
parte della campagna italiana di Russia durante la seconda guerra mondiale
La Campagna di Russia, uno dei capitoli più drammatici della storia italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, ha lasciato un segno indelebile anche nella comunità di Castelnovo ne’ Monti. Trenta giovani soldati, partiti per il Fronte Russo con il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR) e successivamente con l’Armata Italiana in Russia (ARMIR), non fecero mai ritorno, caduti o dispersi tra il gelo e i combattimenti.
Grazie al progetto dell'Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS, con il patrocinio del Comune di Castelnovo ne’ Monti, si sta riportando alla luce la memoria di quei tragici eventi. L’iniziativa si basa su un accurato lavoro di ricerca storica che utilizza documenti provenienti dagli archivi dell’Unione Nazionale Italiani Reduci di Russia (UNIRR), dal portale divisionevicenza.it e dalle digitalizzazioni dei ruoli matricolari dei soldati curate da Istoreco.
La ricerca ha permesso di ricostruire le vicende di coloro che presero parte a una delle campagne più dure e sanguinose del conflitto. Dai primi combattimenti del CSIR nell’estate del 1941 fino alla tragica ritirata del gennaio 1943, l’ARMIR subì perdite devastanti: circa 75 mila morti o dispersi e 32 mila feriti o congelati.
Tra questi, la comunità castelnovese conta 30 giovani, il cui destino si è consumato nella desolazione della steppa russa. Le loro storie testimoniano il sacrificio di un’intera generazione, strappata alle proprie famiglie e travolta dagli eventi di una guerra lontana. Grazie al lavoro dell'Associazione Studi Militari Emilia Romagna, le identità di questi soldati sono state ricostruite e le trovate tutte sul sito istituzionale del Comune di Castelnovo.
Il progetto, intitolato “Lontani da ogni bene, dispersi nel silenzio, prossimi alle stelle”, prende ispirazione da una frase di Giulio Bedeschi, medico e ufficiale alpino, che descrive il Natale degli Alpini sul Fronte Russo. Il titolo evoca la condizione di estrema sofferenza e isolamento vissuta dai soldati italiani, che si ritrovarono a combattere in un ambiente ostile, lontano dalla propria terra e dai propri cari.
Il lavoro dell’Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS, unito al prezioso contributo degli archivi storici, rappresenta un passo fondamentale per mantenere vivo il ricordo di chi ha sacrificato tutto.