Vuoi per il caldo, ma vuoi anche perché tutto sommato siamo belli. L’Appennino reggiano piace e fa il pieno. Lo fa con gente da Milano, dalla Toscana e dalla Liguria, dalle grandi città, ma anche dall’estero.
Quali sono gli ingredienti di questo successo?
Fattore A: Ambiente e Appennino. Forse perché abbiamo un paesaggio unico, che sa davvero di valori ambientali Unesco da preservare, come la Valle dei Gessi e la Mab. Forse è il caldo che fa scappare dalle città e fa scoprire fiumi, laghi, boschi, case in sasso e piscine. Forse è il fascino di una montagna non firmata, che è bello scoprire proprio in quanto tale dove puoi fare tranquillamente trekking, ciclismo, escursionismo… Abbiamo la Cascata del Golfarone, la Pietra di Bismantova, il Monte Cusna, il Ventasso e molti altri luoghi incantevoli. Cerreto Laghi, il Lago Calamone, il Bargetana, Poiano, una rete di sentieri sempre più vasta e chi legge ha sicuramente il suo posto del cuore da aggiungere. Tutti questi luoghi hanno visto un afflusso notevole da luglio ad oggi, anche se, va detto, in alcuni casi si è notato un certo disordine e la presenza di rifiuti. Effetti collaterali (antipatici) di tanto successo.
Fattore P: Persone. Sono le persone che hanno dato il cuore per organizzare feste e sagre dal sapore antico o, anche, in chiave moderna. In tutti i casi, il fattore comune è stato il pienone. Chi ha fatto la fila a Campolungo per i tortelli, a Valestra per i Casagai, a Montalto per un menu ricercatissimo a due passi dalla città, a Corneto il pienone ha confermato il successo di una Festa dedicata all’Agricoltura. C’è la magia dei borghi, come la Festa del Sole a base di pizza, o a Tizzolo con giochi antichi di oltre mezzo secolo. Più su, c’è la Festa dei Borghi a Ligonchio. A Marola c’è solo l’imbarazzo della scelta per un’estate ricca di eventi. A Casina, una fiera è dedicata al Re dei Formaggi. A Baiso, la Tavola di Bisanzio è un evento cult che richiama persone da ogni dove. Anche a Castelnovo, l’Oratorio non sarà da meno e osa sfidare le Alpi Griffate con la Tirol Fest. E ne potremmo citare ancora anzi, aiutateci a commentare tutto il bello delle feste di paese.
Il succo è che abbiamo un Appennino che piace e, senza nemmeno esagerare, forse diverso da quello di Modena (diviso in tre) o di Parma (così vasto e variegato). Un Appennino unito e identitario, all’insegna del bello e di quanto unico possiamo.
Chissà, ora, se questa ubriacatura d’estate, complice il cambiamento climatico, possa portare qualche persona in più a vivere qui anche d’inverno.