Home Cronaca Dolore e rabbia per la morte di Marco Gentili
le reazioni, anche sui social

Dolore e rabbia per la morte di Marco Gentili

1622
0

Dolore e rabbia per la morte di Marco Gentili

A Leguigno sono tanti i residenti che si sentono ‘ostaggi’ del mondo venatorio. Molti hanno paura anche ad uscire di casa. Esprimo la loro rabbia, il loro dolore e la loro preoccupazione anche sui social. Ieri, Marco Gentili mentre era nel bosco a raccogliere castagne è stato colpito da una pallottola sparata da un fucile. Era in corso una battuta di caccia al cinghiale.

“Ieri ero anche io nei boschi vicino a casa mia – scrive G.M. - ed indossavo il mio gilet fluorescente, visto che in passato più volte, mi sono trovato senza accorgermene in mezzo a questi anziani ‘rambo’ di casa nostra. Ieri c’era molta nebbia e pioveva ma è possibile sparare in sicurezza in queste condizioni?! Aboliamo questa attività (la caccia non è uno sport) e limitiamola alla semplice caccia di selezione per regolamentare il numero di alcuni esemplari e lontano dai centri abitati”.

“Io ho visto sparare in mezzo a borghi abitati a 30 mt dalle case. E le risposte che ti danno se gli fai notare qualcosa! – scrive invece M.R. - Con tutta questa ‘professionalità’ armata in giro per boschi era logico aspettarsi una tragedia prima o poi. Si vede però che la caccia porta soldi e voti e quindi va bene così. Intanto una persona è morta - uccisa - ed è una tragedia”.

Il post dell'assessore Alessandro Torri Giorgi

Di paura ad ‘uscire’ parla anche l’assessore Alessandro Torri Giorgi. Sul suo profilo Facebook esprime vicinanza alla famiglia, scrive: “Uscire per andare a fare una passeggiata con la famiglia, con un proprio nipote, semplicemente da soli. Uscire per andare a raccogliere i funghi, le noci o le castagne – scrive l’assessore - Non averne la libertà perché il rischio è troppo grosso. Quanto accaduto ieri era un fatto pre annunciato da tempo. Non si tratta di una dolorosa fatalità. E' un evento tragico e doloroso che poteva e doveva essere evitato. Come tanti anche io mi sono visto e trovato i cacciatori troppo vicino a casa, troppo vicino al campo dove coltivo con mia moglie ed il mio bambino. Ho paura dei cinghiali? No. Ho paura del lupo? No. Ho paura dei cacciatori che sparano troppo vicino a me, alla mia famiglia, ai turisti e alle persone in generale? Si”.

E ancora: “Ho paura di chi con le armi in mano limita la mia libertà. Ho paura di chi improvvisamente, tutelato dalle leggi italiane (questo va detto), diventa proprietario di campi e boschi. Oggi è vero che ci sono due famiglie rovinate, ma la mia vicinanza va tutta a chi ha perso un padre, un marito, un fratello, un amico, un vicino di casa adorabile. La scelta di imbracciare un fucile e sparare per divertimento (perché non si tratta sicuramente di necessità alimentare) rimane appunto una scelta”.