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più di 1000 volontari movimentati in 6 giorni

La Protezione Civile vicino ai cittadini, cosa fare in caso di emergenza

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Ancora allerta arancione per le zone emiliano-romagnole che fino a domenica dovranno fare i conti con pioggia e maltempo.

Continuano infatti i pattugliamenti arginali da parte dei volontari della Protezione Civile che lavorano gomito a gomito con le forze dell’ordine impegnate nell’emergenza.

Ma come ci si deve comportare in caso di emergenza?

A spiegarlo è Alessandro Sandrolini Presidente del Coordinamento delle Organizzazioni di Volontariato per la Protezione Civile della Provincia di Reggio Emilia.

«Se l’urgenza riguarda la salute umana è un’emergenza sanitaria ovvero l’acqua mi arriva in casa ho una frana che vedo sta scendendo e devo scappare dalla casa. Sono in pericolo io oppure il rischio è per altre persone o animali bisogna immediatamente chiamare il 115 che è il numero dei Vigili del Fuoco. Mentre per i prossimi giorni o comunque su un post emergenza chiunque avesse necessità perché ha ancora fango, per i rifiuti, per buttare via mobili che si sono rotti o rovinati bisogna invece rivolgersi direttamente al Comune che darà comunicazione su come organizzare le azioni di pulizia, i ritiri o l’invio di squadre di volontari della Protezione Civile in supporto».

Come ci si deve comportare nel caso si vedesse un argine con delle crepe o un versante con una frattura?

«In caso di emergenze di questo tipo dove l’acqua potrebbe arrivare da lì a poco oppure un versante diventare smottamento o frana bisogna evacuare la casa, se il problema è vicino a casa nostra, o comunque spostarci il prima possibile. Nel caso si tratti di acqua possiamo salire al piano superiore, se c’è, nel caso di frana bisogna invece spostarsi. In entrambi i casa non carichiamoci di tanti bagagli da portare con sé perché sarebbero zavorre. Prendiamo i beni di prima necessità e soprattutto dell’acqua e un po’ di cibo.  Un po’ di vestiario comodo e, se riusciamo, qualche coperta in modo da poter passare senza patire freddo la notte o comunque fino all’arrivo dei soccorsi».

Per l’emergenza che si sta vivendo nella bassa in questi giorni avete già dei dati su quante persone sono state impegnate?

«Il volontariato di Protezione Civile di tutta la provincia di Reggio Emilia si è impegnato sulle varie zone colpite. Da Reggio, alla Bassa, a Cadelbosco Sopra, a Bagnolo, Santa Vittoria a Reggiolo, dalla montagna a Luzzara. Tutte le associazioni locali e parlo delle associazioni dei comuni, di Reggio, Scandiano, Val d’Enza, Correggio, tutta la Montagna, le ANPAS, l’ANA, la CRI. Tutti i nuclei da Castelnovo ne’ Monti, Villa Minozzo, Vetto, da Casina sono arrivati in soccorso di chi aveva più bisogno che, in questo caso, sono state le zone alluvionate della bassa. Sono stati movimentati più di 1000 volontari in questi sei giorni di emergenza con una media di circa 200 volontari al giorno».

«Circa 250 mezzi circa per andare a portare aiuto nelle case e nelle zone colpite Abbiamo attivato le cucine d’emergenza una a Cadelbosco Sopra nell’area di accoglienza degli sfollati che è gestita dall’ANPAS regionale. L’altra nell’area qua da noi, al centro della gestione dei soccorsi gestita dal Coordinamento,  grazie all’aiuto di tutti i volontari, per dare ristoro a tutti quelli che sono usciti nella notte in mezzo all’acqua per aiutare. Vorrei anche ringraziare tutte quelle aziende e quei cittadini che stanno aiutando con donazioni, con l’aiuto stanno dando una mano alle persone in difficoltà. Tutti coloro che  hanno ospitato amici, parenti che, purtroppo, in questi giorni hanno perso la casa o l’agibilità; chi in questi ultimi due anni di emergenza causa le piogge ha aiutato il volontariato quindi SAER  di Guastalla che ci ha donato una motopompa utilizzata nelle notti scorse a Brescello, oppure Veroni che in questi giorni ci ha dato alimentari da poter dare agli sfollati e a tutti i volontari di tutta la Provincia che sono arrivati per dare una mano».

Infine, Alessandro, se una persona volesse diventare volontario Protezione Civile cosa dovrebbe fare?

«Per diventare volontario occorre preparazione e questo vuole dire fare dei corsi specifichi per poter operare in caso di emergenza. Bisogna essere iscritti in un’associazione di volontariato locale che si possono trovare sul nostro sito www.procivre.it. L’importante – conclude Sandrolini – sarà farlo stando sempre attenti alla propria incolumità per cui con l’utilizzo di dpi (dispositivi di protezione individuali) idonei come guanti o stivali»