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nel primo pomeriggio a leguigno

L’ultimo saluto a Marco Gentili

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Una grande folla ha dato l’ultimo saluto a Marco Gentili, ucciso la scorsa settimana da un proiettile mentre stava raccogliendo castagne assieme ad un amico.

Marco era molto conosciuto e la sua scomparsa ha portato, nella frazione di Leguigno, tantissime persone che hanno voluto dargli un ultimo saluto.

Toccante l’omelia del parroco Don Marcello Mantellini:  “Non stiamo celebrando il funerale della vita di Marco. La vita di Marco continua ad esistere e ad essere nelle nostre vite, nella nostra comunità di Leguigno e in Cristo Signore. Non dobbiamo avere paura. Oggi, la Chiesa, quasi in modo casuale ma non è così, ci fa ricordare la memoria di San Giovanni Paolo II. Papa Francesco quando ha fissato questa memoria non lo ha fatto nel giorno della morte lo ha fatto nel giorno dell’inizio del pontificato il 22 ottobre 1978. Quel 22 ottobre 1978 dove  l’umanità intera si è sentita raggiunta da queste parole “Non abbiate paura. Spalancate a Cristo la porta della vostra esistenza” e allora non dobbiamo aver paura di servirci vicendevolmente secondo la logica del Vangelo. Di guarire le nostre ferite, di guarire il dramma di questa ferita che ha toccato tutti noi attraverso la sapienza del Vangelo”.

Don Martellini non dimentica chi ha sparato e, come i famigliari e amici di Gentili, "sta vivendo un momento difficile della propria vita".

“Non dobbiamo avere paura ad andare incontro ai nostri fratelli che, anche se in un modo diverso stanno soffrendo, in questo momento perché il Signore Gesù, proprio domenica, ci ha detto che dobbiamo servire, e servire e amare. Allora se non stiamo facendo il funerale alla vita di Marco, attenti a non fare il funerale alla vita di coloro che sono vivi e sono stati in un modo diverso raggiunti da questo dramma. Il Signore ci conceda di stringersi agli affetti di Marco che qui sulla terra lo piangono – ha concluso il parroco – ma ci conceda soprattutto la grazia di poter raggiungere con l’affetto e la vicinanza di Cristo, tutti coloro che sono stati raggiunti da questo dramma in modo inaspettato e non voluto. Perché possiamo realizzare, piano piano e non senza difficoltà, quel sogno di Gesù che ci vuole uniti a lui e al Padre”.

All’uscita dalla chiesa, dopo la benedizione, la salma di Marco Gentili, prima di proseguire il suo cammino verso la cremazione, è passata attraverso le divise rosse dei volontari della Croce Rossa di Casina dove era volontario da diverso tempo.