Riceviamo e pubblichiamo
85.824 reggiani hanno scelto il Partito Democratico, portando il Pd Reggio Emilia al 48.71%, miglior risultato del PD in Emilia-Romagna.
E’ merito della segretaria Elly Schlein, del buongoverno di Stefano Bonaccini, della storia delle nostre terre, del lavoro degli amministratori, della strepitosa prestazione dei 6 candidati della lista del PD, delle diverse sensibilità del partito che sanno fare davvero squadra, della classe dirigente diffusa, ma soprattutto della straordinaria rete territoriale dei segretari di circolo, iscritti, militanti, simpatizzanti, volontari che animano la politica reggiana 365 giorni all’anno.
A loro un personale infinito ringraziamento.
In questi mesi abbiamo visto un nutrito gruppo di personaggi vestiti di nero marciare a passo dell’oca per le strade di Bologna dietro al cartello: ci riprendiamo l’Emilia-Romagna.
Qualche altro ha insistito con la manfrina che bisognava “abbattere il muro rosso, liberare la Regione”, ignaro – forse perché poco interessato ai libri di storia - che l’Emilia-Romagna è stata liberata oltre 70 anni fa e che qui non c’è alcun muro. Infine, nel battage di questi mesi, i neofiti hanno cercato di spiegarci che il “Pd andava sciolto e rifondato”, per non parlare di chi se la prendeva coi nostri volontari apostrofandoli con frasi del tipo: “Sapete solo fare il gnocco fritto”.
A tutti costoro vorrei sommessamente ricordare che, ben lungi dall’essere perfetto, il Partito Democratico è innanzi tutto una comunità di donne e di uomini che vivono questa terra, vi lavorano e vi fanno volontariato, e credono che l’impegno per la regione, le province, i comuni, il confronto civile nelle strade e nelle piazze delle città e dei paesi attorno al bene comune siano dei valori da continuare a coltivare. Non possiamo dire altrettanto di molti dei “professori” che sentenziano nel chiuso delle loro stanze.
Proprio per questo motivo il dato sull’astensionismo interpella prima di tutti noi, che abbiamo vinto largamente. C’è bisogno di fare di più e meglio, non dimenticando che l’Emilia-Romagna è una terra ferita dall’alluvione alla quale il Governo guarda da distanza colpevolmente siderale, e che su queste elezioni c’è stata, da parte dei media nazionali, una scelta ben chiara, ovvero quella di ignorarle. Senz’altro c’è bisogno di rendere la politica di nuovo protagonista della vita di più cittadini, al di là del chiamarli al voto una volta ogni cinque anni.
Servono spazi di dibattito e di confronto, ma non solo: serve aprire i tavoli decisionali e coprogettare assieme il futuro delle città e dei territori, con un’opera di ascolto e di presa in carico delle esigenze, dei talenti e delle visioni di tutti che li faccia sentire non soltanto ascoltati ma realmente considerati.
E questo vale, tanto più, per le nuove generazioni che stanno vivendo, per la prima volta da decenni, un presente assai incerto e precario e guardano al futuro con sfiducia. Queste, a mio parere, sono le sfide che il Pd deve e saprà cogliere, a Reggio Emilia come in tutta l’Emilia-Romagna.
(Massimo Gazza, Segretario Provinciale PD Reggio Emilia)