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Sensazioni sulla campagna mediatica dei candidati alle regionali

«Il declino dell’Appennino è la più grave emergenza dell’Emilia Romagna»

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«Tralasciando i due principali candidati alla carica di Presidente della Regione che polarizzano l’attenzione dei media mi sembra utile allargare lo sguardo alle seconde linee della competizione ed al loro impegno comunicativo che, ai fini del risultato finale, risulta decisivo. L’occhio è quello del cosiddetto “cittadino medio” che guarda le agenzie di stampa e i giornali locali e determina quel “sentiment” che le indagini tentano di rilevare.

La prima sensazione relativa alla nostra provincia è che la campagna di chi si candida al ruolo di Consigliere regionale sia povera di proposte concrete: tanti slogan più o meno azzeccati che indicano semplicemente i problemi, i campi di intervento ma nessuno sforzo per indicare soluzioni. C’è anche il ricorso a slogan con temi fuori contesto rispetto ai compiti ed al ruolo di un futuro membro dell’Assemblea regionale che fa pensare a candidati che non hanno messo a fuoco (e forse neppure letto) lo statuto della nostra Regione e i campi di pertinenza delle autonomie regionali: in uno stato di diritto è come pretendere di assurgere al ruolo di Magistrato senza conoscere la nostra Costituzione!.

Ci si limita a indicare i temi (la salute soprattutto) o a proclamare di cambiare la Regione. Il declino dell’Appennino è la più grave emergenza dell’Emilia Romagna ma solo una candidata ne fa un generico motivo di impegno mentre qualcun altro si limita a parlare di ambiente. C’è chi segnala la propria imprecisata competenza o il proprio non meglio specificato valore. Immagino che i candidati avranno dato maggiori informazioni agli elettori negli incontri diretti ma la stragrande maggioranza (almeno il 99%) dei chiamati al voto deve farsi un’idea proprio sulla campagna mediatica, sugli spot, sui banner. I tanti indecisi, in particolare, potrebbero assegnare la vittoria e in ogni caso dare alle elezioni il tratto significativo più importante: quello della partecipazione. Ma una simile campagna risulta stimolante e attrattiva? Io ritengo di no e osservo che non s’è mai visto un mare piatto gonfiare le vele della partecipazione al voto.

Rilevo una unica eccezione: il candidato che, a parte lo slogan scontato sul suo cognome, ha realizzato una campagna con l’ausilio di strisce a fumetti per illustrare, in poche vignette, situazioni a cui rispondere con proposte chiare e leggibili (un piano per le case popolari, un intervento per la cultura con un piano straordinario a sostegno degli spettacoli dal vivo,…). E’ il primo ed unico candidato in provincia che presenta proposte in un modo creativo e comprensibile e che vince il premio della comunicazione di gran lunga migliore».

(Giuseppe Bonacini)