Home Dalla Provincia «L’offerta commerciale di Reggio si è concentrata in un unico punto»
Riceviamo e pubblichiamo

«L’offerta commerciale di Reggio si è concentrata in un unico punto»

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Riceviamo e pubblichiamo

Un pomeriggio feriale fra Natale e Capodanno a Reggio Emilia. Le scuole sono chiuse e molte famiglie sono in ferie.

Passeggio in Via Emilia, partendo da Santo Stefano. La maggior parte delle vetrine sono chiuse e "abbandonate", spesso indecorose.

Nei negozi aperti solo commessi anche perché per strada non passa nessuno.

Anche l'unico cinema del centro, in Corso Garibaldi, apre solo la sera.

Allora decido di andare, dopo anni, ai Petali e lì mi trovo nella situazione diametralmente opposta.

Parcheggi gratuiti pieni, ragazzi e adulti che pattinano sul ghiaccio all'aperto o vanno in piscina/palestra e, dentro, un mare di persone.

Di tutte le età, le razze ed i sessi.

Per altro siamo al coperto, al caldo, con molta luce ed una buona pulizia.

Gruppi di giovani e tante famiglie, anziani e donne sole che fanno shopping in sicurezza.

La possibilità di scegliere fra una decina di film diversi e fra tanti spazi dove mangiare e bere.

Negozi di ogni genere, piccoli e/o di grandi catene (magari che erano in centro storico fino a poco tempo fa ma che hanno chiuso e si sono trasferiti lì, dove passa la gente e aumenta il fatturato, magari anche con affitti più bassi).

Passeggiando puoi trovare ogni tipo di offerta merceologica e di servizio, con l'imbarazzo della scelta. Il necessario, l'utile e anche molto superfluo....

Nessuno che chiede la carità in piedi o seduto.

Mi accorgo tangibilmente che il problema è ormai davvero "strutturale" per la nostra comunità.

Se quasi tutta l'offerta commerciale di una città di 170.000 abitanti si è concentrata in un unico punto, lontano dal centro storico, è' automatico che anche la domanda si sposta tutta in quel luogo.

Anche la pubblicità viene fatta in mezzo a quei corridoi e non più sui cartelli della Circonvallazione, ormai del tutto riservati alla Amministrazione comunale, ai Teatri, a IREN che almeno ha aperto due nuovi store in Centro.

Invertire questo trend sociologico generale a Reggio Emilia non sarà facile.

Riabituare le persone della città e della provincia ad avere voglia di fare una bella "vasca" in centro storico richiederà tempo, investimenti e metodo.

Il problema di Reggio non è certo che lo Stadio Città del Tricolore è del Sassuolo.

Semmai che gran parte dei consumi e dei flussi di persone avviene per tutta la settimana intorno a quella struttura funzionale ma fredda, anonima che non profuma per nulla di storia, di reggianità e di Tricolore, quello vero...

Ennio Ferrarini