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Un Appennino senza manifattura è condannato al declino

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La Montagna dell’Emilia-Romagna come priorità e opportunità per tutta la regione.

È questo il messaggio lanciato dal presidente Michele de Pascale, accompagnato dagli assessori Roberta Frisoni (Turismo e Sport) e Davide Baruffi (Montagna e aree interne), durante la prima tappa del tour regionale nei comprensori sciistici alla Terrazza Cimone (MO).
«Siamo qui per prenderci un impegno: vogliamo lavorare insieme con l’obiettivo di mettere al centro la nostra montagna come luogo di sviluppo e crescita sostenibili» ha dichiarato de Pascale.

«Questo territorio sta pagando un prezzo altissimo al cambiamento climatico, ma è strategico per il contrasto al dissesto idrogeologico e dobbiamo aumentarne le misure di prevenzione e difesa. Con l’obiettivo di renderlo sempre più attrattivo e per questo dobbiamo partire dal benessere di chi qui vive e lavora già, potenziando i servizi e sostenendo le imprese, a partire da quelle che operano nel turismo. Siamo al servizio, oggi è la prima di tante occasioni di ascolto e dialogo che vogliamo costruire insieme, velocemente. E a tutti gli operatori turistici il nostro augurio di buon lavoro per la stagione sciistica appena iniziata, siamo al vostro fianco».

La nota che riprendo da Redacon prosegue soffermandosi esclusivamente sul tema del turismo in montagna. Pur trattandosi di un tour nei comprensori sciistici questa visione preferenziale dello sviluppo della montagna attraverso il turismo, è parziale e non sufficiente a fermare la spirale di declino in cui le aree montane si dibattono da parecchi decenni come dimostrano i dati demografici, reddituali e occupazionali segnalati alla attenzione degli amministratori locali e regionali.

Oggi vorrei ricordare, su questo tema, l’importante contributo della recente Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia nel cui ambito si è tenuta, il 26 Agosto scorso, la tavola rotonda “Le aree interne: aree dimenticate o spina dorsale del Paese” con numerosi interventi tra cui quello di Marta Bonafoni Coordinatrice della Segreteria nazionale PD e di Marco Niccolai Responsabile Aree interne del PD.

Per brevità mi limito a richiamare i passaggi più significativi dell’intervento di Niccolai che citando in premessa la “Estate militante” di Elly Schlein parla di senso di smarrimento nei territori montani di troppi anni in cui il PD ha cessato di rappresentare queste aree, di perdita di servizi e centri decisionali e di rabbia e risentimento. Si è verificato, prosegue Niccolai, un cedimento culturale da parte del nostro campo ad una logica eccessivamente efficientista e basata sui numeri.

La sfida che il nuovo PD di Elly Schlein deve vincere è quella di interpretare questo malessere, questo risentimento e questa rabbia nell’ottica di dare delle risposte concrete cercando di affrontare i grandi temi di questi territori: lavoro, sviluppo e servizi (a partire da scuola e sanità).

Lo spopolamento, precisa Niccolai, non si blocca solo garantendo i servizi: il tema è quello di creare un orizzonte di sviluppo economico che non può essere solo il turismo.

Questi territori devono tornare ad avere la manifattura (artigianato di qualità e manifatturiero avanzato). Se pensiamo che la montagna sia solo i borghi significa dire che sono i luoghi di seconde case e delle vacanze mentre la nostra sfida è fare in modo che siano luoghi vissuti e centrali nello sviluppo durante tutto l’anno.

L’orizzonte dello sviluppo non deve essere solo il centro urbano.
C’è una differenza rilevante tra la visione di De Pascale in continuità con la precedente amministrazione regionale e quella di Niccolai che indica, per la montagna, la necessità di un orizzonte di sviluppo con la manifattura.

In Regione è necessario un cambio di passo verso la montagna: l’auspicio è che De Pascale sappia cogliere gli stimoli provenienti anche dal suo partito perché l’appennino vuole vivere: idee e proposte non mancano se si è disponibili all’ascolto!.

