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rifugio Città di Sarzana

Rifornire i rifugi di montagna: il racconto di Elia Vitali

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I rifugi in montagna sono luoghi per amanti e frequentatori, offrono ristoro ed ospitalità. Non tutti hanno una strada d'accesso dove poter arrivare con i mezzi per rifornire il necessario e, in molti casi, tutto ciò che occorre, dalle derrate alimentari a materiali diversi, vengono portati con l'ausilio di una teleferica.

Altre volte con l'utilizzo dell'elicottero, come nel caso del rifugio Città di Sarzana, raggiungibile solo a piedi. Si trova a 1.580 metri, nell'Alto Appennino reggiano, tra il Monte Acuto (mt. 1.722) l'Alpe di Succiso (mt. 2.017) ed è gestito da Adriano Maria Vitali. Qui al rifugio in estate con Adriano ci sono diversi collaboratori, secondo le necessità; in inverno è quasi sempre solo.

“Chi viene da noi – ci spiega Adriano - deve essere un vero appassionato della montagna perchè non ci sono strade, è percorribile solo a piedi. E questo lo rende incontaminato. Io ci sono da molti anni, mi sono innamorato di questo posto. Certo, non è semplice ed è necessario quanto faticoso rifornirlo di tutto ciò che è necessario. A tal fine facciamo un trasporto all’anno con l’elicottero, tra l’altro economicamente molto rilevante, ma ripeto, è indispensabile”.

E' il figlio di Adriano, Elia, a raccontare nei dettagli come avviene un 'normale' rifornimento .

“Come ogni anno, all'inizio della stagione estiva, più o meno all’inizio di luglio, facciamo il trasporto in elicottero, la cui organizzazione non è mai semplice. Il carico va preparato un po' di tempo prima, e ciò richiede almeno quattro giorni pieni per passare dai vari fornitori e portare tutto in un luogo vicino alla diga del Lagastrello (accesso più vicino al rifugio). Successivamente si divide tutto in diverse piccole scatole in modo da facilitarne la divisione e lo stoccaggio nei grossi sacchi che verranno trasportati dall'elicottero. Intanto si decide una data per il viaggio, solitamente con una o due settimane di anticipo, chiedendo l'ok del parco nazionale”.

Elia sottolinea quanto sono importanti le condizioni meteorologiche. “E’ sempre un'incognita – racconta – perché le previsioni sono affidabili solo due o tre giorni prima della giornata scelta, e bisogna anche tener presente che queste, in montagna, possono cambiare anche il giorno stesso, rendendosi imprevedibili. Non è raro dover annullare il viaggio la mattina stessa e posticiparlo”.

“L'elicottero - continua Elia - parte da Castelnuovo di Garfagnana e arriva in uno spiazzo vicino alla diga del Lagastrello, dove ci troverà con i grossi sacchi pronti per essere caricati. Il viaggio dalla diga al rifugio dura pochi minuti, ma l'elicottero ha sempre un costo molto elevato. Il costo è al minuto, e copre tutto il viaggio, dalla partenza da Castelnuovo, poi le rotazioni, e il suo ritorno alla base. Il trasporto completo dura meno di un'ora. La merce trasportata comprende cibo a lunga conservazione ma anche bombole del gas, estintori di ricambio, e materiali per la manutenzione ordinaria del rifugio. Successivamente si svuotano i sacchi e si stipa tutto nei vari spazi del rifugio. Questo richiede circa tre o quattro ore di tempo a seconda di quanti siamo. Tutta la merce stipata è destinata a durare almeno fino al luglio successivo, per il resto proseguiamo a portare le cose fresche in spalla, scendendo a valle, nel periodo estivo, mediamente due volte a settimana”.