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sta diventando un problema importante anche in appennino

Obesità infantile: una sfida sanitaria che richiede un cambiamento culturale

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di Dott.ssa Valentina Demaio, pediatra di base nel Distretto di Castelnovo Ne' Monti

L’obesità infantile è oggi una delle principali preoccupazioni sanitarie in Italia, e anche nel nostro Appennino reggiano sta diventando un fenomeno sempre più rilevante. Secondo i dati del sistema di sorveglianza "Okkio alla Salute" del Ministero della Salute, circa il 20% dei bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso, mentre il 9% soffre di obesità. Il nostro Paese si colloca tra i primi in Europa per i tassi di obesità infantile, con una maggiore incidenza nelle regioni del Sud. Anche le aree montane e rurali, che ricadono sotto la mia responsabilità, non sono esenti da questo fenomeno, che merita sicuramente attenzione.

 

Le conseguenze per la salute

L’obesità infantile non è solo un problema estetico, ma una condizione che comporta numerosi rischi per la salute. I bambini in sovrappeso sono particolarmente vulnerabili a malattie croniche come il diabete di tipo 2, ipertensione e problemi cardiovascolari, che fino a pochi decenni fa erano rarissimi nell’infanzia. Ma le complicazioni non si fermano qui: tra i rischi ci sono anche disturbi ortopedici, problematiche respiratorie come l’apnea notturna e, non meno importante, un forte impatto psicologico. I bambini obesi sono spesso vittime di bullismo, con effetti devastanti sull’autostima e sul benessere mentale.

Uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità ha anche messo in evidenza come l’obesità infantile possa dar vita a una spirale di isolamento sociale, con conseguenze che si ripercuotono inevitabilmente anche nell’età adulta.

L’allarme della comunità pediatrica locale

La comunità pediatrica locale è preoccupata per il crescente fenomeno dell’obesità infantile. In particolare, il dottor Carlo Boni, pediatra e assessore allo sport del Comune di Castelnovo Monti, sottolinea: "Negli ultimi anni, abbiamo osservato un aumento preoccupante dei bambini in sovrappeso nel nostro territorio. Questo fenomeno è spesso legato a una dieta poco equilibrata e alla riduzione dell'attività fisica, aggravata dall'uso eccessivo dei dispositivi digitali. Come assessore allo sport, sto cercando di promuovere iniziative nelle scuole e nelle comunità per incentivare il movimento e l'educazione alimentare."

A questo proposito, come pediatra che lavora nel territorio, ho notato che molti genitori non sono pienamente consapevoli dell’impatto che alcune abitudini quotidiane poco salutari, come il consumo di snack troppo calorici o porzioni eccessive, possono avere sul peso dei loro figli. È quindi essenziale offrire alle famiglie il supporto necessario per promuovere scelte alimentari più equilibrate, favorendo una maggiore consapevolezza dei benefici di una corretta alimentazione fin dai primi anni di vita.

Un altro aspetto che merita attenzione riguarda il ruolo delle scuole. Le recenti modifiche all’orario scolastico, come l’estensione delle lezioni fino alle 14:00, sollevano alcune preoccupazioni sul piano alimentare. Le pause troppo brevi, infatti, potrebbero non essere sufficienti per consumare pasti completi e salutari, aumentando il rischio che gli studenti saltino il pranzo o facciano scelte alimentari poco equilibrate. Questa situazione può influire direttamente sul loro livello di energia, poiché un pasto saltato o posticipato rende difficile affrontare la seconda parte della giornata con la giusta vitalità. A lungo termine, tale abitudine non solo ostacola una crescita sana, ma può anche compromettere il peso corporeo, rafforzando comportamenti alimentari dannosi che diventeranno difficili da correggere.

Un cambiamento culturale urgente

L’appello che viene da parte della comunità pediatrica trova anche il sostegno di esperti di grande calibro. In particolare, il professor Silvio Garattini, noto farmacologo e ricercatore, ha recentemente lanciato un importante monito. Garattini, fondatore e direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha sottolineato che l’Italia sta vivendo una vera e propria "emergenza sanitaria" legata all’obesità infantile e alle sue gravi conseguenze, non solo per la salute fisica ma anche per quella psicologica e sociale. Ha ricordato come in Italia ci siano circa 4,5 milioni di persone malate di diabete di tipo 2, una malattia evitabile, ma che purtroppo porta con sé complicazioni visive, cardiovascolari e renali che potrebbero essere prevenute.

Secondo Garattini, è fondamentale che la medicina si concentri sulla prevenzione, e per farlo serve una vera e propria "rivoluzione culturale", un cambiamento radicale che coinvolga la comunità, le istituzioni e, soprattutto, le famiglie. "Dobbiamo cambiare il nostro approccio alla salute. La prevenzione deve diventare il centro della medicina, e per questo ci vuole un impegno comune", ha affermato Garattini.

Il ruolo della scuola e della comunità

In questa visione condivisa dai pediatri, le scuole e le comunità dovrebbero giocare un ruolo centrale nella promozione di stili di vita sani. La dottoressa Anna Bassi, pediatra di Castelnovo Monti e Vetto, sottolinea: "La scuola è un luogo fondamentale per promuovere buone abitudini alimentari e incoraggiare i bambini a fare sport. Ma non possiamo delegare tutto alla scuola: è necessaria una sinergia tra famiglie, pediatri e istituzioni."

In questo contesto, alcuni progetti locali a livello provinciale stanno cercando di sensibilizzare le famiglie sui temi dell'alimentazione e dell'attività fisica, coinvolgendo i bambini in modo attivo e motivato. "Abbiamo visto che, quando il bambino diventa protagonista delle sue scelte, con il giusto supporto e la motivazione, è possibile ottenere risultati significativi," afferma la dottoressa Bassi.

Un cambio di mentalità per il futuro

L’obesità infantile è una problematica complessa che richiede interventi a più livelli. È necessario che famiglie, scuole e istituzioni uniscano gli sforzi per prevenire la diffusione di questa condizione, adottando politiche che promuovano l’educazione alimentare, la pratica sportiva e la consapevolezza.

Se non affrontata con urgenza, l’obesità infantile potrebbe portare a un aumento delle patologie croniche già in età adolescenziale, con gravi implicazioni per il sistema sanitario. La strada da percorrere è lunga, ma l’impegno delle comunità locali, dei professionisti della salute e delle scuole può fare davvero la differenza. La salute dei bambini è un investimento per il futuro e va protetta con ogni mezzo, per garantire loro una crescita sana e un benessere duraturo.