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il commento del presidente Italia Viva Appennino Reggiano

Robertino Ugolotti: «Uniti si vince, divisi si perde»

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«Uniti si vince, divisi si perde. Questo è il giudizio che Italia Viva Appennino Reggiano può scrivere oggi».

Così commenta all’indomani del risultato delle elezioni regionali Robertino Ugolotti, presidente Italia Viva Appennino Reggiano e aggiunge: «Già alle amministrative del giugno scorso l'esperienza di Insieme per Castelnovo ne è stato un esempio e, con le dovute valutazioni, vale anche per le tre Regioni andate al voto in queste ultime settimane, Liguria, Emilia Romagna e Umbria».

Il presidente Ugolotti spiega che «nonostante il tentativo di veti nei confronti di Italia Viva, sia per il simbolo che per gli uomini, dove si è riusciti a superare l'ostacolo, l'apporto dei Riformisti e stato utile alla vittoria. I civici per De Pascale in Emilia Romagna hanno ottenuto una buona percentuale di consenso eleggendo due consiglieri in Regione. Italia viva Appennino augura un buon lavoro al presidente De Pascale e alla sua nuova amministrazione».

E aggiunge: «Noi cominciamo già da ora a lavorare per i prossimi appuntamenti elettorali che vedranno coinvolti i comuni di Ventasso e di Casina, cercando di lavorare affinché il centrosinistra possa recuperare questi importanti territori. Lo farà con uomini, donne e idee, senza porre veti a nessuno».

«Da ultimo – conclude - credo che la conferma di Anna Fornili in Regione sia un ottimo risultato per l’Appennino Reggiano che da oggi avrà in Regione un ulteriore interlocutore, per la montagna e de Territorio ma un importante vittoria».

1 COMMENT

  1. Io non so se Italia Viva avesse propri rappresentanti nella lista dei “Civici” (e in ogni caso mi domando dove, e sotto quale simbolo od egida, risultasse il loro essere riformisti), ma sulle pagine di un odierno quotidiano, relative alla nuova composizione del nostro Consiglio regionale, si legge che ventisette dei sui membri, su un totale di cinquanta, appartengono al PD, la cui forza numerica risulterebbe pertanto autosufficiente.

    Un tale dato lascerebbe altresì supporre che diversi simpatizzanti del previsto Terzo Polo, presentato allora come la casa dei riformisti, non si siano recati alle urne oppure abbiano indirizzato il proprio voto verso il maggior azionista della sinistra, ossia il PD, dando pertanto l’impressione di volerlo rendere un partito “allargato”, destinato verosimilmente a prendere il posto del “campo largo” (salvo inversioni di tendenza).

    Che io ricordi, tra i sostenitori del progetto Terzo Polo c’era chi prefigurava, o dava per possibile, o quantomeno auspicava, l’uscita di Forza Italia dal perimetro del centrodestra, per unirsi a detta entità terzo polista, ma al momento tale “distacco” non è avvenuto, e neppure in alcun modo si preannuncia, e a mio avviso è il centrodestra ad ospitare oggi la cultura riformista, giustappunto nella sua componente “azzurra”.

    P.B. 20.11.2024

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