Home Economia Il grido dei sindaci reggiani sulla manovra 2025: “Dovremo alzare le tasse”
in 35 hanno firmato la lettera appello

Il grido dei sindaci reggiani sulla manovra 2025: “Dovremo alzare le tasse”

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Sono 35 i sindaci reggiani che hanno firmato l’appello al Governo Meloni per i tagli sugli enti locali, già in grande sofferenza, come previsto dal disegno di legge di bilancio.

Il sindaco Fabrizio Corti

«E’ una manovra un po’ inaspettata – le parole di Fabrizio Corti sindaco di Viano – perché arriva in un momento dove i cittadini hanno necessità che le istituzioni siano al loro fianco. Un “accantonamento”, come dice il Governo, che arriva in un momento delicato dove si sta cercando di fare programmazioni per i prossimi anni e dove, a questo punto, ci si deve un attimo fermare. Per spiegarmi meglio. Sul comune di Viano abbiamo fatto una serie di programmazioni cercando di ridurre alcune spese per andare incontro ai cittadini. Se il Governo viene a “decurtare” i fondi si dovrà tornare indietro su alcune scelte. Scelte che andranno a discapito dei cittadini. Noi sindaci siamo tutti dalla stessa parte e ci aspettiamo che questo accantonamento non avvenga perché vorrebbe veramente dire fermare opere, investimenti e tanto altro».

I “sacrifici” evocati da Giancarlo Giorgetti per le banche (alle quali in realtà verrà richiesto solo un anticipo di liquidità) riguarderanno ancora una volta comuni, città metropolitane e regioni. Enti che a loro volta dovranno rivalersi sui cittadini nuovamente chiamati a “tirare la cinghia” per sostenere le spese. Cittadini che da una parte vedranno ridursi le aliquote di detrazione in busta paga ma dall’altra dovranno pagare di più per avere i servizi necessari.

Un grido unico e molto acuto è quello che arriva da una lettera firmata di sindaci reggiani contro, appunto, i tagli alle amministrazioni locali.

«Immaginate di essere a casa con la famiglia. Passa il telegiornale. Avete appena fatto bancomat perché domattina passate a pagare le bollette, siete lì che contate. In quel momento, Giorgia Meloni esce dal teleschermo, si prende i soldi e sparisce. ’”Ehi, al ladro!”, “No, questo non è un furto. È un accantonamento di parte corrente! Ve li restituirò l’anno prossimo, ma solo se li usate come dico io”. Potrebbe sembrare una immagine irrispettosa – continua la lettera dei sindaci - ma è esattamente quello che succederà ai bilanci dei nostri Comuni. Lo chiamano accantonamento, potremmo chiamarlo almeno “rapimento”, ha gli stessi effetti, per i cittadini, di un taglio».

Il taglio stimato per i comuni reggiani: 1,2 milioni nel 2025, 2,4 milioni nel 2026-2027-2028, 4,8 nel 2029, per un totale a livello nazionale di 130 milioni nel 2025 «cifra che arriva a 310 milioni negli anni successivi – puntualizzano i sindaci nella lettera inviata da Emanuele Cavallaro coordinatore provinciale di Anci - Numeri imponenti, che vanno sommati ai 300 milioni di tagli già imposti nell’ultimo bilancio e agli altri fondi specifici destinati ai comuni che sono stati cancellati».

Nella lettera i sindaci documentano anche altri investimenti che verrebbero azzerati con questa manovra. «Un taglio di 115 milioni per il fondo investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale. Il fondo investimenti generale, riservato ai comuni, pari a 400 milioni l’anno, è stato semplicemente azzerato»

La manovra del Governo Meloni su chi peserà? Sui cittadini perché «ora toccherà ai sindaci tagliare i servizi o alzare le tasse, ancora una volta. Nei momenti di difficoltà di un paese è giusto tirare tutti la cinghia, essere chiamati a corresponsabilità. Ma la narrazione non è questa: sembra che vada tutto bene, che la manovra porti gioia e felicità. Siamo arrivati al punto di leggere una dichiarazione del presidente nazionale dell’Anci che dice che "Si tratta di una manovra positiva per i Comuni, rispetto alle preoccupazioni iniziali". Ora, va precisato che in attesa del congresso di novembre, il presidente attuale è il facente funzioni Roberto Pella, sindaco di Valdengo, che è nel frattempo però diventato anche deputato e per di più capogruppo in commissione bilancio di Forza Italia. È un po’ come se il segretario del vostro sindacato diventasse l’amministratore delegato della vostra azienda. Crediamo che sia necessaria un’azione di informazione e trasparenza».

I sindaci reggiani in questa lettera-appello chiedono al Parlamento di «adoperarsi per aiutare davvero Comuni, Province e Regioni. Avremmo oggi bisogno di azioni anticicliche e non depressive. Temiamo di dover affrontare un periodo particolarmente difficile e di doverlo fare con le mani legate. Purtroppo, quando si parla di bilanci, chi si presenta come mago è solo un prestigiatore».

Il 4 novembre dovrebbero iniziare le audizioni sulla manovra in commissione bilancio alla Camera e si spera in un cambio di passo. I sindaci firmatari dell'appello sono: Emanuele Cavallaro, (Rubiera ), Roberta Ibattici, (Albinea), Pietro Cortenova, (Bagnolo), Fabio Spezzani, (Baiso), Stefano Marazzi, (Bibbiano), Andrea Codelupi, (Boretto), Carlo FIumicino, (Brescello), Alessandro Santachiara, (Campagnola), Alessandro Spanò, (Campegine), Luca Bolondi, (Canossa), Giorgio Zanni, (Castellarano), Francesco Monica, (Castelnovo Sotto), Emanuele Ferrari, (Castelnovo Monti), Francesca Bedogni, (Cavriago), Fabio Testi, (Correggio), Roberto Ferrari, (Fabbrico), Federico Carnevali, (Gualtieri), Paolo Dallasta, (Guastalla), Elisabetta Sottili, (Luzzara), Fausto Torelli, (Montecchio), Simone Zarantonello, ( Novellara), Filippo Ferrari, (Poviglio), Alberto Olmi, (Quattro Castella), Marco Massari, (Reggio Emilia), Roberto Angeli, (Reggiolo), Daniele Pietri, (Rio Saliceto), Ruggero Baraldi, (Rolo), Paolo Fuccio, (San Martino in Rio), Franco Palù, (San Polo), Marcello Moretti, (Sant'Ilario), Matteo Nasciuti, ( Scandiano), Fabio Ruffini, (Vetto), Stefano Vescovi, (Vezzano), Fabrizio Corti, (Viano), Elio Sassi, (Villa Minozzo).