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L'analisi del sociologo Bonacini

Cerimonia di apertura delle Olimpiadi tra perplessità ed entusiasmi

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Ha suscitato polemiche la perfomance delle drag queen alla cerimonia d’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Considerata da tanti blasfema.

"Uno spettacolo teso alla esaltazione dei diritti civili - afferma il sociologo Giuseppe Bonacini che ha sollevato consensi e critiche sui social e i mezzi di comunicazione in generale. Io l’ho trovato stucchevole, in qualche passaggio di cattivo gusto, troppo lungo ed estraneo al contesto di una olimpiade in cui, da sempre, si celebrano i valori dello sport, della competizione e dell’impegno agonistico".

I fatti

Sono in tanti ad aver accostato la performance, chiamata ‘Festività', del banchetto con le drag queen, all'Ultima Cena di Cristo, nella famosa rappresentazione di Leonardo da Vinci, l'opera che raffigura Gesù a tavola, al centro del quadro, in compagnia dei 12 apostoli. Ed è a questo affresco che tutti in tanti hanno pensato quando hanno visto l'esibizione.

L'ideatore, Thomas Jolly ha spiegato: “Non era l'Ultima Cena la mia ispirazione, credo fosse abbastanza chiaro che si trattasse di Dioniso che arriva a tavola, è il dio della Festa, del vino e padre di Sequana, la dea legata al fiume".

Sono anche arrivate le scuse degli organizzatori: “La nostra intenzione non era di mancare di rispetto a un gruppo religioso, qualunque esso sia". Poi ha aggiunto: "Al contrario, la nostra intenzione era mostrare tolleranza e comunione. Se qualcuno è stato offeso, noi ce ne scusiamo".

Il sociologo Giuseppe Bonacini 

Singolare che in questo contesto, ricco di artisti di fama che hanno onorato la cerimonia, venga inserito uno spettacolo per “sostenere” le ragioni di gay, lesbiche e transgender e si ricorra anche ad una parodia dell’ultima cena davvero fuori luogo.

Oscar Wilde scrittore, drammaturgo e poeta (condannato per omosessualità a due anni di lavori forzati in Gran Bretagna e che, prima di morire volle rientrare nella chiesa cattolica) è conosciuto anche per i suoi fulminanti aforismi. Tra i tanti ne cito uno che oltre al golf può ben comprendere tante attività umane, tra cui certamente la regia di spettacoli: “Non è necessario essere stupidi per giocare bene a golf, … però aiuta molto!”

Chi volesse aiutare le persone LGBT dovrebbe, a mio parere, ricordare che nel mondo vi sono stati (fuori dall’Europa) che opprimono in modo odioso tali fratelli/sorelle fino a giustiziarli per questa loro “colpa”!

Forse tali stati non erano collegati con le loro TV? O magari il regista, prudenzialmente, ha preferito non cercare guai? Non tutti, si sa, hanno coraggio! In questo caso, però, prendersela con chi ha rivoluzionato il mondo predicando “ama il prossimo tuo come te stesso” e accoglieva le “peccatrici” come allora venivano chiamate le prostitute è davvero sorprendente.

Da un Paese che ispira le regole del bon ton, dell’eleganza nella moda, della cultura, giunge una cerimonia olimpica con cadute di stile imbarazzanti.

Forse è legittima una rilettura del famoso motto della Rivoluzione francese “Liberté, Egalité, Fraternité” che il regista della cerimonia olimpica ci propone di aggiornare in “Liberté, Egalité, Transfrocialité”.