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LA LETTERA

«Rallentatori di velocità: resta un interrogativo»

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 Riceviamo e pubblichiamo da un nostro lettore

In questo periodo, nei cosiddetti “discorsi del bar”, che sono verosimile parte del comune sentire, ricorre abbastanza spesso il tema delle nuove disposizioni in materia di sicurezza stradale, con relativo ventaglio di opinioni, distribuite (come sovente accade anche per altre e differenti normative) tra favorevoli e contrari, o chi mantiene invece posizioni più sfumate, e di fatto intermedie, oppure sostanzialmente interlocutorie ed attendiste, posto che si aspetta di vederne i risultati pratici prima di pronunciarsi.

Il più delle volte i ragionamenti vertono sul consumo delle bevande alcooliche, ossia i loro. possibili effetti sulla guida, in una con potenziali riflessi e conseguenze nel caso di eventuali controlli, ma capita altresì che in detto conversare vengano pure inclusi i limiti di velocità, laddove previsti, atteso che talora ci paiono essere decisamente superati, e quindi disattesi, allorché succede di veder casomai “sfrecciare” sulle nostre strade veicoli a motore di vario tipo (specie ove siano interessati i centri abitati).

Dossi artificiali in centro abitato

A quest’ultimo proposito, e giusto al fine di moderare la velocità dei veicoli in transito nei segmenti più delicati e critici, c’è chi vedrebbe fattibile l’impiego dei dossi artificiali  nella viabilità che attraversa i centri abitati, mentre vi è per contro chi sostiene che la cosa sia possibile ad una condizione, ossia quando vi sia un percorso alternativo a più rapido scorrimento, vedi le circonvallazioni, anche se l’art. 179 del Regolamento di attuazione del codice della strada parrebbe esprimersi in maniera più possibilista.

Nel suo comma 4 si legge infatti che sulle strade dove vige un limite di velocità inferiore o uguale ai 50 km/h si possono adottare dossi artificiali opportunamente segnalati e con altezza commisurata al rispettivo limite di velocità, il che sembrerebbe dunque consentirne l’utilizzo nei centri abitati, indipendentemente dalla presenza o meno dei citati percorsi alternativi, ma c’è chi invece persiste nell’idea che non sia così, e occorrano alternative viarie, talché resta un qualche interrogativo tra i “discorrenti”  in causa.

P.B.