Punti nascite, Vassallo: "Si torna sull’argomento per pura campagna elettorale"
Il punto nascite torna alla ribalta della cronaca con un dibattito a ‘distanza’ tra alcuni esponenti politici. Ma Nadia Vassallo, ex consigliera comunale e portavoce dell’ormai sciolto Comitato ‘Salviamo le cicogne’, non ci sta. Lei che ha ‘lottato’ prima, perché il punto nascita di Castelnovo non chiudesse e che poi si è spesa, insieme ad altri cittadini, perché si facesse un passo indietro. La Vassallo interviene perché ha trovato davvero infelice l’affermazione fatta, parlando di punti nascite e sanità, dal candidato de Pascale: “Non scambio voti per vite”.
“Non voglio parlare e ripetere questioni e discorsi fatti tante volte – afferma Vassallo - ma visto che tutti si fanno schermo della questione legata al punto nascite per fare i propri interessi partitici e politici, vogliamo ribadire che noi avevamo detto che una chiusura di un punto nascita avrebbe portato evidentemente e consapevolmente ad un impoverimento di tutto il nostro ospedale. Questo è sotto gli occhi di tutti, tutti vediamo che c’è qualcosa che non funziona”.
“Se i sindaci si fossero opposti alla chiusura del punto nascita – spiega - avremmo forse scritto un’altra storia. All’epoca non ci fu nessuna presa di posizione da parte dei sindaci. Durante una trasmissione andata in onda su Rai 3, l’ex presidente Bonaccini chiese scusa e disse che fu un errore chiudere il punto nascita di Castelnovo. Infatti, Castelnovo ne’ Monti aveva tutte le carte in regola per restare aperto. Quindi veramente stiamo parlando di una cosa che hanno voluto ma non doveva accadere. Tutti sanno che la riapertura è necessaria ma adesso si torna sull’argomento per pura campagna elettorale”.
Cosa dicono alcuni esponenti politici
Nel corso di un convegno che si è tenuto poco tempo fa, parlando di sanità e punti nascite, il candidato del centrosinistra alla presidenza dell’Emilia Romagna de Pascale ha asserito che “i professionisti ci spiegano che sotto un certo numero di nascite si mette in pericolo la salute delle madri e dei bambini, non si scambiano mai voti per le vite e a prescindere anche laddove promettessi l’apertura del punto nascite non sarà possibile farla il giorno dopo”.
Sulla questione è intervenuto anche sindaco di Castelnovo e presidente dell’Unione Comuni Appennino, Emanuele Ferrari. “Noi sulla sanità non molliamo – afferma - anche il punto nascite rimasto in sospeso è parte integrante dell’ospedale di Castelnovo e quindi rientra nei servizi che andremo a discutere con la nuova Giunta e il presidente della Regione che sarà eletto nelle prossime elezioni. Con il candidato Michele de Pascale il discorso è già stato fatto in occasione del recente incontro in cui ha parlato del nuovo patto della sanità in montagna che lascia ben sperare. Chiunque venga eletto, noi ci saremo”.
Secondo Ferrari la nuova giunta regionale ha bisogno di una visione complessiva del territorio della montagna con riferimento a servizi alle persone per evitare il continuo impoverimento demografico. E aggiunge: “Bisogna smettere di spendere soldi sugli edifici, sulla struttura dell’ospedale: bisogna investire sui servizi che servono alla popolazione della montagna e rendere l’ospedale aperto a tutti com’era prima senza far girare le persone che necessitano di visite, cure o piccoli interventi, da un ospedale all’altro per tutta la provincia”.
Anna Fornili, capogruppo PD Minoranza Casina
"Condivido le posizioni espresse dal sindaco Ferrari riguardo al tema della sanità nelle aree montane. Con particolare riferimento al punto nascite dell'Ospedale Sant'Anna, espresse sul Carlino. La montagna non vuole cedere. Questo è un tema cruciale per le nostre comunità, che deve tornare al centro delle discussioni regionali come parte integrante del sistema sanitario montano. Costruiamo scatole che vanno riempite, bisogna garantire i servizi essenziali alla popolazione montana, che devono essere erogati in montagna. Abbiamo già rimandato troppo: una volta smantellati reparti e servizi, è ancora più difficile e costoso ripristinarli. Siamo consapevoli delle criticità che devono essere affrontate per garantire la massima sicurezza a madri e bambini, ma possiamo lavorare insieme, discutere, e ascoltare le necessità delle comunità. Nel contrasto al calo demografico e allo spopolamento, la stabilità del territorio passa anche dalla volontà di mantenere questi servizi essenziali. Servizi che devono rimanere vicini alla popolazione, senza la necessità di attraversare la provincia per una visita o senza vedere una madre del Crinale percorrere 70 km per andare a partorire. Discutere di queste cose garantisce la prossimità che i cittadini chiedono”.
