzi semmai il timore è che fra qualche tempo anche le opere programmate oggi saranno insufficienti. Siamo convinti che il Presidente De Pascale abbia ben chiare queste priorità e che saprà affrontare di petto la situazione, come ha già fatto in altre occasioni. Italia Viva in questo sarà sempre con lui».
E concludono: « Siamo anche contenti che il ministro delle infrastrutture abbia smesso di giocare con i problemi degli altri ministeri e si sia dedicato una volta tanto alle richieste del territorio. Ma anche qui le chiacchiere non bastano più: occorrono progetti veri e, soprattutto, finanziamenti adeguati. La prossima primavera estate rischia di riproporre nella nostra regione il sempre più grave alternarsi di siccità e di improvvise alluvioni ».
Io ritengo che i rappresentanti partitici estensori di questa nota, anziché prendersela con chi, da quanto ricordo, è sempre stato contrario alla diga di Vetto, dovrebbero semmai indirizzare la protesta verso i propri compagni di strada, sul piano politico, i quali, salvo miei errori di memoria, sono stati per lungo tempo altrettanto contrari a detto invaso, poi un po’ più dubbiosi, dopo di che stanno forse cambiando idea, ma dando nondimeno l’impressione di non sapere ancora quale direzione prendere (mi pare infine che nella fattispecie il Ministro delle Infrastrutture in carica abbia sempre avuto una posizione coerente, condivisibile o meno che sia, diversamente da quanti non hanno invece avuto la stessa costanza di pensiero).
P.B. 01.02.2025
Condivido pienamente l’ osservazione di P.B, , in quanto è sacrosanta verità . Gli alleati di Italia viva sono quelli che conosciamo, contrari anche oggi alla realizzazione di un grande invaso
La stampa locale di domenica due febbraio, ha dedicato ampio spazio alla tematica Diga, e stando a quanto ivi riportato il Presidente della Commissione regionale Ambiente non escluderebbe la cosiddetta “opzione zero”, ossia l’esclusione di qualsivoglia invaso sull’asse dell’Enza, e sarebbe in ogni caso tramontata, o “cestinata”, l’idea di invasi di grandi dimensioni, mentre per il Governatore l’accordo programmatico elettorale della coalizione (cui appartiene il partito del Presidente Commissione Ambiente) non respingeva invece a priori l’ipotesi della diga di Vetto, e dalla sua stessa voce sembrerebbe comunque, e nel contempo, lasciata aperta la porta ad eventuali soluzioni alternative.
Io non sono un tifoso della Diga, ma al di là delle rispettive opinioni sull’opera in discorso, se stiamo alla notizia giornalistica (e non c’è motivo di dubitarne), e sempreché io non abbia frainteso le parole dei due predetti esponenti politico-istituzionali, o quanto attribuito al loro pensiero in materia, pare essere abbastanza chiaro che a sinistra le posizioni sulla “questione idrica” sono tuttora abbastanza incerte o interlocutorie, oltre ad apparire piuttosto disomogenee, se non diverse, il che mi sembra avvalorare ulteriormente quanto dicevo nel mio precedente commento, ossia che gli estensori dell’articolo dovrebbero semmai indirizzare la protesta verso i propri compagni di strada, a livello politico.
P.B. 05.02.2025