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La video intervista

Il Piccolo Sistina, tra musica e condivisione

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Le prime espressioni di canto corale che l'Unesco ha inserito nella lista del patrimonio immateriale dell'umanità sono state gli Hudhud filippini, i canti diffusi nelle repubbliche baltiche e le articolate performance musicali Gbofe eseguite in Costa d'Avorio.
Era il 2008 e da allora il numero di queste pratiche riconosciute quali eredità globali è arrivato alla cifra di 30.
Vi invitiamo a dare un'occhiata tanto alle schede descrittive quanto, soprattutto, alle clip video che documentano queste incredibili forme di canto corale. Vi troverete, a prescindere dal contesto storico e culturale di origine, riferimenti a termini quali identità performata, comunità, socialità, memoria collettiva, storia incarnata.
Un detto popolare presso il popolo Dong, che vive nella provincia Guizhou nella Cina meridionale, recita più o meno così: "il riso nutre il corpo e i canti nutrono l'anima".
In effetti, il Canto Grande di questo gruppo etnico, patrimonio dell'umanità dal 2009, si sviluppa senza accompagnamento musicale e senza voci prevalenti.
Anche le civiltà d'Appennino, anzi, degli Appennini italiani, hanno creato forme di canto corale uniche, eppure tutte strettamente connesse alle medesime pratiche rituali antiche, profondamente radicate nel tessuto sociale e culturale di queste comunità.
Attenzione, però, a bollare chi canta in coro quale manifestazione tardiva di un'esperienza passata; piuttosto, un coro autenticamente generoso e coraggioso getta un ponte tra la tradizione e l'oggi, reinventa l'eredità ricevuta per proiettarla nel futuro.
Sfide, queste, accolte anche dal coro Piccolo Sistina, plasmato e accompagnato nella sua crescita dall'appassionata direttrice Chiara Baroni - un ensemble giovane, curioso, desideroso di crescere e di mettersi alla prova.
Armonie vocali che innescano amicizie inattese, il miracolo di voci diverse che inventano un compromesso creativo per cantare all'unisono, la bellezza fragile dello spazio condiviso tra chi canta e chi ascolta: ecco alcuni spunti che emergono dalle parole dei membri del Piccolo Sistina.
Pur dialogando con formazioni corali più consolidate ed esperte, questa formazione ha saputo e voluto trovare una strada propria, anche a livello di repertorio. Forse perché ciò che conta davvero, e assistere ad una loro performance lo dimostra, è la pura gioia di cantare, di esplorare le potenzialità che una gamma così eterogenea di voci può realizzare insieme.
Cantare in un coro allena alla vita, insomma: ci ricorda che, pur restando individui, siamo costituiti anche di legami. E se poi questi legami nutrono non solo i sensi ma anche lo spirito… magari si tratta proprio del Piccolo Sistina.

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