Fu il poeta americano Robert Frost ad incoraggiare Edward Thomas (1878–1917) a scrivere poesia:
Ora vai
Lei era come il tocco della pioggia
Sulla carne e i capelli e gli occhi di un uomo
Quando la gioia di camminare così
Lo prese di sorpresa:
Lui brucia dell’amore della tempesta,
Canta, ride, so bene come,
Ma dimentica quando ritorna
Come io non dimenticherò lei dire ‘Ora vai’.
Quelle due parole chiudono una porta
Tra me e la pioggia benedetta
Mai chiusa prima
E che non si aprirà più.
Go Now
Like the touch of rain she was
On a man's flesh and hair and eyes
When the joy of walking thus
Has taken him by surprise:
With the love of the storm he burns,
He sings, he laughs, well I know how,
But forgets when he returns
As I shall not forget her 'Go now'.
Those two words shut a door
Between me and the blessed rain
That was never shut before
And will not open again.
Al suo tempo, Thomas era noto come critico letterario e scrittore di prosa sulla natura, un lavoro cui era obbligato per sostenere se stesso e la famiglia, e solo grazie al poeta americano Robert Frost scoprì il suo talento per la poesia (fu a lui che Frost dedicò la famosa poesia The Road Not Taken, La strada non presa).
In questi versi Thomas identifica la pioggia con la donna nella pena del distacco. La pioggia lo prende mentre sta camminando in campagna, ciò che Thomas adorava fare, spesso proprio con Frost, ed il sentire delle gocce d’acqua sul corpo è come la carezza fresca e dolce di una donna che arriva inaspettata, appunto come la pioggia. Nella gioia di quest’acqua, di queste carezze, l’uomo brucia d’amore per la tempesta, per la donna, e questo amore lo fa cantare e ridere, con un’intensità che il poeta conosce bene. Tuttavia, se è possibile dimenticare la pioggia una volta tornati a casa, non è invece possibile dimenticare le parole della donna, le parole che gli dicono che è ora per lui di andare, è ora di lasciarsi. Quelle parole, solo due parole, lo hanno tolto alla pioggia, la pioggia benedetta di amore e felicità, hanno diviso lui e la donna, chiudendo una porta mai chiusa prima e che mai più si aprirà, mai più le gocce di questa pioggia quasi sacra toccheranno la sua pelle con la dolcezza dei baci.
Edward Thomas scrisse tutte le sue poesie nel periodo che va dal 1914 al 1917, quando morì in battaglia nella Grande Guerra. Anche se la sua età lo esimeva dal combattere, il poeta si arruolò volontario. La conseguenza, ovviamente, fu che molte delle sue poesie sono intrise della presenza della guerra:
Pioggia, (1916)
Pioggia, pioggia di mezzanotte, nulla se non la pioggia spietata
Su questa misera baracca, e la solitudine, e me
A ricordare ancora che morirò
E non sentirò la pioggia né la ringrazierò
Per rendermi più limpido di quanto non sia mai stato
Da quando sono giunto in questa solitudine.
Benedetti sono i morti su cui la pioggia cade:
Ma qui prego che nessuno di di quelli che ho amato una volta
Stia morendo stanotte o sia ancora sveglio sdraiato
Solo, ad ascoltare la pioggia,
Nella pena o anche nella compassione
Inerme tra i vivi ed i morti,
Come acqua gelida tra canne spezzate,
Miriadi di canne spezzate tutte immobili e rigide,
Come me cui questa pioggia spietata ha dissolto
Ogni amore se non quello per la morte,
Se si può dire amore quello che si prova per ciò che è perfetto e
Non può, così mi dice la tempesta, deludere.
Rain
Rain, midnight rain, nothing but the wild rain
On this bleak hut, and solitude, and me
Remembering again that I shall die
And neither hear the rain nor give it thanks
For washing me cleaner than I have been
Since I was born into this solitude.
Blessed are the dead that the rain rains upon:
But here I pray that none whom once I loved
Is dying tonight or lying still awake
Solitary, listening to the rain,
Either in pain or thus in sympathy
Helpless among the living and the dead,
Like a cold water among broken reeds,
Myriads of broken reeds all still and stiff,
Like me who have no love which this wild rain
Has not dissolved except the love of death,
If love it be towards what is perfect and
Cannot, the tempest tells me, disappoint.
La solitudine all’interno della baracca tempestata dalla pioggia notturna porta tristi pensieri. Ricorda che la fine è vicina, con ogni goccia che cade risuonando sul tetto come se chiamasse, quasi portasse un battesimo iniziatico della morte anziché della vita: nei versi quinto e sesto il poeta parla della pioggia che lava, e del suo arrivo in quella baracca militare come di una nascita. La pioggia, inoltre, benedice, con un tocco di sacralità, i morti sepolti nel suolo che accoglie la pioggia stessa. La speranza del poeta, però, è che nessuno dei suoi cari stia morendo o sia insonne per la pena di chi si sente impotente e non può cambiare il destino. Allora la pioggia diventa acqua fredda che bagna miriadi di canne spezzate e rigide per il gelo, così come sono innumerevoli, freddi, spezzati ed irrigiditi i corpi dei soldati morti. La realizzazione che anche lui diventerà una di queste canne e la compassione per i compagni caduti porta il poeta a dire che l’unico amore rimasto è quello per la morte, perché la pioggia sembra aver sbiadito ogni altro sentimento che non sia quello per un’entità perfetta come’è la morte. E la morte non delude mai nessuno perché certamente ci farà visita, con la stessa ineluttabilità della pioggia cadente.
Il poeta, purtroppo, aveva ragione perché anche lui morì per lo scoppio di una bomba che gli fermò il cuore ad Arras, in Francia, il 9 aprile del 1917 (o così si disse per non far soffrire troppo la vedova che ebbe un crollo psicologico dopo la morte del marito, mentre, in effetti, sarebbe stato colpito in pieno petto) e così la maggior parte delle sue poesie furono pubblicate dopo la sua morte. Queste poesie rifuggono tutte la tentazione di cadere nello sciovinismo e riflettono, piuttosto, il dolore causato dalla guerra, l’impotenza di chi vorrebbe cambiare le cose e non riesce a farlo, la disperazione di chi vede il dolore farsi strada ogni giorno e la pietà per i caduti: questi versi dovrebbero diventare per noi un monito a non ripetere ciò che è stato.