Al sindaco Ferrari replica Fabio Filippi, esponente di Forza Italia
“Sulla riapertura del punto nascite – afferma Fabio Filippi - servono fatti, non chiacchiere elettorali. Ora il sindaco di Castelnovo Monti e presidente dell’Unione comuni Appennino, Emanuele Ferrari promette battaglia, ma quando il candidato alla presidenza della Regione Michele de Pascale è venuto, qualche settimana fa, in montagna a raccontare ai soli sindaci del Pd il suo tanto sbandierato nuovo patto per la salute nulla si è detto sulla sorte dei punti nascita”.
“De Pascale rappresenta la continuità con la giunta Bonaccini. E il sindaco Ferrari lo sa bene - prosegue Filippi -. E’ stata la giunta regionale targata Pd a chiudere i punti nascita. E’ stato Bonaccini a promettere, senza darvi seguito, la loro riapertura. Questi sono i dati di fatto. E ora, guarda caso, a ridosso del voto per le Regionali la sinistra promette cambiamenti. Eppure finora, almeno personalmente, non ho percepito troppa attenzione sulla sanità nelle zone montane. Finora che cosa hanno fatto?”
L’esponente di Forza Italia ricorda quanto espresso già nei mesi scorsi, ovvero che in caso di vittoria del centrodestra chiederà all’Ugolini di “rivedere i criteri per l’apertura dei punti nascita: non si deve considerare solo il numero dei parti, ma anche la distanza dal primo centro attrezzato”.
Ed ancora. “Sulla sanità - chiosa Filippi - serve un deciso cambio di rotta. Nei giorni scorsi è stata data la notizia della chiusura, poi smentita, del pronto soccorso di Scandiano. Vedremo come andrà a finire dopo le elezioni. I Cau, nonostante i toni trionfalistici della Regione, non hanno risolto i problemi sul tavolo. Invece di investire sui presidi sanitari di prossimità, si fa la scelta opposta. Si veda quello che è successo sui punti nascita. Per non parlare dei tempi biblici delle liste d’attesa: per fare una visita o un esame ci vogliono mesi e al cittadino tocca mettere mano al portafoglio per curarsi e farlo in tempi brevi. Tutto questo è inaccettabile”.
Tempo di elezioni, tempo di grande interesse dei politici nei nostri confronti !! Ok punto nascite , ok diga di Vetto , manca qualcuno che rispolveri antichi cavalli di battaglia : la galleria sotto il Cerreto, magari l’aeroporto, la ferrovia , mettiamoci anche l’autostrada tanto fanno a chi la spara più grossa !!! Basta favole , grazie !
C’è un proverbio che dice: “Meglio tardi che mai” e c’era una trasmissione degli anni ’60 “Non è mai troppo tardi”.
Anche le ultime Cicogne seppure spennacchiate hanno capito in che fregatura sono cadute, fidandosi dei loro Compagni di merende
Mi verrebbe facile scrivere “Ve l’avevo detto”.
Avete perso tempo in chiacchiere, in fiaccolate, in viaggi della speranza, in tavoli (era meglio in tavolate in trattoria, visti i risultati ottenuti).
A suo tempo avete deriso e snobbato le idee del sottoscritto che proponeva le dimissioni del Consiglio Comunale in massa, dicendo che non sarebbe stato opportuno e mi avevate accusato di voler privatizzare la Sanità della Montagna.
Questi sono i risultati. Ancora una volta per mantenere le sedie saltano fuori i soliti (anche addetti ai lavori di Sanità pubblica) che dicono che non si doveva arrivare all’attuale situazione (come se in questi anni avessero governato altri e loro fossero stati all’opposizione). Un altro esponente di spicco della politica della montagna si lasciò sfuggire in una assemblea di cittadini l’idea di fare la rivoluzione e gli feci notare che per mettere in pratica una tale proposta avrebbe dovuto cambiare schieramento politico.
A pensare a tutto questo mi viene da sorridere. Sto leggendo la Storia d’Italia e sono arrivato al ‘700 e mi viene da pensare alle commedie di Carlo Goldoni.
Ancora dopo 8 o 10 anni dalla bellissima fiaccolata (mancava solo il De Profundis cantato da una corale) in cui sfilarono in pompa magna tutti i Sindaci della montagna, sono ancora a chiedere il voto ai cittadini (stavolta per le regionali) con le solite promesse (altro che promesse da marinaio!)
Avevo giurato e mantengo il giuramento che non mi sarei più interessato di politica, ma questo non mi assolve dal dovere e dalla libertà di parlare come cittadino. A me non devono dare risposte o fare promesse perchè sono stato abituato ad arrangiarmi e negli ultimi anni scorrazzo nel Nord Italia in Ospedali che funzionano. Purtroppo sono vicino con rammarico a tutti quei cittadini che per mancanza di mezzi (trasporti, economici, logistici) non possono spostarsi e devono accontentarsi di “quello che passa il convento”.
Un cordiale saluto a tutti i miei compaesani.
Dott.Cavana Roberto….dal Monferrato