Le notizie di lutto in poco tempo raggiungevano tutto il paese e la partecipazione al dolore era più intensa quando la morte si portava via una persona giovane. Fu così anche quella volta e nella mia memoria di bambino è impressa la commozione collettiva ed il cordoglio sincero dei tanti che venivano nell’aia dei Bertucci, di fronte alla abitazione di mia nonna a Sologno, per porgere le condoglianze e chiedere notizie tra lacrime e abbracci.
Da adulto, nel ricordare questo avvenimento ben scolpito nella mia memoria, ho sempre ritenuto che Verardo Bertucci fosse morto in Belgio nella tragedia di Marcinelle dal momento che il drammatico incendio che l’8 agosto 1956 che si portò via ben 262 minatori di cui 136 italiani, viene ricordato, ogni estate, con cerimonie ufficiali in Belgio e Italia a cui i mezzi di comunicazione hanno sempre dedicato un ampio spazio. Il collegamento tra i due avvenimenti luttuosi, col tempo, nella mia memoria, si era consolidato. Quando, tuttavia, durante il periodo del covid ebbi modo di compiere approfondimenti fui sorpreso nello scoprire che Verardo non appariva nell'elenco delle vittime di Marcinelle.
Continuando le ricerche mi resi conto che le tragedie nelle miniere carbonifere del Belgio sono state molto numerose e tra il 1946 ed il 1963 i minatori italiani morti risultano 867 su un totale di 1126 vittime. Non esiste però un elenco nominativo di tutte le vittime italiane nelle miniere belghe al pari di quello relativo ai 262 minatori morti nella più drammatica e “famosa” tragedia di Marcinelle.
Nell’estate 2022 ho avuto modo di parlare con Elsa Bertucci, cugina di Verardo, la quale mi ha chiarito gli avvenimenti: Verardo è morto a 26 anni di silicosi in un ospedale belga. Elsa mi ha informato di essere in possesso di una lettera a lei indirizzata scritta da Verardo dal letto dell’ospedale nel quale era stato ricoverato per curare la malattia.
Oltre a crolli, esplosioni ed incidenti vari, infatti, un’altra causa di morte in miniera è stata la silicosi ed il nostro giovane minatore solognese ne è stato vittima. Elsa non mi potuto mostrare la lettera di Verardo né precisarmi la data della sua morte essendo deceduta a Milano agli inizi del 2023 ed è anche per sua memoria che ho deciso di scrivere questo breve ricordo di Verardo. Verardo aveva due fratelli che vivevano a Sologno (Prospero e Piero) mentre altri due (Luciano e Maria) vivono a Genova.
Il figlio di Elsa Bertucci, Sergio Toscani, mi ha cortesemente spedito i documenti che la mamma mi aveva detto di possedere e da cui risulta che Verardo è deceduto il 18/02/1954. Oltre alla lettera alla mamma, Sergio, mi ha fatto pervenire alcune foto e il testo del "ricordino" funebre.
Verardo è una figura emblematica dell'Italia del dopoguerra che spinse migliaia di italiani ad emigrare. Morire a 26 anni, solo, lontano dalla famiglia, in un ospedale belga nel quale nessuno ti può rivolgere una parola nella tua lingua, senza una presenza amica che ti tenga la mano o ti conforti è davvero una situazione che tocca il cuore. A Verardo che ha perduto la vita nella ricerca di un futuro migliore, rivolgo un pensiero di affetto e dico che la sua comunità non lo ha dimenticato.
I versi che il parmense Walter Vacca dedica ad un compagno leccese ucciso in miniera, raccontano frammenti del nostro recente passato e, in poche righe, evocano il sacrificio degli italiani nelle miniere del Belgio:
Qualche cosa avevamo in comune:
C’erano le stesse cose
La Patria il lavoro la miseria. Pane, margarina e caffè amaro ..
Quasi non capivo il tuo dialetto strano La carne segnata da ogni pietra caduta
Chè dell’Italia eravamo ognuno ad E nelle vene lo stesso sangue:
Un estremo…. Sangue d’emigrante. Il masso
Ma nel fagotto che portavamo nella fossa quel giorno cadde e fu crudele e pesante
Troppo pesante per te piccolo leccese
(Giuseppe Bonacini)