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Elda racconta: La musica dei rumori

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Elda racconta la serata di ieri sera al Parco Tegge di Felina.

E’ arrivato da noi il grande genio di Giorgio Battistelli, egli è un grande compositore molto conosciuto e apprezzato non solo in Italia, le sue opere sono tante e io certamente non sono all’altezza di raccontarvele, però vi potrò dire che noi abbiamo avuto l’onore di averlo a casa nostra.

Ieri sera questo grandissimo genio con grande maestria e anche un po’ di magia, ha trasformato in musica tutti gli strumenti usati comunemente dagli operai, come il rumore fatto dai badili per mescolare il cemento, bottai che aggiustavano un tino, calzolai che martellavano la suola delle scarpe, poi fornai, fabbri, scalpellini massaie col pestello o il setaccio e chi più ce n’ha più ce ne metta.

Il risultato una bellissima serata, con una musica diversa, certamente non ballabile, ma molto orecchiabile.

Grandissimo artista compositore e scenografo questo signore con la sua arte conosciuto in tutta Europa e non solo.

Scusate, ma dal momento che al Parco Tegge di Felina, abbiamo uno spettacolo del genere, adatto alle famiglie, vecchi e bambini vogliamo raccontarlo.

Ricordo anche l’ingresso della banda di felina composta da tanti giovani che ha concluso la serata. Poi se vi va di leggere il mio intervento lo metto qui sotto.

(Elda Zannini)

***

Buona sera a tutti, io sono l’Elda Zannini, non sono di Felina, molti di voi mi conoscono perché hanno letto i miei libri o i racconti su REDACON. Ma non sono neanche una Castelnovina, io vengo dalla Pietra (se’ ed sott la preda,e igh tegn a fal saver).  Questo sasso bellissimo unico nel nostro appennino non dobbiamo scordarcelo. Lui da lassù ci guarda e ci protegge ci incute forza, questa è la prima cosa che mi viene in mente. Bene ora dopo questo po’ di pubblicità, tirèma inàns io sono nata 86 anni fa nell’anteguerra e nella mia vita ne ho viste di belle, di brutte, a colori o in bianco e nero e ogni tanto mi va di scriverle, e certi si divertono a leggerle, ma ci sono anche quelli che si arrabbiano, pasiensa qualchidun a gla duviva ben dir anca a lur.

Vi devo anche dire che io sono un’amante del dialetto, lo vedete che mi scappa dalla bocca in modo naturale anzi e si parlesne un po’ in dialett cusa nin dsiv? In dialett per spiegar quel a basta na parola, mentre in italian agh n’in vòl du tre. Vdiv me i sun chersuda in meza ala genta cla lavureva in cul mod che, cuma i fe vedre vuatre .

Anca me iandeva a medre e a rastlar e pensè chi a ca mea ièrne tant sgnur chi gh’aivne sul na vachina e na cavra ma pòr i sun ancora che a cuntavla  cumi sla fòsa na fola. Si vri saver cusa i nin pens da ste mòsica beh, iv dirò, quand as lavureva sul seri la n’era mea mòsica ansi, alura l’era sultat fadiga e sudur. Adesso però questo signore ha fatto una magia e l'ha trasformata in musica. Ora è meglio che la finisca qui, devo fare i mei complimenti a questo compositore e regista che ha avuto tanta pazienza con me e con noi tutti tante grazie a tutti voi, che siete intervenuti così numerosi (buna nòtt a teucc).

(Elda Zannini)