«Il disegno di legge di bilancio, così come si presenta oggi, non solo non prevede risorse economiche in grado di sanare gli squilibri certificati dalla stessa commissione tecnica nazionale in tema di mancate risorse destinate a tutte le province italiane per far fronte alle funzioni fondamentali attribuite per legge, ma va ben oltre».
Esprime preoccupazione Giorgio Zanni, il Presidente di UPI Emilia-Romagna e della Provincia di Reggio-Emilia, così come sono in allarme gli amministratori e gli enti locali dopo aver appreso dell'ipotesi del Governo di introdurre nuovi vincoli di bilancio, tagli economici e tetti alle assunzioni del personale di Regioni, Province, Comuni e Città Metropolitane.
I numeri non sono definitivi, visto che la manovra di bilancio non è ancora legge definitiva dello Stato, il 4 novembre infatti dovrebbero iniziare le audizioni alla Camera, ma la preoccupazione cresce.
«Al momento, infatti – spiega il presidente Zanni - sarebbero imposti “accantonamenti obbligatori” sulla spesa corrente per circa 1,5 miliardi nei prossimi 5 anni - 140 milioni per il 2025, 290 milioni per il 2026, 2027, 2028 e di 490 milioni per il 2029 - risorse che saranno fisicamente in disponibilità di Province, Comuni, Regioni e Città metropolitane, ma che non potrebbero essere utilizzate e non potrebbero dunque finanziare servizi pubblici a favore di cittadini ed imprese. A tali limitazioni si aggiungerebbero poi quelle sull'assunzione di nuovo personale, con l'introduzione del turnover al 75%, che, in un momento decisamente molto delicato e di intenso lavoro, derivante anche dalla gestione straordinaria di risorse e rendicontazioni del PNRR, rischia di minare il lavoro e la stabilità di Province ed enti locali».
«Auspichiamo che l'atteggiamento emerso da questi primi documenti del Governo rispetto a Province ed Enti Locali trovi una profonda correzione nell'iter parlamentare che porterà all'approvazione della definitiva legge di bilancio - commenta Zanni – perché, se così non fosse, è evidente che tali scelte graverebbero pesantemente sulla capacità di erogazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali e sui cittadini che hanno il diritto di beneficiarne».
«Leggiamo con preoccupazione - conclude - di tagli al fondo per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici, di tagli al fondo per la progettazione e per gli studi di fattibilità di nuove opere e infrastrutture, tagli che rischierebbero di bloccare gli investimenti una volta ultimate le opere relative alle risorse del PNRR. Misure che, se non profondamente riviste, si aggiungerebbero a quelle della passata manovra e rischierebbero di trascinare Province ed enti locali al collasso. Uno scenario inaccettabile per enti ed amministratori locali che rappresentano, ogni giorno, l'interlocutore più vicino e di maggior fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato»
Si può essere in totale disaccordo sulla impostazione che l’attuale Governo ha dato al disegno di legge di bilancio, e lamentare altresì la mancata o insufficiente destinazione di risorse all’uno o altro settore, ma in tempi di risorse limitate e a fronte della necessità di tenere in ordine e sotto controllo i conti, come si usa dire (vuoi perché ce lo chiede l’Europa, almeno così mi sembra, vuoi per non alzare il debito pubblico con relativo aumento degli interessi da dover poi corrispondere), mi aspetterei che da parte degli “insoddisfatti” si andasse oltre la sola protesta, e rivendicazioni di fatto piuttosto generiche.
Mi attenderei cioè che nel percorso che affronterà la manovra di bilancio, prima di diventare legge, i critici del Governo, specie allorché auspicano una ”profonda correzione”, sappiano avanzare proposte alternative che abbiano riguardo dei conti pubblici, nel senso di precisare dove intervenire, indicando i comparti in cui tagliare la spesa onde ricavare le risorse da indirizzare verso altri capitoli di spesa, evitando possibilmente di proporre misure che la sinistra non ha mai messo in atto negli anni in cui ha avuto responsabilità di governo (e che, invece, oggi vorrebbe casomai adottate dall’attuale Esecutivo).
P.B. 27.10.2024