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Urge realizzare subito l’accordo col Governo e la legge sulla montagna

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Riceviamo e pubblichiamo

La Regione Emilia-Romagna ha sottoscritto col Governo italiano nel gennaio scorso un accordo relativo alle Politiche di sviluppo e coesione che assegna 588 milioni di euro delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027 alla regione Emilia-Romagna. Aggiungendo la quota di cofinanziamento, si arriva a 687 milioni di euro per finanziare progetti ritenuti strategici dalla Regione.

Poiché il declino dell’appennino rappresenta la principale emergenza demografica sociale ed economica della nostra Regione è lecito attendersi da questo corposo accordo un piano di interventi per arginare tale emergenza.

Secondo quanto apparso sulla stampa i consiglieri regionali Costa e Bulbi in un recente incontro promosso dalla sede PD di Ventasso avrebbero illustrato un provvedimento adottato dalla assemblea regionale e indirizzato al Parlamento della Repubblica teso a varare incentivi fiscali per le aree montane che nei resoconti di stampa non sono precisati. Dai resoconti di stampa nulla è segnalato sull'accordo col Governo.

Senza sottovalutare l’iniziativa della assemblea regionale segnalo che tale possibilità è già prevista dalla vigente “Legge sulla montagna” n. 97 del 31/1/1994 ma non è mai stata attuata dai vari esecutivi che si sono succeduti, da allora, al Governo della Repubblica.

Il disavanzo del nostro Stato e il pesantissimo costo degli interessi sul debito pubblico (il governatore della Banca d’Italia Panetta ha precisato, in questi giorni, essere pari alla spesa per l’istruzione!) pongono una barriera - forse insuperabile - a sgravi fiscali per le cosiddette “aree interne”.

In sostanza il rinvio a "incentivi fiscali" del Parlamento (che naturalmente resta sovrano!) appare difficilmente realizzabile. Doveroso, invece, che la Regione utilizzi le risorse dell’accordo col Governo e dettagli le sue priorità nei “Progetti di sviluppo e coesione” citati che hanno una dotazione rilevante attenendosi (anche) ai dati sullo spopolamento e regresso socio economico delle aree del crinale.

In questo ambito, così come nella realizzazione di quanto previsto dall’art. 14 della legge sulla montagna, la Regione può procedere speditamente: basta la sua volontà politica!.

Sarebbe molto utile conoscere se fra i consiglieri regionali qualcuno si sia attivato in tal senso e quali specifici e finalizzati interventi abbia ottenuto o richiesto.

Giuseppe Bonacini