Home Economia Contratti in calo per il trimestre luglio-settembre

Contratti in calo per il trimestre luglio-settembre

87
0

Sono in calo i nuovi contratti per il periodo luglio-settembre. La percentuale è del -14,7% rispetto allo stesso trimestre del 2023

Le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati forniti da Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior, evidenziano, infatti, una  diminuzione del numero di nuovi contratti del 14,7%, cioè 2.050 in meno rispetto al trimestre luglio–settembre 2023.

Osservando i dati relativi al trimestre considerato, le attivazioni previste si concentreranno per il 60,9% nel settore dei servizi: pur mantenendo il primato sul numero dei nuovi contratti, il comparto esprime dati previsionali in calo rispetto a quelli del trimestre luglio-settembre 2023, con  7.220  nuovi contratti (-16,4%).

Nell’ambito dei servizi, la voce più importante è quella dei servizi alle imprese, con 2.400 nuovi contratti (-16,7 %), seguita dai  servizi di alloggio e ristorazione con 1.850 (-19,2%), dal commercio con 1.670 (-16,1%) e dai servizi alle persone con 1.290 (-12,8%).

Per l’industria, invece, i nuovi contratti per il trimestre considerato saranno complessivamente 4.630 unità (-12,0%), di cui 3.650 nell’industria manifatturiera e public utilities (-15,1%) e 990 nelle costruzioni (+2,1%). Secondo le prime stime relative al mese di luglio, nel 27% dei casi i nuovi contratti sono stabili, ossia a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% sono a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Delle 3.910 attivazioni stimate per il mese di luglio, l’11,8% (460 posizioni) ha riguardato candidati con titolo di laurea e di ITS, il 28,6% (1.120 posizioni) candidati col diploma di scuola media superiore, il 39,4% (1.540 posizioni) rivolte a soggetti con qualifica di formazione o diploma professionale; continuano comunque a crescere anche le opportunità per i soggetti che hanno la scuola dell’obbligo (790 posizioni, il 20,2% dei nuovi contratti previsti).

Guardando l’area aziendale di inserimento, il 46,0% dei profili mensili ricercati è destinato alla produzione di beni ed erogazione del servizio, il 16,1% alle aree commerciali e della vendita, il 15,1% alle aree della logistica, il 14,8% alle aree tecniche e della progettazione, il 4,6% all’area amministrativa ed il 3,3 % alle aree direzione e servizi generali.

Persiste, intanto, il gap tra offerta e domanda di lavoro: nel 55% dei casi, infatti, le imprese prevedono di incontrare difficoltà nel trovare i profili professionali desiderati, per i quali, nel 61% dei casi, è richiesta esperienza professionale specifica.

I PROFILI PIU’ DIFFICILI DA TROVARE

Tra i profili ad alta specializzazione, quelli più difficili da individuare sono: tecnici della salute (90,4% dei casi), tecnici della sicurezza e della protezione ambientale (nell’85,0% dei casi) ingegneri (nel 76,2% dei casi).

Nell’ambito dei servizi, di difficile reperimento appaiono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (75,7% dei casi), le professioni qualificate nei servizi personali (nel 62,0% dei casi), gli operatori della cura estetica (nel 61,5% dei casi).

Tra gli operai, invece, sono di difficile reperimento gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (di difficile reperimento nel 90,5% dei casi), gli operai specializzati nell’installazione e manutenzione delle attrezzature elettriche ed elettroniche (del 77,4% dei casi),  i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (nel 77,3% dei casi, di difficile reperimento).