L’Italia, da una ricerca effettuata nel 2022, è al terz’ultimo posto in Europa nell’uso di carte di pagamento davanti solo a Romania e Bulgaria.
Nonostante questo primato negativo è in costante aumento la propensione degli italiani a utilizzare sistemi di pagamento alternativi al contante tant’è che l’Italia si conferma il Paese con il maggior numero di terminali POS (oltre 3,6 milioni).
In questo contesto si colloca il Protocollo d’intesa per “la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici” sottoscritto il 27 luglio 2023 da Associazione Bancaria Italiana, Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti.
Il Protocollo, che alla fine di questo mese sarà sottoposto ad una valutazione ex post dell’impatto dell’introduzione delle misure previste, nasce con l’obiettivo di promuovere ulteriormente la digitalizzazione, la modernizzazione e la concorrenza dei servizi a pagamento. Di semplificare e rendere maggiormente chiare, comparabili e intellegibili le informative contenenti i costi delle transazioni con carte e a contribuire alla mitigazione dei costi con il pagamento con carte presso gli Esercenti.
Per un approfondimento della materia, CNA Reggio Emilia ha svolto un’indagine presso un panel di oltre sessanta imprese associate – appartenenti a diversi settori, quali il commercio al dettaglio, la somministrazione di alimenti, la riparazione di auto, l’acconciatura, lavanderia ed altri – focalizzata sulle commissioni applicate dai loro fornitori in riferimento all’utilizzo del bancomat e delle carte di credito.
Due premesse. La prima, di carattere generale, è che a fronte di una sempre più significativa crescita dell’utilizzo dei pagamenti elettronici non si devono scaricare i costi sulle attività economiche. La seconda, di carattere tecnico, riguarda la complessità della materia e la consapevolezza che le condizioni economiche devono essere contestualizzate (volumi delle transazioni, numeri delle transizioni, ad esempio) e viste nella loro completezza (commissioni ma anche canoni mensili, spese di attivazione del POS e così via).
Il risultato è un’indagine che mostra in modo inequivocabile l’estrema eterogeneità delle condizioni attuate dai diversi Istituti di credito/operatori ma anche all’interno delle stesse banche.
La commissione percentuale su operazioni Pagobancomat va dallo 0.12% al 2.00%, con una media dello 0,69%, mentre sulle carte (prendendo in esame Mastercard e VISA) dallo 0.46% al 2.00%, con una media dell’1,20% e dunque con variazioni estremamente significative.
Non è intenzione dell’indagine stabilire delle graduatorie di merito tra gli istituti di credito o tra i prestatori di servizi di pagamento (nella nostra indagine ne sono coinvolti una decina) bensì da un lato lanciare un messaggio alle imprese di verificare con attenzione le attuali condizioni e le proposte che ricevono. Di pretendere informazioni chiare e confrontabili, così da operare scelte oculate ed efficaci.
Dall’altro un invito agli istituti e agli operatori a garantire la massima trasparenza, in termini di comprensibilità e comparabilità, delle loro offerte, così da riprendere e dare concretezza allo spirito e ai contenuti del Protocollo, sottolineando come alcune imprese ci abbiano segnalato casi di “resistenza” da parte di Istituti di credito/operatori a fornire con tempestività le informazioni richieste.