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LA LETTERA

Bussi ricorda Notari come amico dell’agricoltura

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Riceviamo e pubblichiamo

Ho apprezzato Ermete Fiaccadori che sulla Gazzetta di ieri ricorda Giacomo Notari partigiano da ragazzo e quando lo precede alla presidenza dell’ANPI tra 2002 e 2026.

Ho conosciuto Giacomo quando amministrava la montagna con passione e competenza.

La sua attenzione verso chi rimane a coltivare campi e boschi si vedeva, non solo nelle sue cure a frutteto, orto e castagneto, ma da tutto il tempo dedicato a seguire problemi collettivi e individuali coinvolgendo anche l’Elsa, Marina e Simona in una lucida visione da Marmoreto.

Come valido sindaco di Ligonchio non condivise la fusione tra Comuni avvenuta in un’epoca di riforme sbagliate, dal calare dall’alto un Parco al sopprimere in basso la Comunità montana che poteva funzionare con poteri nel settore primario e un assessorato.

Giacomo lo governava negli anni ’80-’90 in modo incisivo e ho potuto seguirlo, imparando, mentre era pronto a dare un futuro ad Aziende Agricole Familiari e faceva nascere, con Provincia e Centro Ricerche Produzioni Animali, quel Consorzio Valorizzazione Zootecnica dell’Appennino che lascia il segno nelle realtà più solide della nostra zona anche dopo l’allontanarsi della Regione dal territorio.

Giacomo ha continuato il suo cammino sicuro e ci lascia il compito di vedere l’errore di pompare sulle grandi dimensioni con il capitale trascurando quel fattore umano che ha radici nelle periferie e utilizza in modo corretto le risorse naturali facendo vivere tutti gli altri nelle capitali.

Enrico Bussi