Billy Collins (1941- in vita) giunse alla fama nel 1991 con la pubblicazione della raccolta Questions about Angels, Domande sugli Angeli. I suoi versi arguti, originali e inaspettati, ma anche teneri e profondi, assieme al tono colloquiale lo hanno reso uno dei più famosi poeti americani contemporanei. Fu Poet Laureate degli Stati Uniti per due mandati: ricopriva questa carica anche nel 2002 e scrisse, perciò, una poesia per il giorno della memoria dei caduti alle Twin Towers. Collins ha detto di avere sempre il lettore in mente quando compone poesia, come se fosse nella stanza con lui, per scrivere versi comprensibili . Ritroviamo questo atteggiamento nella poesia Introduction to Poetry, Introduzione alla Poesia:
Introduzione alla Poesia, (1988)
Chiedo loro di prendere una poesia
e alzarla verso la luce
come una diapositiva
o appoggiare l'orecchio al suo alveare
dico di mettere un topolino nella poesia
e guardarlo mentre tenta di trovare l’uscita,
o di camminare nella stanza della poesia
e cercare a tentoni l’interruttore sulle pareti.
Voglio che facciano sci d’acqua
sulla superficie della poesia
salutando con la mano il nome dell’autore sulla spiaggia.
Ma loro vogliono solo
legare la poesia ad una sedia con una fune
e torturarla finché non confessa.
Iniziano a picchiarla con un tubo di plastica
per capire cos’è che vuol dire veramente.
Introduction to Poetry
I ask them to take a poem
and hold it up to the light
like a color slide
or press an ear against its hive.
I say drop a mouse into a poem
and watch him probe his way out,
or walk inside the poem's room
and feel the walls for a light switch.
I want them to waterski
across the surface of a poem
waving at the author's name on the shore.
But all they want to do
is tie the poem to a chair with rope
and torture a confession out of it.
They begin beating it with a hose
to find out what it really means.
Che relazione abbiamo con la poesia? Come reagiamo alla lettura di un testo poetico? Collins prova a suggerire ai suoi studenti di alzarlo verso la luce e vedere la bellezza dei colori come si fa con una diapositiva; oppure lo si può appoggiare all'orecchio così da sentire il brusio laborioso delle parole, come se fosse un alveare: Si può anche studiare una poesia come fosse un esperimento, come se stessimo osservando un topolino da laboratorio, guardandolo mentre trova la via d’uscita allo stesso modo in cui la poesia ci può mostrare vie d’uscita inaspettate. Potremmo anche entrare nella casa della poesia, dove tutto appare scuro e inafferrabile, ma se cerchiamo l’interruttore con costanza, la luce tornerà. Il poeta vorrebbe che i suoi studenti facessero sci d’acqua sulla poesia, ovvero si divertissero sulla superficie della poesia come sulla superficie dell’acqua e salutassero il nome dell’autore rimasto sulla spiaggia: lo scrittore è secondario nel godimento della poesia, quasi serve solo saperne il nome, lo si può vedere da lontano, fare un breve saluto, ma poi godiamoci i versi da soli, senza farci condizionare dalla biografia di chi li ha scritti. Purtroppo gli studenti hanno tutt’altro atteggiamento e attaccano la poesia come se fosse un criminale, torturandola finché non confesserà il suo significato.
Sfortunatamente questo atteggiamento è molto comune: il limite tra analisi esagerata e piacere della lettura può essere molto sottile. E’ vero che l’analisi aiuta ad apprezzare la poesia più consapevolmente, ma se questa analisi oltrepassa il limite del diletto e cade nella noia, nell’insofferenza e nell’avversione allora l’analisi è decisamente controproducente. La poesia va goduta come un’immagine piena di colori; va ascoltata come si può fare col brusio musicale di un alveare. Possiamo anche vedere i legami tra le parole di una poesia come un labirinto di cui un intelligente topolino trova l’uscita, oppure una stanza buia della quale riusciamo a trovare l’interruttore e quindi la luce che illumina d’un tratto il senso delle parole. Bisogna vivere la poesia come si vivrebbe un’esperienza di sci d’acqua, come fosse un’avventura, una sfida che richiede tutto il nostro coraggio. Invece ciò che troppo spesso si fa è ‘torturare’ la poesia in un processo che di poetico non ha nulla. E questa è soprattutto una lezione per i docenti. Perché la poesia è comunicazione e condivisione:
Poesia, (2002)
E’ come scrivere una breve lettera
a tutte le persone del mondo in una sola volta
solo non ho gli indirizzi di nessuno
e non c’è nessuna busta di sottile carta blu per portarla,
nessuna minuscola figura di un aviatore famoso
o di un fiore in boccio per farla andare veloce.
Poem
It’s like writing a short letter
to everyone in the world at once,
only I don’t have anyone’s address
and there is no thin blue envelope to carry it,
no tiny picture of a famous aviator
or of a blooming flower to speed it on its way.
Anche senza avere tutti gli indirizzi del mondo, anche se non si ha una di quelle deliziose buste di sottilissima carta azzurra che si usavano per inviare la posta aerea tanti anni fa, quando il mondo non era interconnesso, anche senza francobolli, magari con la figura di un famoso aviatore o di un bel fiore, la poesia raggiunge chiunque, sempre che si riesca a goderne senza vivisezionarla.