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Diritti e ambiente al centro: Chiara Bernardi presenta la sua visione per l’Appennino

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Chiara Bernardi

La candidata Chiara Bernardi di Alleanza Verdi e Sinistra, laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Dermatologia, Venereologia e Psicoterapia, dopo un mese di campagna elettorale racconta la propria esperienza nei comuni dell’Appennino:
«In questo mese di campagna elettorale ho girato il nostro Appennino sia con incontri mirati sia con incontri sollecitati da piccoli gruppi di cittadini toccando vari comuni tra cui Ventasso, Vetto d'Enza e Castelnovo ne' Monti.

Più volte è emerso, con mio grande piacere, il fatto che fossi una delle poche candidate donna, di Sinistra e dell'Appennino a girare i territori e ad ascoltarli. In questi incontri ho presentato i miei cinque punti per un programma progressista, di sinistra e che tracci una visione per il futuro dell'Appennino, delle persone e delle comunità. Non mi sono concentrata solamente su un tema, come avrei potuto fare, parlando esclusivamente del mio ambito di lavoro ossia la sanità, ma ho preferito confrontarmi sia con i cittadini che con esperti per costruire un programma che parli a tutte e tutti, dai neodiciottenni ai pensionati, dai lavoratori alle famiglie sino alle minoranze, con un occhio molto particolare a queste ultime date le difficoltà di un territorio come il nostro.

In questo senso mi sono espressa pubblicamente, non senza polemiche e velate minacce alla mia persona, sia per la protezione dei diritti delle donne con il potenziamento dei consultori e la difesa della legge 194/78 sia per i diritti della comunità LGBTQUIA+ che nei nostri territori, purtroppo, continua a non essere visibile, ma la si preferisce ignorare o addirittura nascondere».

Diritti ma anche attaccamento al territorio:
«Non solo diritti delle persone, ma anche diritti dei lavoratori e dei pensionati sono al centro del mio programma. In tutto questo ho sempre mantenuto il mio stile concreto senza promesse farlocche e con un occhio a una progettazione sul lungo periodo. L'unica cosa su cui mi sono realmente sbilanciata in quanto candidata è il fatto che io non abbandonerò il mio territorio né lo lascerò per tornare solamente in periodo elettorale a sfruttarlo»

I cinque punti: 1 VALORE APPENNINO

Per la Bernardi, «Le aree interne, o ex aree disagiate, hanno la stessa dignità di ogni altro distretto, dalla città alle aree della "bassa". Hanno caratteristiche oro-geografiche che fanno sì che la popolazione sia organizzata in paesi e frazioni, e non in grandi centri.
Per la sopravvivenza di queste comunità è fondamentale una serie di servizi, fra cui i negozi di generi di prima necessità, uffici postali, scuole, punti di riferimento sanitari. Senza dimenticare i trasporti e il contrasto allo spopolamento, con l'investimento non solo su persone e famiglie che vogliono trasferirsi in Appennino, ma con investimento anche su chi, da anni, r-esiste in Appennino. Per r-esistere è necessario aiutare chi inizia o porta avanti le attività con ogni mezzo possibile, inclusi sgravi fiscali, incentivi per l'abitazione (soprattutto se si ristruttura o converte un edificio non utilizzato, impedendo un ulteriore consumo di suolo), prestiti a tassi agevolati e contributi a fondo perduto».

2 MI CURO

Come da previsione, anche la sanità è un tema fondamentale per la candidata. In particolare, Chiara ritiene « Impensabile che gli abitanti delle aree interne siano indirizzati verso il capoluogo per ogni necessità medica; l'Ospedale di riferimento, il Sant'Anna, può e deve essere rivalutato, sia come punto ricettivo delle necessità di base (quali prestazione di Pronto Soccorso, prestazioni specialistiche ambulatoriali ed esami radiologici, ricoveri per patologie che non necessitano di cure complesse), sia come punto ospitante terapie di elezione.
E' inoltre indispensabile che l'Ospedale si interfacci con il territorio, tramite i Medici di Medicina Generale e le Case di Comunità; queste ultime rappresentano un ulteriore avvicinamento al paziente, ma non sono sufficienti per tutte le persone che abitano in centri piccolissimi e hanno difficoltà a muoversi. Per questo è importante la figura dell'Infermiere di comunità, che si confronti poi con il Medico di Medicina Generale e gli Specialisti».

Un pensiero anche per favorire l’assunzione di Medici, Infermieri e Operatori Sanitari, limitandone l’esodo verso il privato: «sarebbero necessari alcuni elementi:
• creare un ambiente di lavoro positivo, tutelando dalla crescente aggressività fisica e
verbale e depenalizzando gli errori colposi

  • investire nella prevenzione del burnout, in seguito al quale, negli ultimi anni, tanti Colleghi
    si sono licenziati
    • aumentare il salario, cosicchè ci sia un riconoscimento economico che vada di pari passo
    con impegno e responsabilità, e di conseguenza una minor necessità di cercare in servizi
    privati o nella libera professione un apporto economico supplementare
    • per il Personale Sanitario che si trasferisce a lavorare in aree interne è necessario
    istituire una serie di facilitazioni come per esempio aiuto a trovare un alloggio a costo
    contenuto, convenzioni con le attività e gli esercizi locali, e incentivi economici legati alla
    lunghezza del periodo di permanenza; in caso di trasferimento del nucleo familiare
    accesso ai servizi scolastici più vicini».

