Domenica 27 ottobre alle 15 presso il “Festival La Polveriera Sette” in piazzale Mons. Osscar Romero più di cinquanta bambini dai 4-10 anni si esibiranno con i loro strumenti.
Sono in programma musiche di Bach, Vivaldi e Veracini. L’esibizione sarà all’aperto ed è gratuita, non è necessario prenotare o acquistare biglietti.
Per la prima volta adulti e bambini reggiani potranno ascoltare dal vivo l’Orchestra Suzuki che raccoglie piccoli studenti musicisti che si avvicinano alla musica con il metodo inventato dal violinista e pedagogo giapponese Shinichi Suzuki negli anni ‘40. Questo modo di imparare a suonare uno strumento, chiamato “metodo della lingua madre”, permette di immergere il bambino nel mondo musicale attraverso giochi mirati che gli permettono di acquisire i movimenti per poter suonare poi in tempi brevi un vero strumento. Si imparano a riconoscere i ritmi, a riconoscere le altezze musicali delle note ... ma soprattutto a collaborare con il proprio genitore, figura importantissima del metodo.
Infatti genitore e bambino sono una squadra che tutti i giorni si ritrova con entusiasmo a ripetere le canzoni svolte a lezione. Molti artisti oggi famosi si sono avvicinati alla musica con il metodo Suzuki. Tra tutti ricordiamo la celeberrima violinista Hilary Hahn una delle figure più importanti e ricercate oggi del panorama musicale mondiale. L’Orchestra Suzuki fa tappa a Reggio Emilia perché in questa città si vorrebbero fare partire dei corsi per bambini dai tre ai cinque anni per il violino o il violoncello. L’obbiettivo è avere finalmente una “scuola Suzuki” anche a Reggio Emilia visto che è molto scomodo per i bimbi reggiani usufruire delle sedi più vicine che sono attive a Bologna e Parma. Per capire meglio come funziona il metodo Suzuki, alle 16 dopo il concerto, i bimbi che si sono prenotati potranno accedere ad una lezione aperta con i loro genitori presso la Sala della Chiesa di Sant’Antonio in via dei Mutilati del Lavoro.
Gli insegnati sono preparati oltre che musicalmente anche dal punto di vista emozionale ed empatico per coinvolgere tutti i bambini: sia i timidi che quelli più esuberanti. La musica è vista anche come una preparazione emotiva alla vita che verrà e come un modo per superare i limiti, le paure o le incertezze che il bambino incontra nel suo sviluppo.
A testimonianza dell’universalità della musica all’orchestra si uniranno quattro piccoli studenti dei corsi per bimbi della sede di Castelnovo ne’ Monti del Conservatorio Peri – Merulo.
In cosa, una scuola Suzuki, è diversa dalle altre?
«Il metodo Suzuki usa la musica come mezzo per educare – Simona Guerini insegnante - e lo strumento non è un fine, ma un mezzo attraverso cui si educa il bambino alla vita. A differenza di una scuola di strumento normale si mette molto l’accento sulla relazione e che in famiglia la musica diventi un linguaggio comune. Poi sfruttiamo le ultime scoperte sulla didattica di Suzuki, cioè che il bambino impara soprattutto imitando. Quindi non c’è il percorso della scuola classica di lettura della musica e poi del suono, ma si inizia a suonare imitando chi si ha davanti. Si insegna ai bambini piccolissimi senza dovere passare dalla fase della teoria della musica. Attraverso quello che a loro sembra un gioco i bimbi imparano a fare cose incredibili con lo strumento».
Rispetto ad esempio al Conservatorio di Reggio Emilia, come si pone la scuola Suzuki?
«Si coprono fasce di età diverse. Noi iniziamo alla età di tre anni con i corsi del laboratorio musicale in cui si conoscono i ritmi e le melodie che poi a quattro anni verranno applicate allo strumento. Quindi creiamo in realtà un bacino di allievi futuri per altre scuole che iniziano ad insegnare lo strumento più avanti con l’età. Non ci sono altri corsi per bambini così piccoli in città a Reggio Emilia».
Simona Guerini, diplomata in Viola al Conservatorio di Milano e insegnante certificata Suzuki della sede del Suzuki Music Center di Reggio Emilia.