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Diocesi in lutto, è deceduto don Ruggero Orieli

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Don Ruggero Orieli, 90 anni, è deceduto questa mattina all’Ospedale “Sant’Anna” di Castelnovo ne’ Monti, dove era stato ricoverato alcuni giorni fa a seguito di una grave crisi polmonare.

I resti mortali di don Ruggero si trovano ora nella camera mortuaria dell’Ospedale “Sant’Anna” a Castelnovo ne’ Monti dove il 31 luglio e il 1° agosto alle ore 19 sarà recitato il Santo Rosario. La Celebrazione delle esequie, presieduta dall’arcivescovo Giacomo Morandi, si terrà venerdì 2 agosto alle ore 10.30 nella chiesa dell’Abbazia di Marola. In seguito, la salma sarà tumulata nel locale cimitero.

Il sacerdote ha svolto il suo servizio prevalentemente a Reggio Emilia come parroco di Mancasale e a Sassuolo in qualità di aiuto cappellano dell’Ospedale e confessore nella chiesa di San Giorgio

Don Ruggero era nato a San Donnino di Marola (Carpineti) il 15 ottobre 1933 e per lui fu naturale studiare nel seminario di Marola. La chiamata al sacerdozio trovò compimento nell’ordinazione presbiterale avvenuta nella Cattedrale di Reggio Emilia il 29 giugno 1960 per l’imposizione delle mani del vescovo Beniamino Socche. Indossò sempre con orgoglio l’abito talare finché le sue condizioni di salute glielo hanno consentito.

Il suo primo incarico fu a Valbona, dove fu parroco per sei anni. Nel 1966 chiese al vescovo Gilberto Baroni di proseguire gli studi all’Università Cattolica di Milano dove si laureò in Psicologia e poi svolse servizio pastorale in qualità di assistente. Era fiero dei suoi studi e applicava quanto aveva imparato anche nel confronto con gli altri al punto che lo chiamavano “il maestrino”.

Rientrò a Reggio Emilia nel 1977 per diventare parroco di Mancasale, comunità che guidò per diciassette anni fino al 1994. In quegli anni, tra il 1987 e il 1992, fu anche amministratore parrocchiale di Pratofontana.

Don Orieli amava il dialogo e il confronto, anche prolungato; era schietto e diretto. Di primo acchito poteva sembrare severo e moralista, ma a chi entrava in confidenza con lui si rivelava aperto e tollerante. Ha dedicato molto tempo ed energie a celebrare il Sacramento della Riconciliazione: tra il 1994 e il 1998 ha alternato il servizio pastorale in Appennino al ministero di confessore a Lourdes e dal 1998 al 2017 si è messo a disposizione delle comunità di Sassuolo come aiuto cappellano all’Ospedale e confessore nella chiesa di San Giorgio. Tra il 2000 e il 2012 è stato anche amministratore parrocchiale a Villaberza, Montecastagneto e Gombio.

Amava la montagna e dal 2017 risiedeva insieme alla sorella Anna nella casa paterna di Carpineti, poco lontano dalla chiesa di San Biagio. A 84 anni ha subito un delicato intervento alle corde vocali che lo ha reso afono. Da amante della conversazione ha sofferto molto per questa sua condizione senza però mai arrendersi.