La disabilità non deve rappresentare un impedimento alla fruizione di luoghi tra i più belli del nostro territorio: dal crinale appenninico alle colline reggiane, a percorsi nella natura e nella storia che ruotano attorno al capoluogo.
Lo dimostra il progetto “Sentieri sostenibili: percorsi di partecipazione ed educazione ambientale per la coesione sociale”, realizzato dalla rete di progetto che vede come capofila la cooperativa sociale reggiana (tra i leader di settore di Confcooperative terre d’Emilia nel settore) in collaborazione con alcune delle più importanti realtà istituzionali reggiane.
Ventiquattro persone in condizione di fragilità concluderanno a ottobre, proprio grazie a questo progetto, una serie di esperienze di coprogettazione inclusiva, acquisendo anche nuove competenze nel campo dell’educazione ambientale e della sostenibilità.
“L’iniziativa – spiega il presidente de L’Ovile Valerio Maramotti – si è fondata sulla preziosa collaborazione dei partner di progetto: i comuni di Reggio e Ventasso, il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, la cooperativa sociale CoresSai, la Fondazione Durante e Dopo di Noi di Reggio Emilia, Legambiente di Ligonchio e si è avvalsa del sostegno della Fondazione Manodori”.
“Un insieme di realtà – prosegue Maramotti – unite dall’idea che occorre garantire a tutte le persone la possibilità di conoscere e fruire di spazi all’aperto anche quando presentano alcune criticità che possono essere superate, perché la natura, l’educazione ambientale e il tema della sostenibilità sono ambiti di interesse che riguardano tutte e tutti”.
“Come Comune di Ventasso – spiega il sindaco Enrico Ferretti – abbiamo subito aderito a questo progetto perché crediamo che la montagna debba essere fruibile da tutti. Gli assessori Lara Orlandi del welfare e Franco Baccini scuola, cultura e disabilità stanno seguendo questo progetto che abbiamo trovato molto interessante. Crediamo nell’inclusività e in una montagna che possa essere praticata da tutti nel limite, logico, della montagna stessa. Siamo anche dell’idea che questi progetti valorizzano ulteriormente i territori che si tratti di montagna o di collina o pianura. Sul nostro appennino ci sono percorsi fruibili un po’ da tutti e questo è sicuramente un bel biglietto da visita per chi viene in queste zone”.
Un progetto che come spiega la responsabile Beatrice Moretti, operatrice di Ecosapiens, “ha voluto rendere praticabili a persone con disabilità alcune aree del territorio della Riserva della Biosfera MAB Unesco dell’alto crinale di Ligonchio, alcuni luoghi delle colline di Albinea e una parte del percorso delle ville, dalla Reggia di Rivalta a Villa Levi”.
“Già la fase di progettazione – sottolinea Beatrice Moretti – ha coinvolto alcune persone con disabilità, perché in questo modo è stato possibile comprendere realmente gli ostacoli, gli accorgimenti e quale tipologia di esperienze fosse proponibile per dare efficacia al progetto. Successivamente, grazie anche alla collaborazione di altre realtà locali, il coinvolgimento si è esteso alle fasi di progettazione e alla conduzione di una serie di attività, tra le quali un work camp residenziale, orienteering, educazione alla biodiversità e outdoor education, con operatori esperti che hanno realizzato le attività insieme alle persone con disabilità in percorsi di autonomia e di crescita personale”.
In questi filoni, dunque, si inserisce il work camp residenziale tenutosi all’Ostello dei Balocchi di Casalino di Ligonchio (e qui sono entrati in scena anche gli asini, la cui cura è stata affidata alle persone con fragilità), la coprogettazione (insieme a uno dei gruppi del sistema Strade) di un’attività di educazione all’aperto legata alla biodiversità a Borzano di Albinea e di un’iniziativa di orienteering (condotta anche a Ligonchio) al Bosco della cavalla, così come una serie di laboratori creativi, giungendo a realizzare attività non solo inclusive ma corredate anche da una cartografia innovativa che rende replicabile la fruibilità delle esperienze.
“Restituiremo alla comunità tutti i risultati di questo lavoro all’interno della cornice di Polveriera Sette, festival che si terrà a fine ottobre 2024 negli spazi della Polveriera di via Terrachini – conclude la Moretti - siamo convinti del valore di queste esperienze di inclusione e della possibilità di delineare una nuova strada di valorizzazione, in ambito sociale, di aree di pregio del nostro territorio”.