Prima riunione senza esito, e la situazione degli autisti di Seta resta critica. Il 5 novembre si è svolto un tavolo di confronto di oltre quattro ore tra i sindacati dei tre bacini di Piacenza, Reggio e Modena, convocato dall’azienda per cercare una soluzione alla grave crisi che sta spingendo numerosi autisti a lasciare il servizio. Ma nonostante il lungo summit, l’incontro non ha portato ad alcun passo in avanti.
«La montagna ha partorito un Gremlins, un mostriciattolo così brutto e sgangherato che non può che essere bocciato senza se e senza ma. Siamo al confine dell’assurdo. Restiamo al tavolo solo per lottare fino all’ultimo secondo utile per cambiare, in meglio, la vita degli autisti che meritano più rispetto e non questo rosario di schiaffoni che continuano a ricevere» commentano così, in una nota congiunta, i leader sindacali Gaetano Capozza (Fit Cisl Reggio), Carmine Bovienzo (Uil Trasporti Reggio Emilia) e Roberto Giampietri (Ugl Autoferro Reggio).
L'incontro mirava a raggiungere un contratto unico, capace di superare le significative differenze salariali tra gli autisti. Queste diseguaglianze hanno spinto molti assunti dopo il 2012 a dimettersi. Purtroppo però, come emerge dalla nota dei sindacati, la proposta di Seta è stata giudicata altamente inadeguata: «Una proposta che ha il grave problema di essere una presa in giro. Seta ha suggerito di creare un unico contratto di base ma, anziché estendere le tutele, ha esteso la fame, prevedendo di applicare anche agli autisti senior il contratto vergogna che fa scappare i giovani. A complemento di ciò, l’azienda ha messo sul tavolo una cifra irrisoria da spalmare come tappabuchi su Piacenza, Reggio e Modena. Ci dicano i cittadini reggiani e il Sindaco Marco Massari se questo modo di fare azienda è degno di una società pubblica».
Disparità salariali e turni pesanti
A Reggio Emilia, sono 115 gli autisti di Seta assunti dopo il 2012, in contrasto con i 70 colleghi più anziani che, grazie a maggiori tutele, percepiscono uno stipendio più alto. Negli ultimi due anni, ben 45 autisti di Seta a Reggio hanno dato le dimissioni, quasi tutti assunti dopo il 2012. Rispetto ai colleghi con contratti più vantaggiosi, questi lavoratori più recenti lamentano il fatto di dover rinunciare a 18 giorni di riposo all’anno. Inoltre sono spesso impegnati con turni più pesanti, inclusi quelli spezzati di 13-14 ore, anche per tre giorni a settimana. Questi autisti non ricevono nemmeno alcuna indennità per la guida dei mezzi snodati e non hanno accesso a una pianificazione anticipata dei turni.
Continua lo stato di agitazione
Dato l’insuccesso del primo incontro, i tre sindacati mantengono aperto lo stato di agitazione in attesa della seconda convocazione del tavolo, fissata per il 21 novembre: «Non abbiamo intenzione di fermarlo, perché a Reggio è finita la pacchia del ‘meglio questo che niente’ – continuano i leader sindacali - Un modo di fare azienda che ha prodotto mancette e stampelle e che oggi ci consegna una situazione disastrosa, pagata a caro prezzo dagli autisti e da tutti i reggiani che non possono contare su un trasporto pubblico affidabile. E’ come una partita a poker. Continueremo ad essere presenti guardando in mano all’azienda. Solo così si potranno smascherare intenzioni dannose per i lavoratori o si potranno misurare ripensamenti positivi. Ripensamenti che speriamo possano suggerire all’orecchio di Seta i Sindaci di Piacenza, Reggio e Modena, che avevano chiesto di tornare ad un servizio di qualità e, invece, in meno di venti giorni sono stati presi in giro da un piano di rilancio fantasma. Peraltro non c’è traccia dei 150.000 euro stanziati dal Comune e dalla Provincia di Reggio. Seta dice di non averli incamerati e non per una sua responsabilità».