Nove ore di trattative, una giornata iniziata in Prefettura e chiusa con due risultati principali: il 21 novembre, sindacati e Seta hanno trovato un accordo sull’aumento dei buoni pasto e aperto uno spiraglio per una revisione complessiva delle condizioni contrattuali degli autisti.
Il primo risultato riguarda i buoni pasto: un investimento di 523.000 euro porterà a buoni da 8 euro per tutti gli autisti di Seta, uniformando il trattamento tra le sedi di Reggio Emilia, Modena e Piacenza. Un passo avanti, che secondo i sindacati rappresenta un segnale di uguaglianza e dignità per i lavoratori, ma non è sufficiente a risolvere i problemi strutturali dell’azienda.
L'incontro ha messo al centro le solite questioni: i lavoratori assunti dopo il 2012 continuano a non ricevere indennità per la guida di autobus da 18 metri e sono costretti ai turni più pesanti. La Fit Cisl, insieme a Uil Trasporti e Ugl Autoferro, ha ottenuto l’impegno a non peggiorare i diritti degli autisti veterani e a estendere le stesse garanzie anche ai più giovani. Tuttavia, come sottolinea il segretario Gaetano Capozza, senza un piano industriale e nuove risorse, sarà impossibile affrontare il problema della carenza di autisti e il miglioramento delle condizioni lavorative.
Le parole di Capozza, leader della Fit Cisl reggiana
«Il rischio di uno sciopero ha terrorizzato Seta. Dopo più di un anno di scelte irresponsabili, l’azienda ha fatto un primo passo avanti con l’operazione dei buoni pasto, che chiedevamo da tempo – spiega Capozza –. Basta questo? Certo che no. Vorremmo fosse chiaro a Seta che non è con 2.71 euro di aumento dei buoni che fermeranno la fuga degli autisti. La partita vera si gioca con una nuova e radicale organizzazione del lavoro, con una bussola che si chiama piano industriale. Quel piano industriale che i Comuni soci non hanno ancora ricevuto».
Per quanto riguarda il contratto unico invece, «siamo arrivati ad un documento che santifica tre cose: i diritti degli autisti senior non si toccano, quei diritti vanno estesi anche ai più giovani, ci serve un contratto unico moderno che rilanci Seta», prosegue Capozza.
Ora servono i soldi «per l’aumento del numero di autisti e la fine dello sfruttamento dei nuovi assunti usati come schiavi. Seta ha bisogno di risorse, il primo campanello cui suonare è quello della Regione, che sottofinanzia Reggio. Ora la Regione ha nuovo presidente, a breve avrà un nuovo assessore e insieme potranno dare anche nuovi indirizzi a Tper, che controlla il 49% di Seta. Quindi, Fit Cisl conferma che la stagione della fiducia a gratis è finita. Seta vuole fare davvero sul serio? Le andiamo a guardare in mano, rispettiamo la parola data alla Prefettura e fermiamo lo stato di agitazione. Che riprenderà appena l’azienda uscirà dai binari del buon senso».