Canossa ricorda la fucilazione avvenuta a Ciano d’Enza il 26 gennaio 1945.
Questa mattina sono intervenute molte autorità, civili e militari: i carabinieri di San Polo d’Enza e di Reggio Emilia, il comandante della compagnia carabinieri di Castelnovo ne’ Monti, rappresentanti della polizia municipale dell’Unione Val d’Enza. Presenti anche rappresentanti delle sezioni di San Polo d'Enza dell’associazione nazionale marinai d’Italia, associazione nazionale carabinieri, associazione nazionale partigiani d’Italia - sezione di San Polo d’Enza, Canossa, Carpineti, Villa Minozzo e Reggio Emilia; associazione nazionale partigiani d’Italia - Sezione di Castelfranco Emilia. C’eranco anche i rappresentati dei comuni di Reggio Emilia, San Polo d’Enza, Castelfranco Emilia, Carpineti e Villa Minozzo; della parrocchia di San Martino Vescovo di Ciano d’Enza / Unità Pastorale Terre del Perdono e la dirigente scolastica Barbara Giacomini, dell’istituto comprensivo “F. Petrarca” di San Polo d’Enza.

All’incontro presenti gli alunni delle classi quinte - Scuola Primaria “Fernando Casoli” di Monchio e Scuola Primaria “Matilde di Canossa” e le classi terze della Scuola Secondaria di I° grado “Gregorio VII” di Ciano d’Enza che hanno ricordato questo terribile fatto storico attraverso canti e letture.
Il commento del sindaco Luca Bolondi
«L’amministrazione comunale di Canossa - precisa il sindaco Luca Bolondi - organizza ogni anno in gennaio la cerimonia che ricorda il loro sacrificio. La nostra zona fu luogo di scontro tra nazi-fascisti e partigiani presenti nell’Appennino Reggiano e Parmense, e che a Ciano d’Enza aveva sede un reparto antiguerriglia formato da militari tedeschi e militari fascisti. Non solo: Ciano era diventato addirittura un luogo di carcerazione e in questo bosco, nel gennaio del 1945, vennero fucilati i giovani che oggi ricordiamo.
Quest’anno la Commemorazione si è svolta nella ricorrenza del “Giorno della Memoria”, la tragedia della Shoah e le orrende barbarie naziste perpetrate sul popolo ebraico che non potranno mai essere dimenticate, per questo come tutti gli anni, il 27 Gennaio rimane un momento per fare una riflessione su violenze e stermini accaduti ricordando i diversi milioni di persone che furono deportate nei campi di concentramento per poi essere sterminate.
E' utile per questo scorrere gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211 che definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria: “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati…”
Ecco l'importanza della memoria del passato da conservare nel futuro come la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, affinché simili eventi non possano mai più accadere, soprattutto in questo momento dove gli equilibri politici di molti paesi spesso non riescono ad essere una garanzia per la tutela dei diritti umani, e per contrastare le violenze e le torture che ancora avvengono anche nel silenzio di tanti.
In questo sta il significato delle mie parole, di farvi testimoni di questo messaggio con impegno a tener viva la memoria, perché le violenze, le torture, gli abusi purtroppo avvengono spesso, anche non lontano da noi, nell'indifferenza di molti, violando e reprimendo la libertà di pensiero e non solo. Dobbiamo essere custodi e testimoni della libertà e della democrazia, ognuno nel proprio piccolo cominciando da un piccolo gesto: non dimenticare».