Venerdì 24 gennaio, a Migliara, l’amministrazione comunale poserà le prime Pietre d’inciampo nel territorio di Casina.
L'appuntamento è alle ore 10 davanti alla casa di Vado Comi, in via Migliara 10/1, e alle 10.30 ci si sposterà davanti a casa di Cesare Zannetti, alla presenza degli amministratori comunali, dei ricercatori di Istoreco e con i ragazzi delle scuole medie dell’Istituto “Enrico Fermi”.
Le Pietre d’inciampo sono un progetto creato nel 1995 dall’artista Gunter Deming, e si sono diffuse rapidamente in tutta Europa: un piccolo blocco quadrato di pietra ricoperto di ottone lucente viene posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, e la data della morte.
Numerose pietre sono presenti anche in provincia di Reggio, ed ora si aggiunge anche Casina ai comuni che le ospitano.
Come altri cittadini della montagna, Comi e Zannetti vennero deportati nel campo di lavoro di Kahla, in Turingia, e non ne fecero ritorno.
Tra il 1944 e la primavera del 1945 in questa fabbrica sotterranea la Germania nazista tenne in schiavitù migliaia di prigionieri italiani, belgi, francesi, olandesi, russi e polacchi rastrellati e deportati con l’obiettivo di costruire i moderni caccia a reazione Messerschmitt 262 del Reich all’interno di gallerie pensate per non essere individuate dagli Alleati, che in quegli anni compivano incursioni aeree sul territorio tedesco.
Migliaia di persone morirono per malattia e per le condizioni durissime, che ebbe un’incidenza di vittima tra le più alte nei campi di lavoro nazisti.
Tra le vittime dell’Appennino reggiano ci furono anche Comi e Zannetti, civili residenti a Migliara e deportati dopo un rastrellamento dell’estate 1944.
Cesare Zannetti quando fu deportato aveva 37 anni, non era sposato; le ricerche sulla sua sorte hanno portato molti anni dopo la famiglia a sapere che era morto, probabilmente di malattia, all’interno del campo il 6 febbraio del 1945.
Vado Comi invece alla data della deportazione aveva solo 19 anni, e risulta morto di stenti a Kahla il 15 gennaio del 1945.
Il commento della vicesindaco Ilaria Cilloni
«Il progetto per arrivare alla posa delle Pietre di inciampo a Migliara – spiega la - è nato due anni fa. Avevamo attivato una ricerca per sapere se tra le vittime del nazismo fossero presenti cittadini casinesi. Le ricerche hanno coinvolto Istoreco e gli uffici comunali attraverso un’indagine che ha permesso di trovare informazioni negli archivi storici del territorio, nell’Archivio sui crimini del Terzo Reich di Bad Arolsen, in Germania, così come testimonianze raccolte attraverso il dialogo con i famigliari e altri testimoni del periodo. Da questa ricerca sono emersi i nomi di Vado Comi e Cesare Zannetti. Anche la scuola secondaria di Casina è stata coinvolta nel progetto: attraverso un laboratorio con Istoreco, i ragazzi della 3^A hanno avuto modo di conoscere la storia e le vicende che hanno portato alla deportazione di Comi e Zannetti, e approfondire cosa significa fare oggi ricerca storica».
«In vista della posa delle pietre – prosegue Ilaria Cilloni – siamo riusciti a contattare i loro parenti e discendenti: alcuni sono residenti in provincia, ma ci sono anche parenti che oggi vivono lontano, a Como, Milano e Roma. Tutti sono stati profondamente colpiti e commossi, e prenderanno parte alla cerimonia di venerdì. Dopo la fine della guerra peraltro le ricerche storiche sul destino dei deportati a Kahla furono molto complesse perché la località turingia era situata nell’ex Germania Est. Solo dopo la caduta del muro è stato possibile raccogliere più informazioni: in montagna diverse famiglie di deportati si recarono a cercare informazioni e fu possibile cominciare a ricostruire la storia dettagliata del campo, coinvolgendo anche ricercatori e scuole. Ora arriviamo a questo momento che ha per noi davvero un significato forte e una grande importanza, per cui invitiamo tutti a partecipare».