“La sinistra sente odore di elezioni regionali e ripropone le solite promesse di Pantalone sul sistema sanitario reggiano, che è da tempo in grave crisi per scelte politiche sbagliate, antiche e recenti, da parte della stessa. Si ripete il copione già inscenato in passato. Gli elettori ci crederanno ancora?”:
Fabio Filippi, esponente di Forza Italia ed ex consigliere regionale, sottolinea quello che definisce “l’atteggiamento demagogico e distonico del Partito democratico e dei suoi alleati, che, non potendo negare l’evidenza, denunciano i loro stessi errori come se fossero attribuibili ad altri e scimmiottano le nostre proposte risolutive, a dimostrazione di come la classe dirigente che ci ha fin qui governato non abbia idee proprie per risolvere il problema. Anzi, è in totale confusione”.
Le liste d’attesa “per visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici - continua Filippi - che oggi sono vergognose, soprattutto negli ospedali periferici, provocano ritardi nelle diagnosi e nei trattamenti, con possibili peggioramenti delle condizioni dei pazienti, che a volte possono avere conseguenze devastanti, se non letali. Inoltre la carenza di medici, infermieri e altro personale sanitario, coniugata al pensionamento di diversi operatori, ha incentivato spese folli per i cosiddetti medici ‘a chiamata’, oppure a ‘gettone’, che non risolvono di certo i disagi, a lungo termine, e che mettono in notevole difficoltà il già deficitario bilancio dell’Asl reggiana, togliendo, fra l’altro, risorse a servizi fondamentali e provocando sovraffollamenti ai pronti soccorsi”.
Nelle zone più disagiate e distanti da Reggio Emilia, come la montagna, ma non solo “sono stati poi ridotti o cancellati - prosegue l’esponente azzurro - reparti sanitari indispensabili, come la maternità di Castelnovo ne’ Monti, creando di fatto una disparità nell’accesso alle cure tra chi vive in città e chi in periferia. Non si può discriminare, come pare fare la sinistra, in base al numero di persone o di consensi. Specialmente su un argomento così vitale come la sanità”.
Rileva quindi Filippi: “Occorre dire basta a questa politica ottusa, che ha ormai perso il contatto con la realtà e che, per fare un semplice esempio (che però rende bene l’idea), incentiva la gratuità dei parcheggi in prossimità dei supermercati, naturalmente fuori dal centro storico, ma mette a pagamento la sosta in ospedale, per favorire, ci si giustifica, l’uso degli autobus”.
Conclude l’ex consigliere regionale: “Intendiamo rivedere completamente le decisioni della sinistra, che hanno portato la nostra sanità al collasso, con una pianificazione attenta e investimenti mirati, che valorizzino il personale medico e infermieristico reggiano, che è di prim’ordine, e che lo metta in condizione di svolgere le proprie attività, in un clima disteso e certo, con strutture centrali e periferiche che rispondano realmente e velocemente alle esigenze dei cittadini di tutta la provincia”.
La sinistra “imputa” in continuazione al centrodestra, che sta guidando il Paese, di non aver fin qui risolto questioni cui la sinistra stessa non è riuscita a dar risposta in tutti gli anni nei quali ha avuto responsabilità di governo, che non sono stati pochi, il che mi sembrerebbe essere già di per sé una “pretesa” un po’ eccessiva e abbastanza poco sostenibile (nonché una contraddizione bella e buona).
Cui si aggiunge poi il fatto che la sinistra, anche qui in continuazione, chiede al centrodestra di impegnare risorse nell’uno o altro settore senza dire mai, o quasi mai, salvo mie eventuali sviste, in che maniera finanziare l’uno o altro intervento, quando è noto che ci troviamo in tempi di risorse piuttosto limitate, e con un alto debito pubblico da contenere quanto più possibile (anche su richiesta UE).
Questo modo di procedere della sinistra a me non pare essere una gran credenziale per chi si propone di sostituire il Governo in carica, giacché, da quanto mi hanno insegnato, la cosiddetta cultura amministrativa e di governo prevede che per ogni spesa vada indicato come farvi fronte, nel senso che le rivendicazioni non vanno mai disgiunte da proposte circostanziate anche sul piano economico.
P.B. 10.09.2024