Il blackout che ha colpito gran parte dell'Appennino reggiano, ha messo in difficoltà lavoratori e studenti, ma soprattutto persone con fragilità.
La deputata reggiana, Ilenia Malavasi, presenta una interrogazione urgente ai ministeri competenti per capire le ragioni di tale situazione.
«Migliaia di famiglie e aziende sono ancora senza energia elettrica - dichiara in una nota Ilenia Malavasi - dopo il blackout che ha colpito l’Appennino reggiano nella giornata di ieri con i Comuni di Baiso, Canossa, Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti, San Polo, Vezzano e Viano tra i più colpiti. A pagare il prezzo più alto sono i cittadini fragili, le aziende che non sono in grado di lavorare a causa dell’assenza di rete telefonica e internet, gli alunni e studenti con le scuole chiuse. Depositerò un’interrogazione urgente nelle prossime ore per chiedere ai ministri competenti le ragioni di un blackout così lungo e l’assenza di interventi rapidi per dare aiuto ai cittadini».
«Mi domando come sia stato possibile - continua - , con una precipitazione nevosa ampiamente annunciata, che Enel non si sia impegnata per prevenire blackout che stanno mettendo in ginocchio intere frazioni, i cui abitanti sono rimasti senza luce e senza riscaldamento in un territorio in cui l’età media dei residenti è elevata e con molte fragilità. Come al solito a rimboccarsi le maniche per offrire aiuto alle popolazioni sono stati gli amministratori locali: da parte del Governo, infatti, nessun segnale di presenza e dalle nostre parti non è la prima volta. Almeno vorremmo sapere se le infrastrutture del territorio reggiano siano adeguate oppure presentino problemi sulla rete e quindi necessitino di interventi di ammodernamento perché incidenti come questi non possono più accadere».
Cosa c’entra il governo?
Ah giusto:
*”Nevica, governo ladro!”
L”Enel mi risulta essere privata.
Le segnalazioni, su qualsiasi cosa, cadono sempre nel nulla perchè è un continuo “no, devi scrivere/chiamare/faxare l’altro ente”, eccetera eccetera.
Mah. Manco è finita l’emergenza e già si scaricano le responsabilità uno addosso all’altro.
Utili.
E’ vero che la montagna è spesso lasciata a se stessa, ciò non toglie che i montanari cerchino di impegnarsi il più possibile, anche se spesso sono inascoltati.
Quello che irrita è che spesso si lamentano, ma non sono presenti agli incontri che le amministrazioni propongono, manca la PARTECIPAZIONE.
Collegandomi a quanto scrive “Valentina”, anch’io mi domando cosa c’entri il Governo in situazioni come questa, mentre mi sembra invece motivata la richiesta (avanzata dal presidente della Provincia, d’intesa con i primi cittadini dei Comuni maggiormente colpiti dalla recente nevicata) di avere “un incontro urgente con Enel, appena l’azienda avrà ultimato i ripristini dopo i disservizi”, per capire le ragioni dell’accaduto.
Né ricordo che in analoghe precedenti circostanze sia stato mai chiamato in causa il Governo nazionale (verrebbe quasi da dire che l’eccezione conferma la regola, secondo il vecchio detto popolare, ma non so francamente come spiegarmi questa eccezione), e sarebbe altresì interessante conoscere l’opinione in proposito delle rappresentanti montane di quelle componenti della sinistra che si definiscono riformiste..
P.B. 11.12.2024
La mancata PARTECIPAZIONE di cui scrive FR potrebbe avere ragioni di differente natura, la prima delle quali ravvisabile nel fatto che un buon numero di persone può aver desistito dal partecipare ad incontri, non solo quelli proposti dalle Amministrazioni, dopo aver constatato, per esperienza diretta, che diverse volte, o troppe volte, l’una o altra iniziativa consiste, o si risolve, nella autopromozione degli organizzatori (ha per così dire un carattere sostanzialmente autoreferenziale).
I meno giovani tra noi possono poi ricordare i tempi del cosiddetto “assemblearismo”, non di rado inconcludente o quasi, nonostante i tanti dibattiti e discorsi, e oggi c’è che si tiene per così dire alla larga da tutto ciò che vi si può anche lontanamente assomigliare, e può non mancare chi in passato ha preso parte a riunioni dal carattere rivendicativo, salvo poi accorgersi che la sola protesta può essere popolare ma non porta granché lontano, e si è così staccato da ogni forma di partecipazione.
Sempre a mio modesto ed opinabile avviso, non andrebbe infine dimenticata l’abbondanza di antipolitica profusa in tutti questi anni, che può aver generato una buona dose di qualunquismo e sfiducia negli organismi elettivi, e oltre a figurare tra le verosimili cause del crescente fenomeno dell’astensionismo, può aver pure allontanato parecchi di noi da tutto quanto ruota attorno alla politica, ivi comprese le sue espressioni istituzionali, quali possono appunto ritenersi le Amministrazioni locali.
P.B. 13.12.2024