Giuseppe Bonacini

4 COMMENTS

  1. Probabilmente de Pascale ha analizzato i dati elettorali delle ultime elezioni regionali che lo hanno visto eletto quasi con un plebiscito.
    Nel ns crinale e non solo però ha prevalso ancora il centro dx come del resto accade ormai da parecchio tempo.
    Io credo che de Pascale voglia cercare di capire questa situazione e soprattutto perché in montagna da ormai tanto tempo vincono le dx.
    Oltre al turismo serve assolutamente la manifattura, servono soprattutto, a mio avviso, il coraggio di rendere le ns zone disagiate attrattive per le aziende anche manifatture che vogliano investire in montagna.
    Servono sgravi fiscali significativi in primis.
    Se si vuole competere con il turismo alpino, serve una gestione che somigli alle gestione delle regioni a statuto speciale ( trentino alto Adige ed altre ).
    Inoltre anche la macchina amministrativa regionale, deve investire nelle ns zone per aprire uffici regionali che possano lavorare in autonomia da remoto ( remoto nel senso di lontano dalle aree metropolitane ).
    Sono sicuro che ci siano molti uffici che possono avere location sul ns crinale anziché nelle città.
    Oggi con i collegamenti telematici che abbiamo in montagna possiamo e dobbiamo sviluppare i collegamenti con la fibra.
    Mi permetto di segnalare alcune cose che si potrebbero e dovrebbero fare al ns neo Presidente de Pasquale per rilanciare la ns montagna.
    Buon lavoro Presidente e mi raccomando di non dimenticare la ns montagna nei programmi prossimi futuri.
    Vittorio Bigoi

    • Credo anch’io che per arrestare lo spopolamento della montagna non basti il garantire i servizi, se manca “un orizzonte di sviluppo economico che non può essere solo il turismo”, mutuando le parole di questo articolo, se cioè difettano attività produttive che creano per loro stesse occupazione e reddito, permettendo di restare e “metter su famiglia”, a quanti intendessero farlo, ed aiutare così la tenuta del tessuto sociale

      E una strada in tale direzione è di sicuro quella di “tornare ad avere la manifattura”, e altre ve ne sono per generare lavoro, almeno sulla carta, ma da chi ricopre ruoli importanti, quale è il caso del Responsabile Aree Interne di un partito, mi aspetterei un passo ulteriore, ossia l’andare oltre agli enunciati, per dire come, in concreto e in modo realistico, arrivare ad incamminarsi su detta strada, e percorrerla (passare cioè dalle parole ai fatti).

      Nel senso che le sole intenzioni non bastano (ammesso che sia superabile il dualismo tra chi vorrebbe puntare sul turismo e chi guarda al rilancio delle attività produttive, due visioni tra loro abbastanza diverse), ma vanno individuati gli strumenti e le maniere per “tornare ad avere la manifattura”, e quant’altro possa servire a far sì che la montagna non sia solo terra di “seconde case e delle vacanze” ma pure luogo dove si abita stabilmente.

      P.B. 30.12.2024

      • Firma - P.B.
    • Dalla odierna stampa locale, di fine d’anno, apprendiamo di un notevole afflusso di turisti presso le nostre stazioni invernali, il che è sicuramente motivo di duplice soddisfazione, vuoi per la scelta fatta da tanti di trascorrere queste festività nei nostri bei luoghi, vuoi per il relativo e connesso apporto economico, e se stessimo a tale dato, quanto appunto a presenze turistiche, potremmo dire che il nostro Appennino ha buone e confortanti prospettive, mentre sappiamo trattarsi di soggiorni temporanei, ancorché utili e preziosi, conclusi i quali ci ritroveremo a parlare del futuro prefigurabile per il nostro territorio.

      Nel commento di Vittorio Bigoi troviamo scritto che servirebbero sgravi fiscali significativi, un tasto che mi è caro da tempo, e sul quale insisto da diversi anni, e che può tuttavia scontrarsi con la questione delle risorse disponibili, ma se l’Emilia-Romagna si conferma una delle regioni più produttive, secondo un articolo di Redacon dal pari titolo, in data 22 dicembre, il verosimile ritorno fiscale per le casse pubbliche potrebbe aumentare la quota dei trasferimenti alla nostra Regione, così da sostenere maggiormente le proprie Aree Interne, in base al cosiddetto principio solidaristico (o mutualistico, forse più propriamente).

      Ancorché la materia fiscale afferisca alle competenze statali, io riterrei che la Regione possa avere ampi margini di intervento per alleggerire il livello di tassazione delle attività svolte in ambito montano, anche ricorrendo a forme di ristoro indiretto, specie se andasse in porto l’Autonomia Differenziata, e considerando altresì l’importanza della montagna sul piano climatico – ambientale, nonché sociale, tanto da poter parlare di mutualismo, a meno di veder prevalere un’idea della montagna che mette al primo posto la sua rinaturalizzazione facendo passare in seconda fila il sistema produttivo (ivi compreso il settore manifatturiero).

      P.B. 31.12.2024

      • Firma - P.B.