Le affermazioni rilasciate dal sindaco Emanuele Ferrari e dall’assessore Carlo Boni sul nuovo patto sanità in montagna ha trovato domande e proposte dal dott. Giuseppe Delfini di Federfarma Reggio Emilia:
«E’ con grande favore che leggiamo l’intervento del sindaco di Castelnovo Monti Emanuele Ferrari e dell’assessore Carlo Boni in merito ad un nuovo patto sulla sanità in montagna, e su una riorganizzazione del sistema e del modo di lavorare. Con l’unico intento collaborativo e propositivo, ci permettiamo di aggiungere alcune proposte».
LE PROPOSTE DI FEDERFARMA REGGIO EMILIA
«Dal momento che, nonostante le difficoltà da ricercare alle voci ‘burocrazia’, ‘economia’, ‘varie ed eventuali’ (aggiungiamo quest’ultima in modo generico, per evitare polemiche ora inutili), le farmacie, anche per senso del dovere, reggono e restano aperte, persino nei centri dove mancano altri esercizi commerciali – continua Delfini - le banche, le poste, le corriere e spesso pure gli ambulatori medici. Ergo: siamo vicini alle persone (leggi: pazienti) come nessun’altro in questo momento. Se parliamo di sanità territoriale, di vicinanza alle persone (soprattutto anziani, soli, fragili o con famiglie in difficoltà), di rapporto diretto, immediato e senza filtri con la comunità, qualche carta da giocare l’abbiamo anche noi».
«Questa vicinanza alle persone possiamo giocarla anche in vista dell’aderenza e della persistenza alle cure farmacologiche. Possiamo aiutare i pazienti a seguire in modo costante e continuo una terapia. Intanto, facilitando loro e le loro famiglie nel non andare in ospedale a ritirare i farmaci che possono ritirare in farmacia (cosa che continua ad accadere troppo spesso) ma venendo in farmacia territoriale, con orari più ampi e meno problemi logistici, e poi con qualche consiglio ed ‘accorgimento tecnico’ adatto all’occasione. Curarsi meglio vuol dire prevenire problemi e ricoveri successivamente, quindi stare meglio e risparmiare tutti (casse pubbliche in primis)».
«Già tante farmacie hanno strumentazioni di telemedicina e telecardiologia collegate con centri accreditati – rimarca Delfini - Pensiamo che coordinarsi ed integrarsi con un sistema di servizi sanitari già attivo ed apprezzato (e che con la nuova delibera regionale sarà ancora più integrato col SSN), possa portare anche qui benefici ai pazienti e risparmi anche alle casse pubbliche. Le case della salute si dice possano offrire un grande servizio in quanto vicine alla popolazione e come centro di aggregazione lavorativa di professionisti: non crediamo che coordinarsi e collaborare anche coi professionisti che da sempre lavorano sul territorio come i farmacisti possa essere utile? Vogliamo parlare di tutto questo? Proviamo a ragionarne? – conclude Delfini - Noi ci siamo».