Lo vedremo dal 19 settembre al cinema nel ruolo di Frank, nel film "La storia del Frank e della Nina" di Paola Randi. Lui è il castelnovese Samuele Teneggi, con la passione per la recitazione sin da piccolo.
I protagonisti del film sono tre adolescenti della provincia milanese: “Gollum (Gabriele Monti), che emette solo rumori o incomprensibili grugniti, ma scrive sui muri geniali graffiti; il sognatore Frank (Samuele Teneggi), filosofo di strada che vive vendendo compiti fuori dalle scuole; e Nina (Ludovica Nasti), già moglie e madre a 16 anni, maltrattata dal marito manesco e malavitoso”. Nel film c'è anche l’animatore lombardo Bruno Bozzetto.
La pellicola è stata presentata in concorso nella sezione Orizzonti Extra della 81 alla mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
L’intervista
Samuele, a breve debutterà da protagonista nel film "La storia del Frank e della Nina" di Paola Randi che sarà proiettato nelle sale cinematografiche il prossimo 19settembre. Il suo primo ruolo da protagonista. Ma facciamo prima un passo indietro. Quando ha inizio la sua carriera?
Ho tenuto il primo corso con la scuola ‘Arcobaleno’ in prima media, a 10-11 anni, e ho continuato lì per tutti gli anni delle medie. Avevo capito che il mio non era solo un sogno, ma qualcosa di più su cui volevo investire. Ho fatto il liceo classico a Reggio, dove ho continuato con i corsi di teatro di Francesca Bianchi. Poi ho tentato di entrare in Accademia a Roma ed è andata bene. La mia passione è diventata un impegno professionale, che via via si sta realizzando. Mi sono diplomato a novembre del 2022. Per i primi 4 mesi è stata una full immersion molto intensa: 8 ore al giorno 6 giorni a settimana. Poi c’è stato il Covid, che ha tagliato un po’ le gambe alla didattica, ma ha aperto altre strade. Io e i miei compagni abbiamo usufruito del tempo libero per cercare agenzie nel mondo del cinevisivo. Grazie alla ‘TT Agency’ di Roma sono iniziati i primi provini e arrivati i primi ruoli. Sono capitato su due set diversi: ‘Per niente al mondo’ di Ciro D’Emilio, trasmesso su Netflix, dove ho avuto una piccola parte, che mi ha dato modo di cominciare a respirare e capire le dinamiche di set; è seguita poi l’esperienza fortunata con Marco Bellocchio, che mi ha selezionato nel cast principale del suo ultimo lungometraggio “Rapito”, dove ho interpretato il fratello maggiore del piccolo protagonista. Il film è attualmente disponibile su Sky.
Parliamo del nuovo film…
Il mio personaggio si chiama il Frank ed è accompagnato da altri due personaggi: il Gollum e la Nina. Il Frank è un sognatore. Ad un certo punto della sua vita, dopo aver attraversato seri disagi psicologici, il Frank decide di diventare “invisibile” a modo suo, cioè riscrivere la propria storia e rimodellare la realtà secondo le proprie visioni, quindi si tinge i capelli, scappa di casa, passa le giornate in un’università a studiare un po’ quello che vuole, anche se non è diplomato al liceo, e si mantiene vendendo compiti agli studenti fuori dalle scuole.
È in questo modo che incontra il Gollum, che lo assolderà come insegnante privato per far prendere la licenza di terza media alla Nina. Così si crea questo trio un po’ atipico, fulcro del film.
Nel film si affrontano temi come bullismo e violenza sulle donne, purtroppo temi sempre attuali…
Tutti i nostri personaggi in modo diverso hanno un passato di violenza. La Nina ha un passato di violenza domestica, il Frank di autoviolenza legata alla psichiatria e Gollum ha un vissuto di bullismo.
Nel film però questa violenza è trattata in modo molto delicato e poetico nel senso che non è quasi mai esplicita, tranne in un punto molto d’impatto. Forse l’intento della regista era proprio questo: identificare questi personaggi, prima che come vittime di violenza, innanzitutto come eroi che la violenza la affrontano e lottano per superarla. Il Frank, la Nina e il Gollum sono raccontati come personaggi eroi, che lottano per riscrivere la propria storia.
Cosa le ha lasciato questo ruolo?
Innanzitutto un insegnamento su come reagire alla violenza: fino a che punto riusciamo a risponderle con un sorriso, con la fantasia o ricreando la propria realtà? E poi la voglia infinita di fare altri film e raccontare altre storie in questo modo assolutamente poetico, delicato, colorato. Il mio personaggio in particolare, ma anche gli altri, ha il coraggio di considerare la realtà come qualcosa di assolutamente relativo. Il Frank a inizio film si racconta e cita una frase a lui cara, una citazione di Jerzy Kosinski: “La realtà è solo un punto di vista.”
Questo diventa il suo slogan: ognuno di noi può rimodellare la propria realtà un po’ come vuole. Essere invisibili non significa morire o essere totalmente trasparenti, ma riuscire a svuotarsi di tutte le convenzioni sociali, di tutte le aspettative culturali, domestiche o scolastiche che ci fanno pressione in questo mondo di oggi.
Le mie congratulazioni a questo ragazzo che con la sua grande passione, accompagnata dalla caparbietà e intelligenza è
già arrivato a questo punto e non si fermerà lì. Un saluto anche a papà e mamma che lo sostengono nei suoi progetti Elda Zannini