3 COMUNITA’ RIBELLI

Bernardi afferma che: «La comunità è il perno su cui hanno resistito i cittadini delle aree interne nonostante la cronica e progressiva mancanza di investimento economico e umano proprio sulle aree interne. Per questo, per la resilienza che hanno sviluppato, nonostante la frustrazione, possono fungere da esempio per tutte le altre aree.

Le comunità di montagna sono spesso ribelli, non si arrendono al fatto che non vengono viste e supportate, ma hanno creato strategie di cooperazione, sia in forma associativa che non.
Dove non arriva lo Stato, dove non arrivano Regione, Provincia e Comune, possono arrivare i
cittadini, che scelgono di non lasciarsi abbattere ma si auto-organizzano e portano avanti la loro personale resistenza».

4 TERRITORIO RISPETTATO

Priorità anche sul clima per la candidata di Alleanza Verdi e Sinistra «Partiamo dalla premessa che è in atto una vera e propria emergenza climatica, e che il clima è cambiato e non tornerà quello di 20 anni fa, quindi nella programmazione degli interventi è necessario resettare quanto si credeva di sapere e rilevare i dati attuali. Per prima cosa è necessario fermare il consumo di suolo, e quindi la sua impermeabilizzazione.

Poi bisogna lavorare proiettati non solo verso il prossimo quinquennio, ma verso i prossimi 10-20 anni, tenendo presente che l'uomo non è sovrano della Natura, ma che coabita sullo stesso Pianeta. Fatte queste premesse, gli interventi eseguiti 20 o 30 o 50 anni fa sono obsoleti, e bisogna mettervi mano; a questo si aggiunge la necessità di un costante mantenimento del territorio, la messa in sicurezza di fiumi e corsi d'acqua secondo le indicazioni degli esperti, e la protezione della biodiversità».

5 MI MUOVO

Infine, grande importanza anche al trasporto pubblico «Il trasporto pubblico, che viene regolarmente implementato per gli studenti, deve essere funzionante anche durante i festivi;  non è accettabile che in alcuni posti, ed anche in giorni feriali, una corriera passi solo 2 volte al giorno, una in andata ed una in ritorno. Bisogna uscire dalla logica dei numeri e del guadagno, perché si tratta di un servizio indispensabile per la mobilità di una ampia fascia di cittadini.

A questo riguardo, alcune frazioni o agglomerati di abitazioni non hanno accesso al sistema pubblico dei trasporti: è necessario istituire un bus a chiamata o altra soluzione similare per permettere alle persone che non guidano o non possiedono un'automobile di sviluppare e conservare la propria indipendenza o istituire e riorganizzare il servizio su mezzi più piccoli per un consumo minore di carburante e, quindi, un aumento delle corse. Tutto questo a prezzi calmierati, con gratuità per alcune fasce di età o persone in condizioni svantaggiate».

 

Un pensiero su Assessorato alla Montagna e il sostegno alla campagna elettorale

«Mi vorrei soffermare in chiusura su un paio di interventi usciti in questi giorni. Prima di tutto il tanto ventilato Assessorato alla Montagna che alcuni candidati vorrebbero istituire. Più che istituirlo, dato che in questa legislatura è esistito ed è stato ricoperto prima da Barba Lori e ora da Igor Taruffi, sarebbe necessario ridefinirne i compiti, gli obiettivi e legarlo a deleghe consone, non mischiarlo a tematiche slegate dal tema Aree Interne e Montagna.

Seconda cosa che mi sento di dover trattare per trasparenza. La mia campagna non ha avuto alle spalle grandi finanziatori, ma è stata costruita con un contributo di Sinistra Italiana, uno derivante dall'autotassazione che mi sono imposta e uno dall'aiuto dei volontari, amici e famigliari. Pertanto mi ha rispecchiato in fatto di sobrietà e di maggior attenzione all'ascolto rispetto a comunicazioni fuorvianti o demagogiche. Proprio per questo penso che la mia campagna elettorale sia nata da un terreno fertile come quello dello scambio di idee, anche contrastanti, tipico del nostro Appennino, ma fondamentale per tutta la regione. Ciò mette al centro la montagna e non la emargina dal dibattito politico e so che mi guiderà a non lasciarla mai, sia nel mio agire politico sia fisicamente nella mia vita quotidiana dimostrando che quando un territorio lo si vive e lo si ascolta difficilmente si può avere l'impressione che non sia tema politico» conclude la Bernardi.