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La Giornata della Memoria 2025

Castelnovo, l’assessore Spadaccini: «La memoria può essere un patrimonio consolidato soprattutto se è condivisa»

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Come ogni anno l’amministrazione del comune di Castelnovo ne' Monti propone una serie di appuntamenti in occasione del Giorno della Memoria, ovvero il 27 gennaio, data che dal 2005 ricorda la tragedia dell’Olocausto nell’anniversario della liberazione, da parte delle truppe dell’Armata rossa, del campo di sterminio di Auschwitz.

Il primo appuntamento si terrà martedì 21 gennaio al mattino, più precisamente dalle 8.30 alle 12.30, ed è rivolto ai bambini delle classi quarte elementari dell’Istituto Comprensivo di Castelnovo.

Il titolo dell'incontro sarà "La bambina dietro gli occhi", e sarà un approfondimento svolto insieme agli studiosi di Istoreco sulla storia di Yehudith Kleinman, nata nel 1938 a Venezia, poi trasferitasi con la madre e la nonna a Milano e rimaste vittime della violenza nazifascista.

Giovedì 23 gennaio invece, si terrà al Teatro Bismantova alle ore 21 - con replica il mattino dopo per gli studenti - un appuntamento con il festival di cinema, scienza e letteratura Giano, e verrà proposto il film "Jona che visse nella balena", tratto dal romanzo autobiografico di Jona Oberski. A conclusione della proiezione vi sarà anche un collegamento con il regista Roberto Faenza e con il Direttore artistico del festival e critico cinematografico Fabio Canessa. La serata sarà ad ingresso gratuito.

Sabato 25 gennaio, si terrà presso la fontana dell’Albiaccio la posa di una nuova targa commemorativa in onore di Mario Colombari, che affiancherà quella scoperta lo scorso anno in ricordo di Lea Giansoldati: i due furono fucilati dai soldati tedeschi per rappresaglia l’11 marzo del 1945. Sarà presente in loco l’amministrazione comunale, il Sindaco Emanuele Ferrari, e per l’Anpi Enrico Bini. Interverrà poi per la ricostruzione storica dell’evento Chiara Torcianti di Istoreco.

Lo stesso giorno verrà poi inaugurata al teatro Bismantova  la mostra “Omocausto – per non dimenticare nessun*”, a cura di Arcigay, e rientrerà nella rassegna permanente "Siamo tempesta".

L’inaugurazione sarà nel pomeriggio di sabato alle 17.30, e a seguire sarà possibile visitarla fino all’8 febbraio dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 19.30. Con Omocausto si intende tutte le persecuzioni delle minoranze sessuali da parte dei nazifascisti. La mostra sarà costituita da 15 pannelli che rappresentano una linea storica che va dalle persecuzioni nei confronti di gay e lesbiche prima del fascismo ai campi di concentramento, fino alla situazione successiva alla liberazione e ai giorni nostri.

Infine, il 27 e 29 gennaio è prevista la pulizia delle Pietre d’inciampo nel centro di Castelnovo insieme alle classi quinte delle scuole elementari Pieve e Giovanni XXIII e agli amministratori comunali. Le Pietre d’inciampo sono “segni” che rientrano in un grande progetto europeo per una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti.

Il commento dell' assessora alla cultura, alle pari opportunità e politiche di genere Erica Spadaccini

«Celebriamo questa ricorrenza che per noi ha un valore fondamentale attraverso collaborazioni che la rendono ancora più viva e presente: quella con Anpi, per ricordare chi tra il 1944 e il ’45 fu vittima della barbarie nazifascista; con le scuole, per tramandare anche ai più giovani la memoria, nella direzione delle parole di Primo Levi, “meditate che questo è stato”; con Istoreco, che di questa missione è tra i depositari più importanti; con tutta la comunità. Ampliamo anche lo spettro di chi fu vittima di persecuzioni con la mostra Omocausto, consolidando l’importante collaborazione con Arcigay: una parte della storia che ha bisogno di essere riscoperta anche per i riflessi sulla nostra attualità. Invitiamo tutti a prendere parte a questi eventi, perché la memoria può essere un patrimonio consolidato soprattutto se è condivisa».

1 COMMENT

  1. Ritengo più che giusto il voler ricordare, e non far dimenticare, le vittime nel nazifascismo, ma allorché si auspica e persegue la memoria condivisa, cui viene fatto cenno nel finale di queste righe, a me pare che per arrivarvi occorrerebbe “fare i conti” con la nostra storia (come si usa dire, e come più d’uno mi sembra pensare), ossia nella fattispecie quella che occupa temporalmente la prima metà del Novecento, diversamente ogni parte continuerà a custodire, in modo disgiunto e separato, la propria memoria.

    Ma al di là di questo punto di vista, che ci porterebbe ad allargare troppo il discorso (e non è di certo questa la sede per poterlo fare, anche per la indubbia complessità della materia), io resto molto dubbioso sul coinvolgere gli alunni delle Scuole Elementari riguardo ad una tematica alquanto delicata, com’è giustappunto questa, almeno a mio vedere, e ho maturato tale pensiero o convincimento, ovviamente opinabile, volgendo lo sguardo all’indietro, segnatamente ai tempi della mia giovinezza.

    Erano gli anni del secondo dopoguerra, con tensioni e contrapposizioni, e conflittualità, politiche ancora molto vive e sentite, nonché ferite lasciate aperte da un conflitto civile terminato allora da poco, ma non ho ricordo di iniziative come questa portate all’interno delle aule scolastiche, forse perché si volevano evitare agli adolescenti o ragazzi racconti di storie dalla forte carica emotiva, verosimilmente con l’idea di doversi attendere una loro maggiore età per ragionare con loro di quel doloroso passato.

    P.B. 21.01.2025

    • Firma - P.B.