Oggi, 2 ottobre, si celebra in Italia la Festa dei Nonnini, istituita dal Parlamento italiano nel 2005. Abbiamo incontrato Maurenzio, di Bebbio che, da alcuni anni è nonno e, simpaticamente, ha risposto telefonicamente alle nostre domande.
L’intervista
Grazie per averci accolto, signor Maurenzio!
Grazie a voi, ma non ho molto tempo da dedicarvi sono in fila dal dottore.
Ha fretta?
Un po’ ma come tutti i nonni alle 12.00 vorrei avere i piedi sotto il tavolo.
Lei è da poco nonno, ma cosa vuol dire essere nonni ai tempi dei social?
Vuol dire provare a stare al passo, senza riuscirci, con i miei nipoti. Il problema è che nonostante le notifiche che mi arrivano dai loro stati mi sono perso. Li seguo su Tik Tok, Instagram, Snapchat, WeChat, Threads, Pinterest, ma ogni tanto faccio confusione e finisco a vedere allegre signorine che chiedono di modificare le loro foto con Photoshop.
Lei ci sta dicendo che usa Snap Chat?
Solo per seguire i miei nipoti. A loro piacciono le mie foto con filtro da cagnolino e occhiali da soli virtuali. Tenga conto che alcuni miei colleghi nonni sono diventati famosi: è un modo per parlare ai più giovani. A volte i miei nipoti lamentano che non rispondo loro e che sono sordo, ma non si danno il tempo di vedere che ho le cuffie e ascolto musica classica.
Ma ai suoi tempi coi giovani si parlava diversamente…
Guardi, io vengo dal vettese. Lì c’era l’antico bar Giolitti a Cola. Tutta un’altra storia. Ai nonni si dava del Lei, qualcuno ancora del Voi se si parlava in dialetto. Oggi tutti si danno del tu ma tutto sommato a me fa piacere. Spero solo che i miei nipoti possano leggere tra le mie rughe del viso alcune pagine della mia vita.
Non c’è nulla che vorrebbe cambiare?
Certo. Il contatto umano, ma credo che orma questo sia perduto. Consideri, anche, che in montagna le distanze sono maggiori e i servizi meno accessibili. Se i nipoti vivono lontano, è più complicato vederli spesso. E poi, con la neve, muoversi diventa un’avventura.
Ma non nevica più…
È vero avevo dimenticato ora c’abbiamo anche il cambiamento climatico. Ai miei tempi sì che gli inverni erano tali. Un anno dal mio paese andammo a prendere il pane con gli scii… l’anno passato, invece, ho bruciato metà legna.
Lei è uomo esperto, ma… signor Maurenzio, qual è il segreto per essere un buon nonno?
Ascoltare e avere tanta pazienza è una ricetta che non tramonta mai, vale anche nelle coppie. E, ovviamente, amare incondizionatamente.
Lei ama ancora?
Certo. L’età non ci protegge dall’amore. Ma Moreau ricorda come l’amore, fino a un certo punto, ti protegge dall’età.
Ha qualche consiglio per i giovani nonni come lei? E per i giovani?
Non me lo ha mai chiesto nessuno. Direi comunque di non avere paura di imparare dai vostri nipoti. E ricordatevi di godervi ogni momento con loro. A una condizione però: che loro sappiano che si può fare a meno di tutto ma non dei nonni! Ai giovani, invece, dico che se a volte si sentono preoccupati dalla infelicità dei vent’anni li posso capire. Ma dopo è anche peggio.
Come festeggerà signor Maurenzio questa giornata?
Non ricordo bene cosa avevo in programma. Una sana passeggiata e, spero, qualcuno si ricordi che oggi è il mio giorno perché, in realtà, noi nonni serviamo ancora a tanto. Se non ci creda faccia un salto a Carpineti all’uscita pomeridiana dalle scuole… senza i nonni l’economia delle famiglie finirebbe in dissesto! Spero di andarci sino ai 100 anni.
Addirittura?
Sì e quell’anno romperò uno specchio.
Perché?
Come diceva Einstein avrò ancora sette anni di disgrazie… Ma sicuramente il giorno migliore sarà sempre domani.