«Leggo con interesse le posizioni dei 5 stelle, tramite la deputata Appendino. Sulla diga di Vetto Italia Viva è sempre stata favorevole, le ultime decisioni della Giunta Regionale vanno nella direzione per trovare una soluzione a questo importante progetto per l'Appennino e le Province di Reggio e Parma». Robertino Ugolotti, presidente Italia Viva Appennino reggiano, commenta così dopo le dichiarazioni rilasciate dalla deputata del M5S Chiara Appendino (pubblicate sulla Gazzetta di Reggio ieri 4 novembre, ndr).
La deputata ha affermato che «il M5S è sempre stato contrario alla diga di Vetto che andrebbe a cementificare una grossa area». Poi le parole su Italia Viva: «vota spesso con il governo Meloni, non è una forza politica con cui possiamo costruire nulla. In Emilia Romagna alcuni suoi esponenti hanno trovato posto in liste di appoggio del candidato presidente, ma non ci sarà il logo di Italia Viva tra quelli della coalizione, come abbiamo chiesto con forza».
«Non giudico le frasi inopportune su Italia Viva – spiega Ugolotti - ma siamo abituati. Noi lavoriamo perché in Emilia Romagna si confermi la Giunta di centro sinistra, lo facciamo con proposte e candidati nella lista del presidente De Pascale. Quindi evitiamo polemiche e lavoriamo su programmi e progetti per il futuro dell' Emilia Romagna, le polemiche le lasciamo a chi non ha nulla da dire. La Liguria dovrebbe insegnare».
Sulle pagine di un quotidiano dell’odierna giornata, 8 novembre, abbiamo letto che un esponente politico di profilo nazionale, già appartenente ad Italia Viva, ne sarebbe uscito per non averne condiviso la scelta di far parte del centrosinistra, e adesso si proporrebbe di costruire un nuovo partito le cui sembianze sembrerebbero ricalcare (o almeno se ne ricava questa l’impressione) quelle prefigurate allora per il Terzo Polo, qualora tale entità politica avesse preso vita, e intanto la sua nascente formazione ha comunque ritenuto di non schierarsi per l’uno o altro candidato alla Presidenza nelle ormai vicine elezioni regionali di casa nostra, in calendario per il 17 e 18 novembre.
Solo il trascorrere del tempo potrà misurare la fortuna di tale progetto, in una col vedere il suo svolgersi ed evolversi, ma l’intenzione parrebbe essere comunque quella di voler interpretare la “terzietà” quale effettiva equidistanza tra i due poli (e la posizione assunta circa il voto regionale sembrerebbe esserne riprova), mentre tra quanti parteggiarono all’epoca per l’idea del Terzo Polo c’era forse chi (ancorché impropriamente a mio modesto parere), concepiva la “terzietà” come il divenire la terza gamba del campo largo, o della coalizione di sinistra, o anti-centrodestra (e ciò che sta succedendo politicamente dalle nostre parti, circa le alleanze, sembrerebbe confermarlo).
P.B. 08.11.2023